CAPITOLO 8

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E: - Allora ragazzi la storia è parecchio lunga quindi sedetevi – Enrico e Stefano prendono le sedie posizionandole davanti a me che sono sul divano mentre Ele riprende posizione con Helly tra le braccia che gioca con un peluche – Vi ricordate la festa dei 18 anni di Giorgio? – tutti annuiscono – ecco premetto che di quella sera non ricordo nulla come se avessi resettato tutto, lo psicologo dice che è normale quest'amnesia visto lo shock subìto... - mi fermo e riprendo fiato visto le lacrime che stanno per uscire – quella sera mentre tornavo dalla festa ho subìto una violenza... - mi fermo di nuovo e scaccio via le lacrime con le mani - è brutto da dire ma mia figlia è nata da una violenza. Quella sera poi mi sono ritrovata in ospedale perché avevo perso i sensi ma oltre a farmi riprendere potettero fare davvero poco, non mi facevo toccare da nessuno e così è stato fino a quando non è nata lei. Comunque quella notte mi hanno detto che sarei dovuta tornare un mese dopo per capire se quel testa di cazzo mi aveva trasmesso qualche malattia. Così il mese dopo, ad ottobre, tornai in ospedale e mi diedero la bella ma dolorosa notizia che lei era dentro di me. Non ho mai pensato di abortire, lei era mia figlia nonostante tutto era da un mese dentro di me e nonostante i medici mi consigliavano di non tenerla perché mi avrebbe causato un ulteriore depressione io non li ho ascoltati. I miei sono stati e sono ancora fieri di questa scelta perché secondo loro se avrei dato retta ai medici a quest'ora sarei in una clinica psichiatrica. I miei poi mi hanno aiutato tanto, economicamente però non potevo permettere che loro si prendessero cura di lei, era una mia responsabilità. Appena partorito ho cercato lavoro e infatti 3 ore al giorno, il pomeriggio, faccio assistenza agli anziani nella casa di riposo e diciamo che riesco a mantenerla, a me ancora mi mantengono i miei come se vivessi ancora con loro, mentre questa casa è di sua nonna – affermo indicando Ele –  e non appena finirò la scuola e mi troverò un lavoro più stabile le ho già detto che le pago l'affitto perché mi hanno già aiutato troppo. Poi cosa più assurda Parigi non l'ho nemmeno vista in cartolina. I prof sapevano tutto e per superare l'anno venivo una volta ogni due settimane di pomeriggio a scuola per farmi interrogare e ora mi tengono il gioco di Parigi quando serve. Adesso la mia più grande paura è che quando crescerà, vedendo gli altri bambini giocare con i loro papà lei possa dirmi "perché tutti hanno un papà e io no?"- sospiro- io cosa le dirò? Non voglio che pensi che sia un errore, uno sbaglio o un peso per me perché è frutto di una violenza. Per me è tutta la mia vita. La mia salvezza. – mi metto le mani sul viso scoppiando in un pianto liberatorio. Ele mi accarezza la schiena, perché avendo Helly in braccio può fare poco, Stefano ed Enrico mi vengono ad abbracciare ed è la prima volta che li vedo con gli occhi lucidi e così affettuosi. Mi stringono in un abbraccio dolce, vero, perché so che è vero e non è perché provano pena.

S: - Pensa che ora tua figlia non avrà un padre ma in compenso avrà due zii favolosi! - pronuncia staccandosi dall'abbraccio e tirando Enrico vicino a se – tiè! Due fighi, simpatici, è vero un po' coglioni ma che renderanno la vita di tua figlia piena di gioia, e risate! – afferma con affare teatrale facendomi ridere e commuovere allo stesso tempo.

Enrico: - Due zii così manco se ti impegni li trovi Helly! – si gira rivolgendosi a lei che è in braccio ad Ele e si sporge per dargli un bacio sulla guancia. Lei allunga le braccia per farsi prendere e la faccia di Enrico torna ad essere tutta un film. – Helly, bella di zio calma! Una cosa per volta, che ciò paura che mi cadi poi mamma chi la sente! –

S: - Levati Enrì, sei inutile! Impara dall'esperto qua! – afferma sicuro spingendolo e allungando le braccia verso Helly che prontamente si butta su di lui e si accoccola bene bene sul suo petto come se si sentisse sicura e protetta. Quando vedo che inizia a ciucciarsi il ditino prendo il ciuccio  e glielo dò.

Enrico: - Non vale già ti adora. Helly che fai tradisci il tuo zio preferito?-

S: - Ma stai zitto che quando fa 18 anni me la sposo io! –

L'inizio di noi Where stories live. Discover now