CAPITOLO 20

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S: - Amò sei pronta? –

E: - Si Ste eccomi! – rispondo prendendo il giacchetta. Stefano ha questa fretta di andare da Giacomo il mio tatuatore, anche se io di tatuaggi ne ho solo uno, ed è quello dedicato ad Helena. Stefano è ormai da un po' che mi chiede di prendergli un appuntamento per farselo uguale al mio, io ho cercato di tirare un po' perché non sapevo se era una cosa che voleva sul serio, o voleva farselo così per sfizio. Lui è sempre stato fermo sulle sue responsabilità, è sempre stato bravo a esprimersi e a farmi capire delle volte quanta paura avesse ma quanto contento fosse. Dopo l'ultima sua dichiarazione e dopo averlo visto per l'ennesima volta dormire accoccolato a mia figlia ho deciso di chiamare Giacomo e fargli fare questo tatuaggio che riguarda la nostra gioia più grande. Quando ho chiamato Giacomo non ho tralasciato nulla gli ho detto che doveva fare lo stesso tatuaggio che avevo io sulla scapola del padre di mia figlia. Ed è bastato questo per farmi dare un appuntamento per oggi. Nonostante abbia fatto solo un tatuaggio mi conosce abbastanza. Ricordo che mentre mi faceva il tatuaggio tra una domanda e l'altra gli ho raccontato tutta la mia storia. Quando sono andata a farmelo Helena era appena nata e io ancora non avevo il latte, i medici mi avevano detto che era anche normale visto che era nata con più di 15 giorni di anticipo e io allora ne ho approfittato per farmelo dopo aver ricevuto l'ok. E dopo esattamente dodici giorni ho iniziato a sentire questi dolori al seno e sinceramente avevo paura c'entrasse anche il tatuaggio è la prima cosa che feci fu chiamare la ginecologa, lei mi tranquillizzò dicendomi che se non mi aveva dato fastidio in quei 12 giorni non centrava nulla e che molto probabilmente era dovuto al latte che si stava sviluppando e quindi a giorni avrei avuto la montata lattea e avrei così potuto iniziare ad allattare come si deve la mia piccola peste. Esattamente 3 giorni dopo poi provai l'emozione di allattarla, un'emozione che provo ancora oggi fortunatamente.

Appena entriamo nel negozio Giacomo viene a salutarmi di corsa.

G: - Ciao bella finalmente ti rivedo? - abbracciandomi.

E: - Già! Come stai?-

G:- alla grande tu?-

E:- benissimo lui è Stefano il padre di mia figlia! –

G: - Piacere, io sono Giacomo. –allunga la mano prima di girarsi e chiamare la sua assistente. - Asia – urla – affida il signor Consi a Valerio appena a fatto. Che io ho un tatuaggio urgente da fare. Ah e sposta gli appuntamenti di un paio d'ore o affidali a lui se può, tanto è tutto nelle cartelle come al solito. Voi due venite con me. – io rido perché Giacomo è un pazzo quando fa così. Mi ha fatto un appuntamento subito nonostante fosse pieno. – Allora raccontatemi un po' queste novità anzi no prima come lo vuoi il nome? –

S:- uguale al suo.- mi sposto la maglia per fargli ricordare il tatuaggio di Helena che mi ha fatto mesi fa.– lo stesso proprio? Il posto? –

S: - Stesso posto! –

G: - Ah roba seria quindi?! Deve essere cambiato molto nella vostra vita. Allora togli la maglietta e stenditi lì – indica il lettino – e tu racconta che per telefono ho capito ben poco. – mi minaccia con una cartina, io rido e poi inizio a raccontargli la perte che lui non conosce. Ogni tanto si ferma per guardarmi e per guardare Stefano negli occhi. So che vuole avere la conferma leggendo l'emozione negli occhi di entrambi. Ha questa capacità che mi ha colpito fin da subito, ed è strana perché vedendolo tutto penseresti tranne che sia un uomo molto sensibile.

Appena finisce di fargli il tatuaggio gli da dato le crema da mettersi e poi lo guarda serio.

G: - Stefano mi raccomando prenditi cura di loro che sei fortunato. –

S: - Lo farò assolutamente sono la mia vita! –

G: - non è da tutti farlo... E tu pure non ti far scappare questo pezzo di figo! – Afferma e io rido.

E: - Devo essere gelosa? –

G: - No tranquilla sono felicemente fidanzato! Ciao bella dammi un bacio e portami la peste che è una vita che non la vedo. –

E: - Appena posso te la porto Già! Ci sentiamo! – dico abbracciandolo calorosamente. Appena usciamo dal negozio Stefano mi guarda.

S: - La prossima volta che ti guarda così gli spezzo un braccio! – afferma duro e io rido – Che cazzo ti ridi? –

E: - uno Giacomo è il triplo di te e due dovrei essere io gelosa visto che ha detto 'questo pezzo di figo' soprattutto sapendo i suoi gusti!–

S: - Cioè lui è... -

E: - Si amò è gay ed è fidanzato da 5 anni con uno che è più figo di lui! – lui mi guarda e scoppia a ridere.

S: - Ti rendi conto che stavi per farmi fare una figura di merda? Perché ti assicuro che c'è mancato poco che davvero gli facessi una scenata assurda anche per il fatto dell'età! È la prima volta che non mi pento di non avertela fatta! – io scoppio a ridere e gli salto addosso baciandolo.

E:- ma come devo fare io con te eh? Come?-

S:- non devi far nulla solo vivere!- sorrido e lo bacio appassionatamente, prima di farci un altro giro. Diciamo che oggi ne approfittiamo giusto perché Elena ed Enrico si sono proposti di tenerci Helena per qualche ora. Abbiamo comunque 18 anni, qualche ora per noi è giusto averLa qualche volta.

Salve ragazzi allo eccovi il capitolo 20 so che è corto e nemmeno mi piace ma è di passaggio. Spero che la storia vi stia piacendo, vi dico che ne vedremo delle belle forse 😂
Nel frattempo mi piacerebbe ricevere qualche commento in più da voi anche negativi non è un problema mi serve per capire come vi appare questa storia perché è la mia prima ff, scritta circa 5 anni, e spero si noti il cambiamento con le prossime storie che posterò in seguito 😘😘

L'inizio di noi Where stories live. Discover now