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Il tempo stringeva, dovevano assolutamente trovare il modo per chiedere l'aiuto del Leviatano. Erano così presi dalla loro missione, che si erano trascurati tutti, senza eccezione. Gladio aveva smesso di tagliarsi i capelli, Ignis cucinava con qualunque cosa riuscisse a procurarsi, senza chiedere aiuto agli altri per reperire gli ingredienti, Prompto cercava di essere sempre vicino a tutti. Povero Prompto, pensava sempre agli altri, più di quanto gli altri tre immaginavano: non si accorgevano che prendeva sempre il piatto più piccolo, il nemico più ostico, la strada più sdrucciolata per non farli inciampare.
Noctis, invece, era talmente proiettato sulla missione, che a momenti neanche si accorgeva che c'erano loro al suo fianco. Come sempre. Era Gladio che gli copriva le spalle, Ignis che lo curava, Prompto che abbatteva il nemico che era sfuggito alle lame affilate del Principe.
Eppure lui non sembrava recepirlo.
Ma quando si era trovato davanti il vestito da sposa di Luna, capì che senza di loro non sarebbe arrivato fino a quel punto, che senza le lezioni di Gladio, la pazienza di Ignis e la gioia di Prompto, lui si sarebbe spento nel momento in cui aveva scoperto del triste fato di suo padre.
Li guardò intensamente, uno ad uno: non avrebbe fallito.

Il giorno che aveva deciso di seguire Noctis nel suo viaggio, Prompto sapeva che sarebbe stato difficile. Sapeva che sarebbe stato pericoloso. Quando aveva espresso il desiderio di andare, tutti gli aveva chiesto "sei sicuro?", ma era stato facile rispondere. Lasciando Insomnia, Prompto non aveva perso nulla, tutto ciò che aveva, tutta la sua vita, gli camminava al fianco ogni giorno, gli cucinava la cena, gli mollava pacche sulle spalle con mani enormi, lo prendeva in giro quando uno dei suoi colpi di pistola non andava a segno. Prompto non si curava di lasciare il cibo più buono, la strada più facile, le cose più belle alle tre persone che avevano messo fine alla solitudine di anni ed anni passati nel silenzio di una casa che non rispondeva ai suoi "sono tornato!". Tuttavia doveva ammettere che il viaggio non era facile. Prompto non era un soldato, era solo un ragazzino, aveva paura di più cose di quanto gli piacesse ammettere e fisicamente era il più debole e mingherlino. Ultimamente il suo fisico lo stava lentamente sabotando, c'era qualcosa che non andava in lui, qualcosa che si manifestava ogni volta che guardava la ragione per cui era lì. Il principe, il suo principe che accettava tutti i suoi difetti e le sue paure, era il suo migliore amico, eppure la convivenza costante aveva spinto Prompto a cercare più attenzioni, più contatto, più parole da lui senza rendersene conto. Ed ogni volta che lo faceva qualcosa doleva nel suo corpo, senza che il biondo capisse se fosse un dolore fisico o emotivo. Erano sentimenti sbagliati quelli che provava? Era sbagliato che un amico volesse tutte quelle attenzioni giusto? Più se lo chiedeva e più si sentiva strano. In piedi, davanti all'abito da sposa di Lady Lunafreya, si diceva che avrebbe dovuto essere felice per il futuro che attendeva il suo migliore amico. L'amore. La famiglia. Il matrimonio. Ma quando Noctis lo guardò e i loro occhi si incrociarono, avvertì un senso di disagio. Perdita. Tristezza. Come se qualcosa che desiderava è amava gli stesse venendo portato via. E un senso di fastidio, dolore, che non sapeva se stava immaginando o era reale. Nei suoi anni di solitudine non aveva mai imparato a gestire situazioni emotive così complesse, così fece la cosa che sapeva fare meglio, sorrise e li ricacciò indietro.
"Ehi Noct!"
Passò un braccio intorno alle spalle del principe e lo tirò vicino a sé.
"Lunafreya sarà uno schianto con questo addosso, sicuro di essere all'altezza di una tale bellezza? Al momento sembri più un senza tetto che un Principe."
"Questo perché Sua Maestà non mi lascia sistemare i bottoni della sua giacca, una mancanza non degna di un Reale."
Ignis si sistemò gli occhiali mentre parlava.
"Non penso che siano solo i bottoni Iggy, avremmo bisogno tutti di un bagno, quando si va in albergo? La prima doccia è mia! Finalmente un letto comodo!"

"Certo, così puoi consumare tutta l'acqua calda!" lo rimbeccò Noctis cercando di liberarsi dalla presa stritolante dell'amico. Quell'amico che, era sicuro, si sentiva ancora insicuro sul fatto che loro sapessero le sue vere origini.
Che scemo, pensava, era talmente insicuro di sé stesso, che era come se fosse ancora bloccato lì, in quella prigione.
Gli fece un leggero sgambetto per farlo barcollare e liberarsi per poi guardarlo trionfante: "La doccia è mia." e, sorprendendo perfino sé stesso, cominciò a correre verso l'albergo.

Hanahaki desease ( Promptis - FFXV) Where stories live. Discover now