II

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Nel bagno, mentre saltellava per infilarsi quel cavolo di pantalone di pelle (ma perché non aveva portato un paio di pantaloni più comodi?), Noctis si bloccò spalancando gli occhi.
"Cos-no! Cosa dici, scemo! È che... Fa caldo! E allora..."
Peccato che quel repentino blocco gli avesse fatto perdere l'equilibrio facendolo cadere rovinosamente aggrappandosi alla cesta dei panni, trascinandosela giù producendo un gran rumore.
Inutile dire che la frase era rimasta in sospeso e lui si sentì più stupido che mai.
Nella vita aveva affrontato parecchie situazioni insidiose, ma questa era ben diversa: era qualcosa che non capiva, eppure lo faceva incaponire. Doveva capire quel che stava succedendo, ma di certo non poteva chiedere a Gladio, né tanto meno ad Ignis.
Soprattutto non a Prompto, che sicuro era appiccicato alla porta con l'aria di un cucciolo abbandonato, con gli occhioni blu inteneriti.
Si portò una mano alla bocca, il petto aveva preso a bruciargli. Tossì un paio di volte per poi sbuffare: una caduta del genere non poteva certo avergli procurato danni, e dai!
Si alzò rapidamente: doveva sistemare prima che gli altri entrassero, altrimenti non si sarebbe capito più nulla.

Dall'altra parte della porta la voce del Principe gli arrivò frettolosa e zoppicante. Noctis non balbettava e non mostrava quasi mai disagio, era strano sentire la sua voce così incerta. Aveva detto qualcosa di sbagliato? Aveva fatto qualcosa di male? Il cuore prese a battergli più velocemente di prima, il petto gli lanciò un paio di fitte, forse per via del battito accelerato contro le costole. Stava per dire qualcosa, quando un fracasso lo interruppe.
"Noct! Che hai fatto?"
Non poteva entrare senza permesso e invadere il suo spazio privato, non era educato e carino nei suoi confronti, ma se si fosse fatto male? Posò la mano sulla maniglia, indeciso e con il cuore che batteva sempre più forte. Da quando era così impacciato con Noctis? Di solito era tutto spontaneo, non gli importava di spazio personale e di educazione con lui, da quando era tutto così strano? Mentre si decideva e spingeva la porta, un bruciore al costato lo spinse a mordersi il labbro, senza farci troppo caso. Si trovò davanti il Principe a terra avvolto dal cesto dei panni rovesciato. La prima cosa che provò fu preoccupazione, mentre si inginocchiava al suo fianco tendendo una mano.
"Ma che hai fatto? Stai bene? Ti sei fatto male?"
Poi venne la risata. Non lo fece apposta, ma vedere il perfetto Principe coperto di panni sporchi, pettinato e mezzo bagnato fu troppo. Troppo per un ragazzino come Prompto che trovava troppo ridicola quella situazione.
"Ahahahah sei.... Non ci credo.... Sei scivolato come una pera sul pavimento.... E chi si vantava l'altro giorno del proprio equilibrio perfetto? Ahahahah, scusa, non dovrei ridere, ma hai un paio di calzini sulla spalla!"
Glieli tolse con un gesto della mano. Era così ridicolo e adorabile in quel momento, così imbranato e tenero con quell'espressione perplessa in faccia. Un colpo di tosse lo portò a mettere una mano davanti al volto e voltarsi dall'altra parte, per non tossirgli in faccia. Qualcosa di azzurro cadde a terra, lo vide con la coda dell'occhio, ma non ci fece caso.
"Pensate di uscire dal bagno prima o poi? Ci siamo anche noi e vi state ammalando, non ho intenzione di farvi da balia."

Nell'esatto momento in cui Prompto tossì, il mondo si chiuse intorno a Noctis. Non importava se era rovinosamente caduto sui panni sporchi, che ne avesse qualcuno addosso o sui capelli, non importava quel bruciore in petto che l'aveva preso un attimo in contropiede. Si alzò di scatto, la stanza gli vorticò per un attimo intorno, ma non se ne curò. Si fece dietro Prompto e gli mise le mani sulle spalle, come a volerlo sorreggere. Si affacciò appena sulla spalla destra per poterlo guardare in viso, trovando però ancora la mano a coprire la bocca in una presa talmente ferrea, che le punte delle dita quasi sbiancavano. "Ehi, Prompto... Che succede?"
Da quando era così apertamente premuroso? Solitamente avrebbe fatto una battuta tipo "non sai neanche ridere senza affogarti!", ma ora... C'era qualcosa di diverso. Lo sapeva, se lo sentiva, ma non aveva capito cosa.
Accompagnò il ragazzo fuori, senza attendere risposta, passando tra Ignis e Gladio dando al primo un'occhiata preoccupata, ricevendone in cambio una imperturbabile. Perché era sempre così, con Ignis? Non poteva cambiare l'espressione, anche per un solo istante, per fargli capire che non c'era nulla di cui preoccuparsi?
Preoccuparsi di cosa, poi? Era un semplice colpo di tosse, magari si stava raffreddando.
Sospirò internamente: avrebbe capito da solo quello che stava accadendo.

Hanahaki desease ( Promptis - FFXV) Waar verhalen tot leven komen. Ontdek het nu