Tutto divenne oscuro

4.5K 226 11
                                    

[Instagram: @scordarmichiero_ff]

"Siete sicuri che siete invitati? Il vostro nome non compare..."

Mio cugino alzò gli occhi al cielo. Sarebbe mai riuscito a convincere quel buttafuori? "Siamo Guè Pequeno e Fedez, i cantanti! Non ci riconosce per caso?" Rispose per l'ennesima volta esasperato.

"Questo l'ho capito, lei invece?" Chiese poi d'un tratto il gigantesco uomo di fronte a noi alludendo a me che ero seduta da un bel po' sulla cornice del locale. "Chi è? Un'altra cantante?"

Guè mi guardò come per cercare una risposta. "Lei..."

"Lei è la mia ragazza."

Mi voltai subito verso Fedez con gli occhi spalancati, lui invece per fare più scena mi strinse a sè e sorrise fintamente.

"Sentite, non m'interessa chi siete, ma state facendo una fila enorme. Andatevene per favore."

Sbuffai rumorosamente spazientita e mi alzai dal freddissimo posto su cui ero seduta camminando minacciosamente verso quel buttafuori rompipalle. "Senti coso, io mi sono congelata il culo a stare seduta per ben 5 lunghissimi minuti ad aspettare te che ti facevi un sacco di fottuti problemi solo perché dei nomi non sono scritti su una cazzo di inutile lista. Puoi chiamare la polizia, i vigili del fuoco, papa Francesco, l'FBI... tutto quel cazzo che vuoi, non ce ne frega una beata minchia! È Natale!" Sputai tutto d'un fiato lasciandolo immobile. "Con permesso!" Passai oltre seguita da Guè e Fede e finalmente entrammo.

"Avremmo dovuto lasciar parlare Erika sin dall'inizio." Sentii dire da Guè.

La musica iniziò a farsi spazio all'interno dell'edificio con volume assordante, le 'ballerine porno', come le chiamo io, avevano già iniziato a cavalcare i lunghi pali volteggiando e strusciandosi contro, mezze nude. Era uno spettacolo orrendo che però riusciva a intrattenere un sacco di uomini e ragazzi senza cervello.

Come al mio solito andai a sedermi al bancone pretendendo di bere roba forte, Federico mi affiancò e ordinò lui da bere.

Ne aproffittai per il fatto che Guè era andato a rimorchiare, di chiedere a Fede ciò che aveva provato a dirmi oggi. "Allora? Perchè sarebbe colpa tua?"

Lui sorrise e fece finta di non capire, il barista portò i bicchieri e lui prese il suo iniziando a bere.

"Perchè dovrebbe essere colpa tua e non di Emiliano?" Ripetei urlando, mi fece uno strano effetto dire il suo nome.

Lui mi rispose con un "Bevi, è buono", sviando il discorso.

Feci come mi disse senza pensare troppo alle altre cose; riuscii a mandare giù un paio di bicchieri finchè non sentii il mio stomaco bruciare. Ci appoggiai una mano sopra e mi alzai da lì allontanandomi il più possibile da tutti per vomitare in pace. Mi appoggiai allo stipite della porta sul retro e iniziai a tossire continuando a tenere la mano sullo stomaco.

Mi piegai, ma non buttai niente anzi la tosse iniziava a diventare insopportabile e dolorosa. Mi bruciava la gola e lo stomaco, sentivo la testa pulsare e girarmi; non ero ubriaca, riuscivo ad avere il controllo sulla mia mente, questo non mi era mai capitato.

Ad un tratto tutto cessò finalmente, il bruciore si sentiva di meno e la tosse sparì. Mi rialzai e mi aggiustai il vestito tornando al bancone dove attimi prima stavo chiacchierando con Federico. "Tutto bene? Sei pallida."

"Sì sì, sto bene." Gli sorrisi fintamente, per poi abbassare il capo e guardare altrove.

"Andiamo a ballare?" Domandò.

La mia voglia di ballare era pari a zero, l'unica cosa che volevo era starmene a bere e ubriacarmi almeno per una notte. "Non mi va molto..."

"Dai!" Il dolce Federico dov'era finito? Sbuffai e svogliata lo seguii mentre mi tirava per la mano.

Quando fummo in mezzo alla pista lui mi mise le mani sui fianchi e iniziò a muoversi attaccato a me, non me ne andava di ballare e sprecare energie inutilmente, però giusto per non restare immobile dondolai un po' le gambe accompagnata da ritmo di "Animal" di Martin Garrix.

La versione di questo Federico era insopportabile, quasi lo odiavo. Era cambiato così tanto in due anni? Forse non avendo più Giulia al suo fianco si è sentito inutile.

Ora le gambe stavano per cedere, non stavo facendo un cazzo e già non reggevano più, la testa poi tornò a girarmi e pulsarmi violentemente. "Scusami un secondo..." Mi allontanai da Fede e tornai alla porta sul retro per riprendere aria.

Cominciai a tossire nuovamente e stavolta diventò ancora più doloroso. Mi piegai per tossire meglio e sperando che se ne rivada via, invece durò più di prima. Tossii e tossii finchè non cominciai a sputare sangue, gli schizzi sul pavimento erano abbastanza visibili.

Mi spaventai tantissimo.

Tolsi i tacchi e mi voltai provando con tutte le mie forze di chiamare Fede sperando che mi veda o che mi senta. Camminai lentamente verso quell'ammasso di gente. "Fede!" Urlai, ma la voce non mi uscì. Sembrava di stare in quei sogni dove tenti di urlare e non ti esce la voce.

Cominciai a vedere doppio finchè poi, presa dalla disperazione, le lacrime mi bagnarono gli occhi. Strinsi i denti e feci l'ultimo passo, l'ultimo perché poi caddi a terra ancora cosciente, ma priva di forze.

Non sentivo più nulla, il sangue mi usciva dalla bocca come se fosse un fiume e poi finalmente qualcuno venne in mio soccorso. Questo provò a darmi dei leggeri schiaffi sulle guance, non conoscevo il suo volto, ma lo avrei dovuto ringraziare così provai a sorridergli, ma poi d'un tratto tutto divenne oscuro.

Gli stessi di sempre (Sequel of Scordarmi chi ero) Emis Killa/Fedez fanfictionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora