Allontanati da me!

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[Instagram: @scordarmichiero_ff]

Erano passate ore o forse giorni, settimane, mesi o addirittura anni, non so dire quanto tempo era passato precisamente prima che mi risvegliassi, ma so di aver dormito molto.

Quando aprii gli occhi sentii le pesanti palpebre che volevano richiudersi a causa della forte illuminazione al mio fianco: l'orribile luce mattutina.

Provai a voltarmi dal lato opposto, ma qualcosa sul braccio me lo impedì, quando lo guardai trovai l'ago di una flebo infilato. Incuriosita mi guardai un po' intorno finchè non mi resi conto che ero in un ospedale.
Ma seriamente?

Sbuffai girando la testa di lato e lì accanto ci trovai dei tasti, quello rosso attirò la mia attenzione.

Senza proccuparmene troppo iniziai a schiacciare quel tasto svariate volte, finchè poi un'infermiera entrò di fretta nella stanza. "Cosa sucede qua?" La bionda mi venne accanto. "Sta ancora male tesoro?" Intuii che fosse straniera, forse polacca o tedesca.

"No, ma vorrei sapere se c'è qualcuno fuori che mi vorrebbe far visita... sa, mi sto annoiando." Spiegai sorridente.

Lei tirò un sospiro di sollievo. "Sì, ci è il ragazo che ti ha salvata, tuo cugino è appena andato via per lavoro."
Quello che mi aveva salvata? Mi sarebbe davvero piaciuto conoscerlo. "Ok, faccia entrare quel ragazzo."

L'infermiera sorrise e uscì dalla stanza chiudendo attentamente la porta alle spalle.

La mia mente iniziò a vagare sull'accaduto di ore o giorni prima. Cosa mi era successo? Perchè avevo iniziato a tossire sangue e per quale motivo mi sono sentita cedere? Avrei volute le risposte e le avrei ottenute tra non molto.

Alzai le lenzuola bianchissime quasi intufolandoci la testa dentro e mi resi conto che mi avevano cambiato i vestiti, anzi non avevo proprio un cazzo addosso apparte questa sottospecie di vestitino bianco con puntini blu. Che imbarazzo! Spero vivamente sia stata una donna a farlo.

Tentai di aggiustarlo un po', ma quando sentii la porta aprirsi tirai subito fuori la testa sorridente.

Quel sorriso scomparve all'istante quando incrociai gli occhi di Emis, anzi quel sorriso si trasformò in poco tempo in lacrime.

Mi misi le mani davanti alla faccia: i ricordi erano tornati ad assillarmi.

"Vorrei solo scordarmi chi ero con te, Erika."

I singhiozzi cominciarono a uscire, mentre sentii i suoi veloci passi avvicinarsi a me. "Ehi, Erika..." Si sedette sul letto, poi mi prese una mano e la strinse. "Pensavo non saresti più tornata." Sorrise.
Come poteva essere così tranquillo? Come poteva far finta di niente?

"Allontanati da me!" Gridai allontanando la mia mano dalla sua.

Non parlò.

"Potevi anche risparmiarti le fatiche, preferivo morire su quel locale piuttosto che essere salvata da te!"

Alzò la testa e chiuse gli occhi. "Non sono mica stato io a salvarti." Disse, io mi asciugai gli occhi. "È stato mio fratello."

Stavolta fui io a non parlare.

"Sai? Speravo che ti saresti svegliata e avresti sorriso nel vedermi, ora ho capito di essermi fatto troppe fantasie." Si alzò dal letto. "Hai metà ragione però, potevo risparmiarmi le fatiche e non salire su un aereo il più in fretta possibile per venire a trovarti appena ho saputo di te." Si allontanò arrabbiato e uscì sbattendo la porta, come potevo biasimarlo?

Ecco che con lui torno la cretina di sempre, un applauso a me.

Gli stessi di sempre (Sequel of Scordarmi chi ero) Emis Killa/Fedez fanfictionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora