17. Il tempo non cambia ogni cosa

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                                                                  Parigi, sette anni dopo

Louis rialzò il bavero del cappotto e si calò maggiormente il cappello sulla testa, con l'intenzione di non farsi riconoscere, precauzione comunque forse eccessiva, data la zona abbastanza malfamata in cui si trovava.

Si accese una sigaretta e si avviò lungo la strada dove l'aveva lasciato la carrozza, guardandosi intorno attentamente.

Parecchie donne di ogni età, razza e tipo di bellezza stazionavano fuori da equivoci bordelli di infimo ordine, ma Louis non cercava loro, Louis cercava un piacere proibito, che si concedeva solo ogni tanto.

Arrivò in fondo alla via e svoltò a sinistra, in una zona ancora più buia e malfamata, dove a prostituirsi erano i ragazzi, i maschi.

Louis osservò attentamente i giovani che aspettavano i clienti attaccati ai muri e cercò di individuare qualcuno che corrispondesse ai suoi desideri.

Lo voleva biondo, possibilmente, esile, con i capelli lisci e gli occhi scuri, nulla che gli ricordasse lontanamente un ragazzo che, anni prima, gli aveva fatto perdere la testa per i suoi ricci e i suoi occhi verdi.

Dopo una decina di minuti, trovò l'oggetto delle sue ricerche in un ragazzo biondiccio, abbastanza ben vestito e dall'aria sana.

Louis gli si avvicinò, lo guardò, ma si allontanò subito, perché aveva notato sul suo viso i segni della sifilide.

Le piccole ulcere, infatti, che aveva agli angoli della bocca, erano un chiaro segno della malattia.

Si allontanò quindi in fretta, si strinse nel cappotto e proseguì addentrandosi ancora di più nel vicolo.

Il buio si faceva via via più fitto e si riusciva a distinguere la fisionomia delle persone solo dai fuochi accesi dalle prostitute per scaldarsi.

Più andava avanti più sentiva colpi di tosse e respiri pesanti e Louis si rese conto che i ragazzi che incrociava dovevano essere tutti più o meno malati, di malattie più o meno gravi.

Ad un certo punto si fermò e decise di ritornare a casa, perché, sebbene sentisse dentro di sè il fuoco del desiderio di un incontro proibito, non poteva rischiare di contrarre una malattia per un capriccio.

Si voltò, quindi e ritornò sui suoi passi, camminando in fretta e a testa bassa, per guadagnare l'uscita da quell'inferno.

Ad un certo punto, però, inciampò su un mucchio di stracci rischiando di cadere, si mantenne in piedi a fatica e, con rabbia, diede un calcio all'oggetto, che emise un gemito, facendolo rabbrividire.

Louis lo rigirò con un piede e si trovò di fronte quello che restava del ragazzo che non aveva mai abbandonato la sua mente.

Colazione sull'erbaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora