"Maledetta Sveglia!" pt.2

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Il primo giorno era arrivato, la grande catapecchia che tutti chiamavano scuola si estendeva davanti ai miei occhi (aveva un nonsochè di cupo).

La giornata era bella però, il sole splendeva anche dove non batteva mai (no dai, sto scherzando, erano tutti vestiti).

E mentre mi avviavo tra la folla in compagnia delle mie amichette, lo vidi: indossava un chiodo vecchio si e e no vent'anni e un paio di occhiali da sole alla Elvis Presley, era lui, Erri Stails, me lo sentivo dentro.

«Perché non ti avvicini?» mi  disse Summer

«E che dovrei dirgli?»

«Non lo so, magari che è carino!»

Non capivo perché Summer continuasse a insistere, io continuavo a pensare che Erri Stails era un vero e proprio nome di merda.

«No, non voglio farlo»

Destiny si intrufolò nel discorso.

«Bene, allora lo faccio io»

Sculettando come se fosse Miss Mondo Destiny si avviò nella direzione di Stails, intenta a farsi un'altra delle sue solite scopate.

Era sempre la solita, pensava soltanto al sesso, anche il primo giorno del nostro ultimo anno.

Sì scambiarono quattro chiacchiere, ridevano entrambi, come due Bonobo prima del rapporto sessuale, odiavo quando Destiny faceva così.

Summer stava con me, mi parlava del nuovo nomignolo che le avevano dato ma a me, ovviamente, non fregava nulla. Non vedevo l'ora che quella maledetta campanella cominciasse a suonare, non ebbi nemmeno il tempo di proferire parole che la campanella mi anticipò.

Driiin Driiin

Il suono assomigliava tantissimo a quello della mia maledetta sveglia, sì, quella rompi-cazzo.

Io e Summer entrammo, mentre Destiny era ancora impegnata con mister me-le-faccio-tutte.

Quel tipo mi dava in nervoso, non sapevo perché, era una sensazione a pelle, capii che non avrei mai avuto confidenza con lui, era quello nuovo, quello pieno di ragazze, ed era soltanto il suo primo anno nel mio liceo.

Mi avviai per i lunghi marciapiedi alla ricerca del mio armadietto. Lo avevano cambiato di posto, adesso era il numero 666.

Che numero di merda, pensai.

Salutai Summer e, a testa bassa, mi diressi verso l'armadietto.

Durante il tragitto non feci altro se non pensare al comportamento di merda di Destiny, lasciare le sue due migliori amiche per un coglione appena conosciuto.

I miei pensieri furono interrotti da qualcuno, che mi strattono con la spalla e fece cadere tutti i miei libri.

«Oh scusa» disse la voce. Era un maschio.

Alzai lo sguardo e lo vidi dinanzi a me, era Erri Stails, quello di cui parlava tutta la scuola.

«Ti dò una mano?»

«Ehm...» dissi impacciata «...non c'è bisogno, faccio tutto io»

«Fai fare a me, altrimenti che gentiluomo sarei?»

GENTILUOMO? MA CHI TI CREDI DI ESSERE?

Lo pensai ma non lo dissi, ero troppo timida e sfigata per proferire parola.

Decisi di farmi aiutare e a un certo punto il mio sguardo scontrò quegli occhi magnetici color aurora boreale.

«Come ti chiami?» chiese Stails

«Ehm...» risposi titubante «Mi chiamo Hopita Gerarda De La Guiliera Smith, ma per tutti sono Hope»

«Oh, che nome!» disse ridendo «I tuoi genitori hanno deciso di fare concorrenza a Picasso?»

Il coglione era pure simpatico.

Ma nonostante ciò, continuava a starmi sulle ovaie.

«Già... I miei hanno una fantasia» dissi mostrando il sorriso più falso mai fatto

«Senti, ti va di prendere qualcosa dopo scuola, non so, un milkshake?»

Un milkshake? pensai A me il milkshake fa fare tanta diarrea.

Ma in quel momento l'unica cosa che seppi dire fu: «Sì, perché no?»

«Va bene. Allora facciamo alle quattro davanti la scuola»

Cazzo. Il coglione mi aveva invitato ad un appuntamento, IL MIO PRIMO APPUNTAMENTO.

«Allora ci si vede dopo Gerar...Ehm..Hope»

Lo stronzetto aveva dimenticato persino il mio nome.

«Certo» dissi continuando a mostrare il mio falso sorriso.

Erri Stails mi aveva invitato ad un'appuntamento, ed io non ero pronta.

Pensai che perdere la verginità sarebbe stato fantastico, ma allo stesso tempo ero intimorita. E se in realtà voleva soltanto giocare con i miei sentimenti?

Trattenni il respiro e, pensando a quella maledetta sveglia rompi-cazzo, andai a lezione.

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Cinquanta Sfumature di Hope (IN CORSO) Where stories live. Discover now