"Le Regole Del Gioco" pt. 2

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Ciao Hopers! Rieccoci dopo mesi con un nuovo e divertentissimo capitolo, mi scuso per l'assenza e vi sono vicino anche in questo periodo di quarantena, nel frattempo posso dirvi che Hopita Gerarda vi farà compagnia tutta l'estate con una serie di avventure piene di TRASH.
Mi raccomando, tenetevi pronti, si ricomincia!

P.S. SIII! VI HO PRESI DI NUOVO PER IL C**O! AGGIORNAMENTO IN ANTICIPO. ❤️

Avete presente i pesci tropicali, quelli grossi grossi?
Ecco in quel momento era come ne avessi cento di loro davanti a me.
Uniti, ovviamente.
(Stails non aveva più membri tranquilli)

Era totalmente diverso da come me lo aspettavo. Magari per questa volta evito la descrizione, forse quello non era uno dei suoi giorni migliori.

Poi ripeto, fare sesso con Stails era un po' come riperdere la verginità. Non riuscivo ad odiare quel pezzo di... Ragazzo dai capelli color cacca, nonostante sapessi che in passato mi aveva fatto del male.

Accarezzai la mia guancia, ancora rossa per lo schiaffo del membro di Stails (eh già, sembrava elastico quel coso)

Mi trovavo ancora li, ammutolita ai suoi piedi, con lo sguardo diretto alle sue palle.. Ehm... Degli occhi.

"Che c'è Hopita? Vuoi ritirarti" tuonò Stails dalla maestosità dei suoi tanga tigrati

"No Erri è che non so se..."

"Mi devi chiamare Mr. Stails" mi interruppe lui "o se vuoi anche paparino cioccolatoso"

Paparino cioccolatoso? Tu stai male.

Ma come sempre lo pensai solamente e stesi zitta. Ormai avevo accettato quello stupido contratto e quelle regole senza senso, quel gioco cominciava a non piacermi più.

Tutto riportava sempre alla domanda iniziale... Ma chi cazzo me lo aveva fatto fare?

Ecco, era colpa del cazzo.

Quel cazzo che per anni avevo tanto bramato e che adesso si estendeva maestoso ai miei occhi. Una parte di me non si sentiva pronta, se hai davanti del vino di 100 anni te lo godi sorso dopo sorso, ecco, era lo stesso ragionamento che volevo usare con Stails.

Farlo divertire, ma non troppo.

Sarei stata l'oggetto del suo desiderio per un bel po' di tempo.

Cominciai dalla punta, piano piano.

Poi salii ancora più su e strinsi forte.

"Brava, ottimo nodo!" disse Mr. Stails

Ah, che sbadata, mi sono dimenticata di dire che il signorino mi aveva chiesto di allacciargli che scarpe.

(non vogliatemi male)

La verità è che scopare con Stails mi eccitava ma allo stesso tempo mi faceva schifo, un po' come le frittelle di mia nonna, avevano il sapore di pollo arrosto andato a fuoco ma avevano un aspetto magnifico.

(Con questa descrizione fatevi un po' un'idea sul membro di Stails)

"Non posso Mr. Stails" sussurai impaurita

"Devi farlo Hopita" disse accarezzandomi i capelli

Afferrai la sua gamba  e la strinsi più forte che potevo, così forte che quasi quasi si vedevano tutte le vene. Sto parlando della vera gamba, non della terza, ovviamente.

Si dimenò dal dolore e mi strattonò, facendomi rotolare all'indietro.

"Non è così che funziona, Gerarda" prese parola Mr. Stails "Tu ora sei mia, conosci la mia stanza dei giochi, sai tutto di me, non posso lasciarti andare"

È chi se le svordava quelle My little Pony.

Presa dalla paura e dalla voglia di fare la pipì, Afferrai la mia valigetta da giornalaia frastornata e mi diressi correndo alla porta, chiudendola di colpo.

Non era così che immaginavo Los Angeles, non era così che immaginavo la mia vita, da piccola avrei tanto voluto fare la cubista ma mamma diceva che era un lavoro da puttane.

Mamma, vedi che fare la giornalista di riviste di gossip non è tanto diverso!

In quel momento ero in preda al panico, ero nelle mani di un ricco imprenditore che vendeva cartaigenica, la mia vita era una merda.

Uscita dall'ufficio, superata quella troia della segretaria, presi l'ascensore e mi guardai allo specchio.

Avevo il trucco colato e la faccia triste.

Non era così che mi sarei immaginata di uscire da quel ufficio.

Avrei dovuto avere una patata più aperta di una salacinesca.

È invece ero li, in quello stupido ascensore, a rimpiangere di non aver fatto quello che più desideravo. Ero diventata la beniamina di Stails e non gli avevo dato importanza, era la mia occasione di successo, e invece, sul cesso, ci stavo io.

Decisi di non ripensare più alla minchiata che avevo fatto... Non faceva altro che farmi stare male e poi  ancora dovevo fare la pipì...non potevo permetterlo.

Una sola cosa era ormai certa: avevo bisogno di sfogare la mia rabbia repressa da anni di abbandono e isolamento.

È chi meglio della foresta rossa sennò?

Digitai velocemente il numero di Summer nella tastiera del mio cellulare, lei era sempre stata un'ottima consigliera.

"Puttanellaaaaa" tuonò Summer

"Ehi Sum, come stai?" chiesi io

"Beh, mi aspettavo almeno un ciao troiona da parte tua Hope, le basi dai"

"Okay... Ciao Troiona!" dissi cercando di essere più convincente possibile, Summer era difficile da prendere in giro, tranne quando nominavi la sua vagina, quello era il suo punto debole.

"Perfetto, qual è il problema? Sei ancora vergine?"

"No macché, mi scopavo il mio vecchio capo, lo sai"

"Vuoi perdere la VERA verginità eh? Come si chiama?"

"Mr.Stails" risposi, nascondendo l'imbarazzo.

Ci fu un attimo di tremendo silenzio.

"WUOTAFACCC! Erri Stails? Tu si che sei una vera puttanella amica mia"  riprese la parola Summer "Avete già scopato?"

"Ehm.. In realtà no, sono scappato via"

"NON PARLARMI FINO A QUANDO NON TE LO SCOPI!" sbottò Summer chiudendomi la chiamata in faccia.

Ripensai alle parole di Summer durante il tragitto in ascensore.

(Cazzo, ma quanto era alto quel palazzo?)

Forse aveva ragione, l'unico modo per potermi riprendere era scoparmi Stails, riscattare il mio essere puttanella, ma cosa era che mi impediva di farlo con lui?

Il tanga trigrato?

Il membro estremamente grosso?

Ci pensai attentamente e poi arrivai alla soluzione. Il problema non ero io e non lo era nemmeno Stails, il problema erano quelle stupide regole, quelle ci bloccavano o, per meglio dire, mi bloccavano.

Pensai che la cosa più giusta fosse sbarazzarsi di quelle stupide regole.

Io e Stails avremmo finalmente scopato.

Senza regole.

Eccocci alla fine di questo capitolo, ci vediamo presto con il prossimo!
Ps. Se vi va seguitemi su insta @michiamanochris

Cinquanta Sfumature di Hope (IN CORSO) Where stories live. Discover now