27. Calde Bollicine

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Emma aveva il volto a dir poco scombussolato. Però non sembrava arrabbiata del fatto che io e Chloe fossimo furtivamente entrate nella sua umile cameretta di Hello Kitty, c'era qualcos'altro dietro. Deglutì a fatica e, quando la guardai con aria interrogativa, vidi i suoi occhi da impauriti diventare arroganti come al solito.

<<Ripeto, cosa ci fate in camera mia?>> sbottò lei con le braccia incrociate al petto.

Tirai su le mani in segno di resa: <<Chloe non stava molto bene, aveva bisogno di sedersi quindi puoi fare meno la stronzetta e farci passare>>.

Fece una smorfia poi, alla fine, abbassò stranamente lo sguardo: <<andate di sotto, tra poco ci sarà il tuffo in piscina seguito dal mio gioco preferito>> disse con la sua solita aria da smorfiosetta: <<Chloe, tutto bene tu?>> chiese poi fingendo preoccupazione.

<<Alla grande Emma>> rispose per poi superarla ed uscire dalla stanza.

<<Hai visto che faccia aveva quando è entrata?>> feci a Chloe mentre percorrevamo il lungo corridoio. Realmente non mi tornava il suo comportamento, aveva qualcosa di strano.

<<Sì, era... era come se volesse entrare per rompere qualcosa e invece ha trovato noi>>

<<Chissà come mai aveva quella faccia da...>>

<<Morto?>>

<<Esat->> fui interrotta da un grido isterico. Proveniva esattamente dalla camera di Emma. Si capiva che non era un grido di dolore o di paura ma un semplice sfogo come solo lei poteva fare. Aveva una voce così tanto acuta che si sentiva nonostante la musica fosse alta e la porta chiusa.

Io e Chloe ci guardammo per poi scoppiare a ridere: <<qualcuno deve aver fatto arrabbiare la reginetta isterica>> esclamò Chloe scendendo le scale quasi di corsa.

Mi bloccai di colpo sull'ultimo gradino.

<<Lily, che hai?>>

Qualcuno?

Noah

Non era stato affatto complicato attuare il mio piano. Kevin, come previsto, allontanò Emma per qualche minuto. Uscirono fuori in giardino, nella parte davanti casa e non dove c'era la piscina. Quando glielo disse come risposta ricevette una fulminata di sguardo ma alla fine accettò, roteando, come al solito, gli occhi. Non poteva sapere però che dalla parte opposta alla finestra c'ero proprio io a sbirciarli e a sentire tutto.

<<Che vuoi, castoro?>> chiese incrociando le braccia al petto.

Lui, imbarazzato, si grattò dietro la testa e la faccia schifata della ragazza mi fece capire che in mezzo a quei folti ricci si nascondeva, probabilmente, della forfora. Feci una smorfia disgustata rimanendo sempre sull'attenti.

<<Emma sai... tu mi inviti sempre alle tue feste e mi chiedevo se ti andasse di...>>

<<Alt!>> esclamò portando una mano davanti a lui: <<sai benissimo perchè ti invito Kevin castoro. Solo ed esclusivamente perchè i nostri genitori sono molto amici e non perchè mi faccia piacere averti tra i piedi. Se non ti invito i miei genitori non mi fanno fare le feste, e tu lo sai bene perchè ne approfitti sempre>>

𝒀𝒐𝒖𝒓 𝑩𝒊𝒈𝒈𝒆𝒔𝒕 𝑭𝒂𝒏 • ⁿᵒᵃʰ ᶜᵉⁿᵗⁱⁿᵉᵒ •Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora