20. Avere paura

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Artemisia era ricoverata nell'ospedale della città. Le sue condizioni erano stabili, ma nessuno poteva sapere con certezza ciò che sarebbe successo al suo risveglio. Il dottor Burner, un mannaro sotto copertura se così poteva essere definito, aveva fatto tutto il possibile per stabilizzare le condizioni della Luna del branco, costringendola ad uno stato di coma. Con un polmone collassato, due costole incrinate e un ematoma di dimensioni considerevoli nella schiena, la sua salute era stata ampiamente compromessa. Il bambino fortunatamente stava bene, non aveva subito ripercussioni di alcun tipo e questa era l'unica vera buona notizia. Al suo capezzale vi era sempre e costantemente Boris, il suo compagno. Solo una volta erano venuti anche Hrah e Robert, volevano assicurarsi in un qualche modo che quella ragazzina tanto solare e coraggiosa stesse più o meno bene. Amelia, la madre di Boris, invece era quasi ogni giorno insieme al figlio in ospedale. Boris non era più lui. Dopo lo scontro violento avvenuto con Viktor, l'anima dell'Alpha del ghiaccio aveva assunto nuovamente quella ormai conosciuta tonalità oscura. Amelia era molto preoccupata per la salute mentale di Boris e così lo era anche tutto il branco. Sergei era rimasto, sotto ordine dell'Alfa, alla tenuta a controllare e a dirigere ogni cosa. Un branco ha sempre bisogno di una guida e in quel momento, Boris non poteva essere ciò di cui il branco aveva bisogno.

Boris aveva ucciso Viktor e lo aveva fatto lentamente. Si era goduto ogni singolo istante in cui privava l'anima di quel dannato essere della vita. Non sapeva neanche lui come accidenti aveva fatto, sia perché Viktor era una delle creature più antiche e potenti di tutto il mondo sovrannaturale, sia perché non era da lui uccidere in quel modo. Non aveva mai avuto così tanto bisogno di uccidere qualcuno. Quel qualcuno che gli avrebbe potuto togliere la sua ragione di vita. Evidentemente però il potere di Viktor non era più così forte come un tempo. La bestia di Boris aveva preso il comando e la ragione appartenente all'uomo era rimasta, come una spettatrice, in un angolo isolato della mente. Boris era riuscito a sconfiggere Viktor perché il suo lupo aveva avuto il totale controllo.
«Dovresti riposare.» Amelia entrò nella stanza privata che Boris aveva affittato in ospedale per Artemisia.
«Riposerò quando lei si sarà svegliata.» Era appoggiato al letto, aveva delle occhiaie così nere sotto agli occhi, da sembrare truccato.
«Lo so che stai soffrendo, non posso neanche immaginare quanto, ma anche il tuo branco ha bisogno di te. In più credo che una doccia non ti farebbe affatto male!» Come ogni madre, Amelia cerco sia di rassicurare che di sdrammatizzare suo figlio. La situazione non era affatto facile da affrontare. Artemisia era in coma farmacologico e Boris lì, a controllare ogni cosa ad ogni secondo, non serviva a niente e a nessuno. Amelia lo sapeva bene che lui voleva rimanere accanto a lei perché si sentiva tremendamente in colpa. Aveva paura che lei si svegliasse, proprio quando lui non era accanto a lei.
«Puzzo così tanto?» Chiese con un accenno di sorriso, alzando un sopracciglio. Era da qualche giorno che non tornava alla tenuta e sicuramente il suo aspetto non era dei migliori, ma non pensava di essere arrivato a puzzare anche così tanto.
«La doccia non è solo per l'odore figlio mio. Tu sei l'alpha del ghiaccio e del vento, credo proprio che un legame sovrannaturale con l'acqua tu ce lo abbia.» Talvolta basta una frase detta dalla persona giusta, nel momento giusto, a fare la differenza. Proprio come in quel momento. Boris strizzò gli occhi e si passò una mano sul volto stanco. Non si ricordava più da quanto tempo era che non dormiva.
«Va bene. Ci vediamo tra due ore. Per qualsiasi cosa, davvero qualsiasi cosa mamma, chiamami.» Con un bacio sulla fronte e un broncio degno di un vero alfa, Boris uscì dall'ospedale. Amelia sorrise. Era da quando aveva dieci anni che non lo chiamava mamma, ma solo madre. Forse sua madre aveva ragione, una doccia era proprio quello che faceva al caso suo.

•••

«Farete quello che vi ho chiesto di fare, perché è quello che Boris vorrebbe!» La voce del secondo in comando era facilmente udibile già a chilometri di distanza dalla villa. Evidentemente la situazione nella tenuta era piuttosto tesa. Quando Boris fece il suo ingresso nel suo studio e gli occhi del secondo furono su di lui, gli sembrò di sentire Sergei tirare un sospiro di sollievo. Per il Beta infatti erano stati sei giorni veramente impegnativi. Da sei giorni l'Alpha non c'era e ogni singolo membro del branco ne aveva approfittato per distruggere il poco autocontrollo che era rimasto a Sergei.
«Finalmente! Non lasciarmi mai più, dico mai più il comando. Non so come diavolo tu faccia a fare il capo branco, ma io non ne voglio mai più sapere niente di... di tutto questo!» Sergei aveva gli occhi fuori dalle orbite e alcune goccioline di sudore gli rugavano la fronte. Era veramente KO. Boris era veramente una creatura sovrannaturale se riusciva a fare tutto quello che faceva senza impazzire.
«Ciao Sergei. Ti sono mancato?» Boris era sereno. Gli era mancata la tenuta. Amava oltre ogni limite Artemisia, ma amava anche ciò che rappresentava per lui il suo branco.
«Fottiti! Io non ne posso più. Me ne vado!» A livello di stress, Sergei pareva aver fatto il pieno. Sei giorni. Per sei giorni aveva svolto il ruolo di un Alpha ed era andato fuori di testa.
«Non dureresti molto sai come capo branco.» Borbottò sorridenti Boris, prima di rivolgere il suo sguardo al resto dei presenti nel suo studio. C'era chi lo fissava allibito, chi con sguardo truce e chi con ammirazione.
«Buongiorno signori, come posso aiutarvi?» Boris sorrise appena e si andò ad accomodare dietro la sua scrivania. Certe incombenze non gli erano mancate più di tanto, ad essere sinceri. Fu così che le due ore in cui Boris doveva rimanere alla tenuta divennero molte di più. Amelia nel frattempo era stata avvisata da un Sergei molto agitato che, finalmente, l'alta era tornato al suo ruolo e, di conseguenza, stava cercando di sistemare gli intoppi che si erano creati durante la sua assenza.

XA - Progetto AlphaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora