Capitolo 18

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L'acqua calda percorreva il mio corpo facendomi arossare la pelle.

Poggiai una mano sulle mattonelle della doccia, abbassai la testa e feci un respiro profondo.

La sera prima Ethan mi aveva accompagnata in stanza dicendomi che sarebbe partito il giorno dopo per il Ringraziamento, tornava dalla sua famiglia, io invece l'unica famiglia che possedevo era me stessa.

Non avevamo più parlato del bacio o di cosa significasse e forse era meglio così, per quanto quel momento fosse stato perfetto sapevo che non era la cosa giusta, la verità era un'altra, ad Aprile ci sarebbe stata la sentenza e io sarei dovuta andare via.

Mi voltai e poggiai la spalla contro le mattonelle, sistemai i capelli dietro le orecchie mentre il getto dell'acqua continuava a percorrermi, aprì gli occhi che fin'ora tenevo chiusi e mi decisi ad uscire.

Presi un jeans, una maglia e infilai una felpa con cappuccio.

Entrai in stanza, Jenna era già andata via.

Rachel e Melik mi avevo chiesto infinite volte se avessi bisogno di un passaggio per New York, ma avevo rifiutato ogni volta.

L'altro giorno mentre Rachel si stava provando i suoi smisurati abiti, io sgattoiolai fuori dal negozio diretta verso il bancomat più vicino scoprendo che la mia carta conteneva ben dieci mila dollari.

I miei genitori mi avevano rifornita in modo che non li dessi più fastidio!

In ogni caso con quella cifra potevo permettermi di tutto, perfino noleggiare un' auto.

Feci una ricerca su internet e trovai una concessionaria poco lontana che noleggiava auto.

Quella mattina sarei tornata a New York!

Non sapevo se fosse la scelta giusta, sapevo solo che volevo farlo.

Presi la tracolla che avevo preparato con la roba e me la misi in spalla, chiusi la porta alle mie spalle e uscì fuori dal dormitorio.

Per il  campus camminavano ancora vari ragazzi, alcuni stavano ancora sistemando la roba prima di partire, altri invece avevano preferito utilizzare questi tre giorni per ripassare o abitavano fin troppo lontano.

Chiusi la felpa e misi le mani in tasca .

Il freddo di Novembre iniziava a farsi sentire, presi un taxi diretta alla concessionaria.

Ero alla guida della mia Clio metallizzata, niente che desse nell'occhio.

Nessuno sapeva che sarei stata lì e ciò mi era di grande aiuto per affrontare quel momento.

Sentì un ronzio, il cellullare stava vibrando.

Mi si fermò il cuore quando lo presi dal cruscotto e lessi nascosto.

< pronto >

< verrai a New York? >

dovevo dirlo?! Non volevo che qualcuno lo sapesse, nessuno.

< forse faccio un salto >

< d'accordo >

< è li? il colpevole è lì? >

Strinsi gli occhi, avevo paura della risposta, ma dovevo concentrarmi sulla strada.

< si >

Feci uscire l'aria dalla bocca, potevo farcela, riuscivo a sopportarlo.

< ricordati il rosso >

< me ne ricordo, ora dimmi solo se è un uomo o una donna? >

Nessuna risposta, ancora una volta la telefonata era stata interrotta prima del dovuto.

Ero arrivata, non sapevo neanche dove fossi diretta, cercavo Savannah, il rosso conduceva a lei e per quello che mi avevano detto lei e Abigail dopo la morte di Melissa erano più unite del solito, come se nascondessero qualcosa e il mio intento era scoprire il loro segreto.

Passai davanti Central Park, mi ricordava i pomeriggi trascorsi con i miei amici dopo la scuola.

Questa città conteneva una parte della mia vita, la parte più bella.

Girai in lungo e in largo cercando di non passare difronte la casa dei miei.

Non sarei riusciuta a sopportarlo, c'era invece un posto dove valeva la pena di andare.

Parcheggiai l'auto sulla ghiaia.

Mi misi il capello della felpa in testa, le mani in tasca diretta verso l'entrata del cimitero.

Non sapevo neanche dove Melissa fosse sepellita, ma non avrei chiesto a nessuno, a costo di girarmi tutte le lapidi, ma l'avrei trovata!

Non mi ci volle molto per individuarla, la sua era una lapide bianca circondata dal verde e da fiori colorati.

Il valore dei soldi era presente anche qui!

Mi ci volle un po' prima di avere la forza di guardare la foto.

Era lei, era bella, sorrideva, era la Melissa che avevo imparato a conoscere in quegli anni.

Mi scappò un singhiozzo, ma non piansi.

< ciao Melissa > le dissi anche se ero consapevole che non mi avrebbe risposto, ma speravo che potesse ascoltarmi.

Mi assicurai che non ci fosse nessuno e proseguì.

< era da tanto che volevo venirti a trovare, scusa il mio ritardo ma ho avuto dei contrattempi > feci un respiro profondo per calmarmi.

< dei contrattempi che mi accusano della tua morte, ma tu sai che non sono stata io, io non l'avrei mai fatto, io ti volevo bene, io te ne voglio ancora, e a volte vorrei essere arrivata prima, forse avrei potuto impedire l'inevitabile >

strinsi più forte che potevo le maniche della felpa e decisi di sedermi sull'erba accanto a lei.

< ti ricordi quando durante gli allenamenti mi avevi detto che volevi andare via, volevi girare il mondo, che eri stanca di quella vita? Io ti avevo promesso che l'avremmo fatto insieme, saremmo andate per locali e avremmo festeggiato alla faccia dei nostri genitori, perché noi avevamo bisogno d'amore e quello non lo potevamo avere con i soldi > sentì le lacrime rotolarmi sul viso.

< io mantengo le promesse Melissa, io le mantengo e so che non accadrà ma io ci spero ancora, spero che un giorno mi svegli e tutto sia come prima, con te che mi rompi le scatole, con te e la tua assordante risata. Ho sempre odiato la tua risata così squillante, ma ora mi manca e vorrei tanto poterla ascoltare un'ultima volta. >

Le lacrime erano sempre di più, misi la testa fra le mani cercando di respingere un pianto che però non tardò ad arrivare.

< non doveva succedere, non è così che doveva andare la tua vita, avevi tante cose ancora da fare > strinsi forte le mani tra i capelli quasi volessi strapparli, ma dovevo calmarmi.

Alzai la testa.

< sai Melissa, ci accorgiamo del valore di ciò che ci sta intorno quando ormai non c'è piu. E io avrei tanto voluto dirti quanto ti volevo bene, ti avrei abbracciata forte quel giorno se avessi saputo che sarebbe stata l'ultima volta che ti avrei vista >

Sentì delle voci alle mie spalle, stava venendo della gente, dovevo andarmene.

Mi asciugai le lacrime e mi rivolsi ancora una volta alla foto di Melissa.

< mi spiace, e ricordati che non ti odio, non provo rancore per quello che hai cercato di farmi e ti prometto che scoprirò la verità. Il loro silenzio non può nascondere a lungo quel segreto >.

Secret Silence. ~ #Wattys2017Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora