Capitolo 11

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Le nostre labbra continuano a cercarsi e le sue mani sembrano bramare il mio corpo.

Le sento scorrere sui miei fianchi, sul collo, sul petto.

Quando peró sento una di esse avvicinarsi al cavallo dei miei pantaloni, é come se qualcuno mi desse una scossa elettrica che mi riporta alla realtá.

Che sto facendo?

Scanso il suo volto dal mio interrompendo il bacio, vorrei fermarlo e capire.

Immediatamente sento peró le sue labbra mancarmi.

Non volevo veramente scansarlo...

Sascha peró non si arrende e non potendo piú avventarsi sulle mie labbra, si sfoga iniziando a baciarmi il collo e mordendomi il lobo.

Il suo respiro caldo mi manda in tilt.

Mi rendo conto che effettivamente non mi importa granché di cosa stia succedendo, so solo che mi piace.

Quando la sua mano va a slacciare la mia cintura, sento i miei boxer diventare molto piú stretti di quanto giá non lo fossero diventati.

Sascha ha sicuramente notato il mio "apprezzamento" lì sotto.

Vorrei poter fare lo stesso e tento di raggiungere la sua cintura.

Quando peró la fibbia scatta aprendosi, questa volta sembra che sia stato lui a risvegliarsi e si allontana facendo un salto indietro.

Se la riallaccia, in preda a quello che mi sembra un attacco d'ansia.

Mi guarda spaesato sbattendo velocemente le palpebre come se non credesse a quanto successo.

Io gli restituisco lo stesso sguardo.

Ma che diavolo stavamo facendo?

Perché i nostri corpi sembravano cosí perfetti assieme?

Perché entrambi volevamo questo?

Non sono sciocco non mi é sfuggito che anche lui, o almeno una parte di lui, avesse apprezzato cosa stesse succedendo.

Cosa significa tutto questo?

Che forse io provi attrazione per gli uomini ormai mi sembra difficile negarlo.

Peró le cose non vanno come vorremmo.

Infatti siamo ancora all'interno di un diamine di ristorante e a non piú di 15 metri da qui c'é seduta al tavolo la sua cavolo di fidanzata.

Lui deve star pensando le mie stesse cose.

Si passa nervosamente una mano nei capelli.

《Cazzo》lo sento sussurrare mentre chiude gli occhi.

Respira a fondo e tenta di sistemarsi i vestiti stropicciati.

《Non so che diavolo fosse quello che é successo. Poco importa. Ma sia chiaro che oggi, qui, non é successo niente》dice quasi con risentimento e cattiveria nella voce.

Come se fosse una minaccia ció che ha detto, le mie parole di risposta mi si bloccano in gola.

Poi esce dal bagno di corsa, come vi era entrato.

Resto sbigottito, in piedi immobile, troppo sconvolto da quanto accaduto.

Da quando in qua é cosí lunatico?

I suoi cambi di personalitá mi faranno sclerare prima o poi.

Tento di sistemarmi sia la cintura che il resto dei vestiti prima di uscire.

Invece sull'espressione del mio viso non posso farci nulla, é afflitta, abbattuta, la luce del neon dello specchio forse mi fa sembrare anche malaticcio.

Le sue parole sembrano avermi accoltellato come fossero pugnali.

Probabilmente se non ci fosse l'adrenalina sprigionata dagli ormoni a tenermi su, sarei giá in ginocchio a piangere sul latte versato.

Ora sono piú che sicuro che le cose tra noi siano un enorme, grandissimo casino.

Cazzo peró...

lo vorrei ancora qui, vorrei di nuovo sentirlo addosso a me, risentire le sue labbra, ma no... lui é andato dalla sua amata.

Torno al tavolo dove eravamo tutti seduti, anche Giuse é tornato nel frattempo, per quanto mi costi farlo non degno Sascha di uno sguardo.

Nessuno sembra fare troppo caso a me quando mi siedo, in quanto tutti sono concentrati sul cibo appena portato.

Dopotutto non possono che essere passati piú di dieci minuti, che a me sono sembrati un eternitá, da quando ci siamo alzati.

Assaggio appena il cibo nel piatto.

Sono troppo scombussato per riuscire a non dare sospetti, agli altri, sul fatto che il mio morale sia calpestato.

Mi chiedo come faccia, invece, Sascha a sembrare cosí in pace con se stesso, quando non piú di un minuto fa era in preda al panico.

Poco dopo peró quando Sabrina si sporge sul tavolo per baciarlo, dentro di me qualcosa scatta e mi alzo di improvvisamente attirando lo sguardo di tutti su di me.

《Scusate non mi sento bene》borbotto cercando di trattenere la rabbia esplodermi dentro.

《...Credo che torneró a casa a riposare》Sussurro poi guardando altrove e lasciando sul tavolo dei soldi per pagare il mio cibo quasi intoccato.

《Aspetta ti accompagno, vengo con te》sento dire alle mie spalle mentre mi dirigo come una furia verso la porta.




| Does your smile lie? | ~ SaschefanoWhere stories live. Discover now