Capitolo 18

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Suona la sveglia di Surry con quell'infernale canzoncina che si ripete in loop dandomi alla testa, la stessa che fortunatamente quando siamo a Milano, a meno che io non abbia fatto after, non mi accorgo se suona.

《Mmm... Surry spegni quell'aggeggio infernale》bofonchio ancora con gli occhi chiusi cercando a tentoni i miei occhiali sul comodino.

《La spengo se ti alzi immeditamente, magari è la buona volta che non sei l'ultimo come al solito》risponde ridendo alzandosi invece con nonchalance dal letto.

《Mmm... ora mi alzo》rispondo rotolando sul letto e alzandomi ancora rincoglionito.

Lo vedo spegnere la sveglia e andare a cominciare a sistemare la valigia.

Improvvisamente un'idea mi sveglia del tutto... la mia valigia con tutta la mia roba dentro è ancora nella camera di Sascha.

《La mia valigia è nell'altra stanza》sussurro a Salvatore cercando di trovare la forza di volerci entrare.

L'idea di trovare i due piccioncini assieme mi fa rivoltare lo stomaco.

《Vuoi che vada a recuperarla io? Può essere che loro siano... si insomma... in intimitá》offre gentilmente lui, ma rifiuto col capo.

"Roba mia me ne occupo io" è tutto ciò che il mio stupido orgoglio mi fa dire.

Davanti alla "loro" porta però faccio un respiro cercando di non cedere allo sconforto.

La apro poi silenziosamente, ancora dormono entrambi per fortuna.

Effettivamente questa sarebbe violazione della privacy, ma poco mi importa.

Mi fa male vedete come Sascha stringe a se Sabrina e con quanto affetto lei si avvinghia a lui.

Purtroppo però non posso far altro che soffermarmi un attimo di troppo sul petto nudo di Sascha, definito e allenato.

Ruba la mia attenzione, ma cerco con tutte le mie forze di non farmi distrarre.

Raccolgo in fretta la mia valigia, maledicendomi, a questo punto, per non avere mandato Salvatore al posto mio, vedere Sascha così apparentemente innamorato e bello, quando solo ieri sera delirava, mi ferisce molto più di quanto pensassi.

Forse dovrei rendermi conto che la causa con lui è giá persa in partenza.

Trovo la forza di uscire dalla stanza sempre silenziosamente con tutto nelle braccia, pregando che non mi abbiano sentito.

Quando rientro nella stanza di Surry lui non c'è, deve essere andato in bagno, così mi viene più facile accasciarmi contro il muro vicino al letto e lasciare che le mie emozioni vengano fuori più facilmente.

Sento immediatamente le lacrime calde solcarmi le guance.

Non poteva andarmene una giusta?

Prima Marina... poi Sascha... vorrei poter spegnere i sentimenti a volte, si soffrirebbe meno.

Vorrei soltando poter capire cosa ci stia succedendo, cosa stia succedendo a me.

Improvvisamente sento una mano poggiarsi sulla mia spalla e scatto di conseguenza cercando di coprire il mio viso, non voglio piangere di nuovo davanti a quello che per una frazione di secondo ho creduto fosse Surry.

Invece davanti a me vi è Sascha. Lo sguardo sorpreso.

《Ehi... Ste... che ti succede? Ti ho sentito uscire dalla nostra stanza, avrei dovuto avvisarti prima che volevo dormire con Sabrina mi sono comportato da stronzo... mi dispiace. E per qualunque cosa tu stia piangendo io ci sono...》dice dolcemente, ma qualcosa in lui mi fa sembrare tutte queste parole fredde.

Sembra come fossero state calcolate e programmate, solo ieri sbraitava nel bagno del locale di fingere che non fosse successo nulla e guardalo ora... sembra essere la persona più pacata della terra.

《S-sto... b-bene. Grazie... è solo un po' di... allergia alla polvere credo...》mento per togliermi da questa situazione imbarazzante il prima possibile.

Sascha abbozza un sorriso: 《Sai che la scusa dell'allergia non tiene con me, vorrei sapere che ti sta succedendo》insiste premuroso costringendomi ad alzarmi da terra.

Com'è bello... in tutti i suoi particolari, nei modi di fare, negli occhi, nel corpo, nel sorriso.

Io scelgo però di non rispondere alla sua provocazione, non trovo la forza.

《Se il problema sono io, se non mi vuoi qui semplicemente me ne torno di lá. Se è questo che vuoi, se vuoi parlare... i-io...si.. dovremmo parlare》farfuglia impappinandosi Sascha iniziando a sembrarmi più il vero se stesso.

《Vai》è l'unica parola che riesco a dirgli allontanandolo da me.

Il suo sguardo si rabbuia e viene costretto a fare due passi indietro, ma io non posso permettermi altri sbalzi del suo umore, non fino a quando non avrò capito cosa voglio io e cosa vuole lui.

Come se avesse sentito i miei pensieri, si gira di spalle e ritorna da dove è venuto lasciando una sensazione di freddo e vuoto nella stanza.

Pochi attimi dopo è Giuse invece a rompere la quiete entrando, con il naso sul telefono intento a rispondere a qualche mail di lavoro, per comunicarmi che siccome siamo tutti svegli partiremo a breve.

《C'è una cosa che non avevamo previsto però... tutti in macchina non possiamo stare, due di noi devono prendere il treno, per non lasciare una persona da sola... pensavo di andare io, ma qualcuno deve accompagnarmi e mi sa che ve la dovete sorteggiare tu e Salvatore per chi invece resterá con Sascha e Sabrina》esordisce lasciandomi a bocca spalancata.

Non so quale tra l'ipotesi di una noia mortale, senza vedere Sascha, o guardarlo per tutto il viaggio essere felice con la sua ragazza, disprezzo di più...

| Does your smile lie? | ~ SaschefanoDonde viven las historias. Descúbrelo ahora