Baby Bump!

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Con un forte senso di nausea che smanioso vacillava per il suo stomaco e le paffute dita intrecciate fra quelle avvolgenti di Taehyung, Jimin osservava ormai irrequieto le pareti bianche e dall'odore sterile della stanza attorno a sé. Lo studio del dottor Kim si presentava ai suoi occhi di modeste dimensioni: le grandi finestre, da cui leggeri trafilavano i raggi del sole, offrivano generose la visione dello scorrere del fiume Han; certificati di abilitazione e diplomi di ogni corso di perfezionamento esistente al mondo erano rilegati in eleganti cornici d'argento ed appese in fila ordinata al muro, mentre un enorme scrivania in mogano, con sopra poggiate cartelle cliniche e fogli sparpagliati, era posta imponente al centro dell'ufficio. La stessa di fronte cui Jimin era seduto ed aspettava, impaziente e con le gambe scosse dai tremori, che il dottor Seokjin facesse finalmente il suo ingresso in studio.

"Sei nervoso ?" sussurrò Taehyung al suo fianco strofinando il pollice sul dorso della sua mano.

Jimin annuì, la testa bassa e gli occhi fissi sul pavimento incapaci di reggere il minimo contatto visivo con il suo migliore amico. "Ho paura".

Taehyung piegò il capo sul suo, stampandogli un dolce bacio sulla tempia "Andrà tutto bene, non è la fine del mondo. Il dottor Kim è uno in gamba, vedrai, ci aiuterà a trovare una soluzione" provò a rassicurarlo. "Hai riflettuto sul fatto di dirlo ai tuoi genitori ?"

Il biondo negò, "Non posso dar loro questa delusione Tae, non accetteranno mai che io aspetti un bambino da qualcuno che non è neanche il mio ragazzo".

"Jungkook è il tuo ex ragazzo, non uno qualsiasi"

"Fa lo stesso" rispose lui mordendosi il labbro dalla frustrazione. Sarebbe stato così facile illudersi che quel nome e quella parola composta di sole due lettere non avesse su di lui più il minimo effetto, nessuna farfalla svolazzante nel suo addome, nessun battito impazzito nel suo petto. Quanto facevano male al cuore invece, pari ad una ferita brutalmente riaperta, Jimin ancora non riusciva a capacitarsene. "Dopo quel che è successo alla festa non ci siamo più rivolti la parola, a scuola non mi degna neanche più di uno sguardo".

"Quell'idiota non potrà ignorarti per sempre, soprattutto nella condizione in cui sei adesso"

"Magari lo farà" Jimin si imbronciò "In fin dei conti me lo merito"

Taehyung gli accarezzò i capelli sulla nuca con un sorriso smorzato a metà bocca. "Forza, vieni qui" disse aprendo le grandi braccia, pronte ad accogliere il peso del suo corpo minuto. Azzerando la voce della sua coscienza Jimin si gettò, senza titubare un attimo di più, in quella stretta familiare e rassicurante che era da sempre ormai la sua unica ancora di salvezza, poggiando così la testa sulla spalla del minore e lasciando che lacrime sfuggenti scorressero sulle sue guance arrossate.

"Sono una persona orribile, vero ?" mormorò nel suo orecchio "Se penso ... se penso di ... "

"Abortire ?" tagliò corto Taehyung "No, è soltanto la vita Jiminie".

I due ragazzi sobbalzarono presto dalle proprie sedie quando avvertirono la porta dell'angusto ufficio aprirsi alle loro spalle. Un uomo in camice impeccabilmente bianco, dai capelli corvini e dal sorriso dolce e gentile che subito riuscì a scaldare il cuore dei due, fece il suo ingresso stringendo tra le curiose mani quella che aveva l'aria di essere la sua cartella clinica contenenti forse i documenti che poco prima Jimin aveva consegnato alla sua segretaria.

Il dottore scrutò uno dei tanti fogli all'interno di quest'ultima e si sedette sulla poltrona di pelle posta dietro la grande scrivania, poggiando i gomiti su di essa in modo confidenziale quasi a far intendere che nessun tipo di barriera intercorreva tra loro.

Strawberry & Cigarette ✧ JikookWhere stories live. Discover now