3. Ho bisogno...

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Sono nel mio divano a bere vino con Azzurra da più di due ore.

Ormai non riesco più a pensare lucidamente e ringrazio mentalmente Azzurra per aver fatto venire Annalisa prima che iniziassimo a non capirci un cazzo.

•Ho bisogno di farmi.• dico ridendo e buttando la testa all'indietro.

Azzurra si rabbuia e prende velocemente lucidità: •No! Non hai bisogno di nulla.• strilla prendendo la bottiglia e andando in cucina.

E invece ne ho di bisogno.

Molto silenziosamente prendo le chiavi della macchina e corro verso di essa.

Prima che Azzurra si accorga della mia uscita, metto in moto e faccio retromarcia uscendo dalla villa.

Vedo Azzurra uscire e urlare qualcosa, ma sono troppo ubriaca per capirla.

Arrivo subito a casa del mio "migliore amico" e suono insistentemente.

•Cazzo, che c'è?! Oh, Isabella...ma come cazzo sei vestita?• inizia a ridere e io lo spintono per passare.

•Esci tutto quello che c'è da uscire.• sbuffo.

•E se non lo faccio?• domanda passando un dito sul mio collo nudo.

•Peggio per te.• sorrido perfidamente.

Lui mi guarda un ultima volta e poi si volta per andare a prendere le cose.

Mi siedo sul vecchio divano di pelle marrone tutto rotto, e aspetto il suo ritorno.

Casa di Logan é bella, tranne per i mobili ormai rovinati.

Prendo in mano la solita foto che lui odia che io tocchi e la rigiro tra le mani.

•Mi spieghi perché sei venuta in pantaloncini, calzette, canotta e quella specie di giacca?• domanda ridendo e sedendosi accanto a me.

•Perché volevo fare come quella dei film, coglione sono scappata di casa!• ridacchio posizionando una striscia davanti a me.

•Dimmi chi é il tuo spacciatore che lo uccido.•

Mi sbatto una mano in fronte e rispondo: •Testa di cazzo, sei tu. Quindi impiccati.•

Lui alza gli occhi al cielo e capisce la minchiata che ha detto.

Sono passate due ore, il tempo di fumare e di riprendermi.

•Se mi chiama Azzurra io non ti ho mai visto.• dice lui mentre vado verso la mia macchina.

•Bravo Ragazzo! Io e te non ci siamo mai visti.• ridacchio entrando in macchina e avviandomi verso casa.

Quando entro vedo Azzurra fare avanti e indietro per tutta la cucina, Chanel giocare con Josh e Lucas, Nicolas con il cellulare all'orecchio mentre urla qualcosa, Jackie che prepara il te e Susi che si lima le unghie.

•CRISTO!! FINALMENTE.• Urla Azzurra appena mi vede.

Che accoglienza calorosa.

Susi prende Chanel per mano insieme a Lucas e la portano al piano di sopra.

Prima però le stampo un bacio fra i capelli.

•Non credo che dovresti avvicinarti a Chanel in queste condizioni.• boforchia Nicolas.

•Scusa?• ringhio. •É mia figlia, non ti azzardare a dirmi se posso toccarla o no.•

•Noi lo facciamo per lei. È una bambina, non deve vedere e sentire certe cose.• si intromette Jackie.

Azzurra annuisce con lei, e poi fa una faccia strana. É delusa. Come sempre non faccio altro che deluderla. Però non possono togliermi mia figlia.

•Non fate i moralisti con me. Tutti qui dentro almeno una volta al giorno passiamo dal nostro spacciatore di fiducia. Nicolas e Jackie da quanto tempo non vi fate? 1 ora? 1 ora e mezza? Non ditemi "non é vero" perché i vostri occhi dicono altro. Sono come i miei, solo meno rossi.• sbraito battendo le mani sul bancone.

Nessuno osa parlare, così alzo i tacchi e vado al piano di sopra.

Mi chiudo in camera e mi vado a sdraiare.

Tra meno di qualche ora inizio il turno e ho bisogno di riposare un po' se non voglio collassare in ospedale.

*  *  *  *  *  *  *  *  *  *  *  *  *  *  *  *  *  *  *  *  *  * 

•Meredith, per favore. Ho bisogno di un bel caffé, ci metto poco. Tu stai con...quello.• dico facendo una faccia disgustata verso lo stesso ragazzo che era venuto ieri per il calo di zuccheri.

•No, scordatelo. É un maniaco. Ieri ha provato a palparmi il seno 3 volte. Che schifo.• fa anche lei una faccia disgustata, ma alla fine dopo svariati tentativi, si arrende e io vado a prendere velocemente il mio caffè.

Prendo il caffè é vado nella stessa stanza di ieri, ma prima di entrare mi faccio il segno della croce.

Che Dio mi aiuti.

•Oh ecco di nuovo lei! Che é successo oggi?• domando sorseggiando il mio caffè.

Meredith fa una faccia esausta e poi mi affianca prendendo la mia cartella.

•Mi sono sentito male, di nuovo.• sbuffa.

•Posso sapere che hai mangiato oggi e ieri appena sei uscito?• domando

•Nulla.• risponde.

•Scusi, ma come crede di potersi nutrire se non mangia? Sta male perché il suo corpo é in carenza di cibo. Lei é come una macchina, ha bisogno di benzina. Non é che ora deve andare dal benzinaio per berla, attenzione! Ma deve mangiare e bere come se fosse una macchina.•

Faccio due esami veloci e poi lo mando a casa.

•Chi é il prossimo?• domando.

Ma manco il tempo di prendere la cartella che entra un caso urgente e io, essendo la Dottoressa di turno vado incontro ai paramedici.

•Che é successo? Chi é?• strillo portando il ragazzo verso la sala operatoria.

•É stato un incidente stradale macchina contro macchina. Si chiama Caleb Evans non sappiamo altro.• dice il paramedico alzando le spalle.

A quel nome mi paralizzo e divento paonazza.

Caleb.

Caleb é qui. Ed é in punto di morte.

•chi c'era con lui?• domando ritornando alla realtà.

•Una ragazza bionda sulla sedia a rotelle che oltre qualche graffio sta bene e un ragazzo che é nelle sue stesse condizioni ed é con la Dottoressa Foster.•  risponde

•BENE! CALEB EVANS, 26 ANNI, ALTO 1.85, PESO 80 KILI COMPRESA LA MASSA MUSCOLARE. MI SERVE LA SALA OPERATORIA SUBITO. ABBIAMO UN'EMORRAGIA INCORSO, CONTUSIONI VARIE E UN TRAUMA CRANICO.• urlo.

Entriamo in sala operatoria ed é tutto terribilmente surreale.

I dottori corrono da una stanza all'altra, siamo tutti focalizzati per questi due ragazzi di 26anni. Abbiamo messo tutti in pausa per aiutarli.

Spero proprio che le nostre forze servino a qualcosa.

~You Hurt Me...2~Where stories live. Discover now