Brotherhood; yoonmin
《 Hai innalzato mura così alte intorno a te che solo un pazzo sceglierebbe di scalarle.
E dunque, eccomi qui.》
Min Yoongi e Park Jimin si conoscono da quando erano bambini, da quando le parole non erano necessarie e uno sguard...
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Normalmente Jimin non sarebbe mai uscito con un ragazzo qualsiasi incontrato in discoteca, eppure eccolo lì, a passeggiare nel cortile dell'università, le braccia conserte sul petto e la mente da tutt'altra parte mentre Norman continuava a blaterare di cilindrata e cavalli e motori delle macchine. Quando Jimin si accorgeva delle pause che faceva per mancanza di fiato dopo aver parlato ininterrottamente, mugugnava qualcosa fingendo di averlo seguito nel discorso e di averci capito qualcosa.
-E tu invece quale preferisci?-
Jimin si risvegliò all'improvviso. -Come scusa?-
-Quale macchina preferisci?-
Velocemente scavò nei meandri della sua memoria un nome qualsiasi che avrebbe potuto salvarlo dall'imbarazzo di quel momento, solo per continuare a farlo parlare mentre lui indisturbato nella sua testa pianificava cosa avrebbe mangiato a pranzo, quali capitoli avrebbe studiato, se era il suo turno di portare fuori la spazzatura di sera.
-Dai deve essercene almeno una!- lo incalzava l'altro. Mai Jimin aveva sentito un bisogno così impellente di mollargli un pugno sul muso.
-L'audi a1 sportback, credo.- sputò alla fine. Era il primo modello che era stato regalato a Yoongi, peccato che l'aveva messo fuori gioco dopo neanche due mesi.
-Ah ma è per neopatentati! Io invece preferisco la citroen c0, anche se non è molto economica...- E poi Jimin tornò a non sentire più una sola parola. Una cosa che l'aveva sempre infastidito erano le persone che ostentavano il proprio denaro ed erano abituate a scrutare dalla testa ai piedi tutti gli altri con aria di sufficienza. Lo trovava semplicemente disgustoso e davvero poco raffinato, eppure da almeno un'ora Norman non aveva fatto altro che elencargli gentilmente la sua collezione di orologi firmati e inutilissime felpe di Versace.
Cosa gli era saltato in testa? Perché gli era dovuta venire in mente la malsana idea di dare una chance a questo imbecille?
Il sabato sera scorso lui e Jin erano quasi letteralmente buttati sul bancone del bar, Jimin non si era mai messo così in tiro, pantaloni neri attillati gli fasciavano splendidamente le cosce, la camicia leggermente sbottonata lasciava intravedere le sue clavicole sexy, un vero peccato che nonostante ciò fosse depresso.
