Capitolo 24. Tu a che punto sei?

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People Help the People-Birdy

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People Help the People
-Birdy

Chiudo il getto dell’acqua poiché sento il citofono suonare sopra la musica. Quando sono sola in casa preferisco mettere la musica ad un volume che mi permetta di sentire comunque i rumori che mi circondano. Esco fuori dalla doccia, mi tampono il corpo con un asciugamano grande e mi vesto in fretta e furia per poter andare a vedere chi è che irrompe la mia solitudine.

In questo momento posso accettare questa insistenza solo dal corriere, almeno ha qualcosa per cui vale la pena uscire di fretta dalla doccia. Scendo le scale per arrivare in salotto rischiando di scivolare. Raggiungo la porta d’ingresso e lancio un’occhiata allo schermo del citofono mentre mi tampono i capelli con un altro asciugamano.

Quando individuo la figura all’interno del piccolo schermo corrugo le sopracciglia irritata. «Che cosa vuole ora?» chiedo tra me e me mentre premo il tasto per aprire il cancello principale.

A differenza di tutte le case qui nel Paddington, la mia è l’unica che non è unita alle altre e presenta una grande recinsione che non ti permette di vedere parte della casa dall’esterno. In questo modo posso tenere lontano occhi indiscreti.

Apro subito la porta e scorgo la figura longilinea percorrere il vialetto e arrivare al portico.
«Che cosa diavolo hai fatto?» esordisce senza sprecare tempo. Arresto la sua camminata impedendole di varcare l’ingresso. Tengo la porta socchiusa e mi appoggio allo stipite per ostacolare il passaggio.

«Mi fa piacere che ti interessi a me. Ho fatto una doccia, sai tengo all’igiene» rispondo sorridendo divertita. I suoi occhi chiari come diamanti mi scrutano da capo a piedi. «Non ho tempo da perdere. Dimmi che cosa gli hai detto!»

Inarco un sopracciglio e incrocio le braccia al petto. Sento il leggero venticello passare sui miei capelli umidi provocandomi brividi lungo le braccia scoperte dalla maglietta a maniche corte. Ormai l’autunno sta arrivando e pian piano il tempo non è più ideale per tenere i capelli umidi all’aperto. Da quando ho vissuto per un certo periodo a New York fatico a adeguarmi alle stagioni australiane. 

«Forse non perderemmo tempo se tu indicassi il soggetto in questione. Purtroppo, non ho la capacità di leggere nel pensiero» preciso sbuffando una risata. Le dedico del tempo per analizzarla: i suoi capelli castani scendono in morbide onde leggermente spettinate, le labbra sono sempre strette in una linea dura e gli occhi azzurri sono intensificati dal mascara. Il suo abbigliamento è sempre elegante e sofisticato, come se dovesse sfilare da un momento all’altro.

«Luke. Sto parlando di Luke, ovviamente». Sul suo viso si dipinge uno sguardo di sfida. Io non mi scompongo.
«Dipende a quale arco temporale ti riferisci. Per esempio, l’ultima volta in cui l'ho visto, ovvero stamattina, gli ho ricordato che quando va al bagno deve abbassare la tavoletta» affermo, seguita da una risata di scherno. Aaliyah non sembra divertita dalla mia affermazione, anzi mi guarda con più astio di prima.

Sto fra le stelleWhere stories live. Discover now