La cena fu piuttosto silenziosa, il rumore delle stoviglie veniva intervallato di tanto in tanto da parole e considerazioni gettate lì un po' per caso ma non ci fu una vera e propria conversazione. L'atmosfera era piacevole anche se, visti dall'esterno, Jacopo e Simone potevano apparire come avvolti da una nuvola di tensione. Una tensione che in realtà non c'era perché entrambi erano soliti vivere così, nel silenzio, nella quiete, nell'assenza di grandi manifestazioni.
Fu al momento di scegliere se ordinare o meno il dolce che la conversazione divenne fitta; prenderne due o dividerne uno, cioccolato fondente o panna montata. Alla fine trovarono un compromesso nel tiramisù, ne avrebbero diviso una porzione che non avrebbe scontentato alcuno.
Jacopo, ovviamente, era il più turbato dalla situazione. L'idea di dividere qualcosa con Simone lo elettrizzava e lo terrorizzava al tempo stesso. Temeva di comportarsi da idiota, di fare qualcosa di sbagliato, di pensare troppo.
Si, perché il suo cervello aveva già cominciato a vagare. Per Jacopo dividere qualcosa con qualcuno, mangiare dalla stessa porzione, nello stesso momento, era qualcosa di personale, di intimo, quasi di sentimentale, un po' come gli spaghetti per Lilli e il Vagabondo.
Si diede un po' dell'idiota a quell'immagine ma non poteva fare a meno di associare le due cose. Certo, il tiramisù non avrebbe portato a un bacio ma ad una certa vicinanza si e Jacopo aveva una paura matta di scottarsi.
Le paure di Jacopo andarono in fumo quando il dolce fu servito. Simone era allegro e gioviale come sempre, improvvisò una lotta di cucchiaini ogni volta che questi provavano ad affondare nella crema. Jacopo si divertì e ancora una volta si sciolse lasciando scivolare tutti i suoi timori, tranne uno.
Quello che lui sentiva per Simone cresceva ogni giorno di più. Ogni sorriso, ogni parola d'incoraggiamento, ogni cosa facesse per farlo sentire bene, accrescevano quell'esile fiammella che sentiva scaldargli il petto. A lungo andare si sarebbe trasformata in un incendio e lui non avrebbe potuto opporsi in alcun modo.
Presto si ritrovarono in auto, Simone guidava mentre Jacopo guardava fuori dal finestrino.
All'improvviso gli tornarono in mente le sensazioni di quel pomeriggio e quella domanda che ancora gli premeva sulla punta della lingua.
«Ti piace tanto il nuoto?» chiese ancora fissando l'esterno.
«Si, la sensazione di libertà che ti dà l'acqua non l'ho mai provata al di fuori»
«E allenare i bambini?»
Simone sorrise «mi piace anche quello, si. A volte è stancante, i bambini fanno i capricci o hanno paura ma poi ti danno delle soddisfazioni immense»
«Mi piacerebbe vederti... Assistere ad una lezione» si corresse.
«Puoi venire quando vuoi, a me farebbe solo piacere»
Jacopo si voltò verso di lui annuendo, poi tornò a guardare fuori perdendosi in quel percorso di luci e ombre che sembravano l'immagine proiettata dei battiti del suo cuore.
STAI LEGGENDO
Cambio Turno
RomanceIn un'anonima cittadina di provincia c'è una Sala da Tè. Qui, tra infusi profumati e deliziosi dolcetti, occhi si incontrano e mani si sfiorano, tutto nell'infinitesimale spazio di un cambio turno. Piccola Storia d'Amore e di Tè; di dolcezza e di n...