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Jimin un po' si era pentito di non aver baciato Jungkook, ma ormai aveva un'idea ben precisa in mente: il prossimo bacio avrebbe dovuto chiederglielo espressamente, altrimenti avrebbe trattenuto la sua voglia di fiondarsi sulle sue labbra per ancora parecchio tempo.
Gli interessava quel ragazzino, durante quella sottospecie di appuntamento si era sentito bene, non era così rilassato da tempo e un po' si era pentito di non avergli detto la vera motivazione per cui avesse iniziato l'università così tardi, ma per quello ci sarebbe stato tempo: non aveva di certo l'intenzione di farselo scappare, non dopo averlo trovato così affascinante e poi adorava come arrossiva per qualsiasi cosa.
«Perché stai sorridendo fissando il vuoto?».
Jimin sussultò sentendo la voce di Yoongi, dato che fino a qualche secondo prima pensava di essere completamente solo in camera: ma non era a coccolarsi sul divano con il suo fidanzato? E perché non bussava prima di entrare?

«Stavo pensando.» mormorò facendogli segno di raggiungerlo e Yoongi non si fece pregare una volta di più, buttandosi di peso sul letto morbido del suo fratellino.

«A cosa pensavi?» indagò il ragazzo dai capelli verdi, che aveva a cuore ogni più piccolo dettaglio del ragazzino seduto al suo fianco: se non fosse stato per lui sarebbe rimasto solo, poco ma sicuro, d'altronde era stato grazie a Jimin se avesse compreso che amare Taehyung non era affatto una brutta cosa, anzi.
«Sinceramente?» domandò il minore, che nonostante volesse tenersi tutta quella faccenda per sé, non riusciva a nascondere proprio tutto, soprattutto non a Yoongi, che gli era sempre rimasto accanto anche quando la sua vita era crollata due anni prima.
Yoongi a quella risposta si fece improvvisamente più interessato e serio, così si mise seduto di fronte al minore e attese che iniziasse a parlare.
«Sono uscito con Jungkook ieri sera.» mormorò arrossendo leggermente, cosa che intenerì molto Yoongi: sapeva che il suo fratellino aveva un cuore grande e aveva intuito che quella sera, quando aveva conosciuto Jungkook alla festa, ne era rimasto abbagliato.
«Uhm e perché non me lo hai detto?» domandò incuriosito Yoongi studiando attentamente lo sguardo di Jimin, che arrossì nuovamente.
«Beh ... non lo so, okay? È solo che la serata è andata molto meglio di quel che immaginassi, lui è estremamente dolce, gentile e arrossisce veramente per tutto e ... avrei tanto voluto baciarlo, ecco.» sussurrò nascondendo il volto fra le mani e Yoongi sentì il cuore sciogliersi a quella vista: Jimin era così dolce e tenero in quel momenti.
Lo avvolse fra le sue braccia e gli passò una mano fra i capelli, Jimin si rilassò a quel gesto e aprì gli occhi solo quando si accorse della presenza di Taehyung appoggiato allo stipite della porta.
«Sei così dolce, Chim! Uscirete ancora e ci saranno tante occasioni per baciarvi, sono sicuro che insieme siete dolcissimi.»

Taehyung inarcò un sopracciglio alle parole del suo fidanzato, che gli stava dando le spalle e che non sembrava minimamente essersi accorto della sua presenza, mentre Jimin ammiccò in direzione del suo migliore amico, che alzò gli occhi al cielo.

«Hyung tu sei troppo ingenuo, Jimin non è l'innocenza fatta persona e te l'ho già detto, il tuo caro fratellino in realtà è un maniaco con i fiocchi! Probabilmente sta cospirando in segreto per rubare l'innocenza di quel povero ragazzino, anche se penso anch'io che starebbero veramente bene insieme.»

I due ragazzi dai capelli colorati si voltarono meglio verso il nuovo arrivato e Jimin alzò gli occhi al cielo a quel discorso, d'altronde Taehyung era sempre stato strano, ma era quello che lo conosceva meglio lì dentro.

«Non dire queste cose del mio piccolo Chim! Lui è puro e innocente, non osare affermare il contrario o puoi andare in bianco da qui all'anno prossimo!».

Jimin scoppiò a ridere allo sguardo scioccato di Taehyung, che non credeva alle sue orecchie: Yoongi ci teneva tanto al suo fratellino, molto più di quel che immaginasse.

«D'accordo, ma quando lo capirai non venirmi a dire che io non ti ho avvertito.»
Yoongi ignorò quelle parole e si alzò dal letto, scompigliò i capelli al suo fratellino e si apprestò ad uscire dalla stanza, naturalmente non prima di rubare un bacio al suo ragazzo, facendo sorridere dolcemente Jimin: quei due erano davvero bellissimi insieme.
Non appena il maggiore sparì, Taehyung gli lanciò uno sguardo indagatore.
«Scoprirò cosa hai fatto a Kookie, puoi starne certo e dopo ciò vi organizzerò il matrimonio.»
Gli lanciò un bacio volante e scomparve anche lui facendo sospirare il maggiore, che annoiato afferrò il telefono e cercò il profilo di Jungkook.
Avrebbe potuto scrivergli? Chiedergli di vedersi? Era troppo presto?
Da quando si faceva tutti quei problemi? Lui voleva vederlo e ci teneva particolarmente, forse perché in cuor suo desiderava ricevere quel maledetto bacio.
«Oh al diavolo!».
Jimin aprì l'app ed entrò nella sezione di messaggistica, gli chiese semplicemente di vedersi e se gli andava e il minore rispose con un secco sì dopo qualche minuto, che lo fece sorridere solamente di più: se lo immaginava arrossire fino alle punte dei capelli e girare per camera sua tutto agitato.
Il ragazzo dai capelli arancioni infilò il primo paio di jeans che trovò e una felpa, poi salutando i suoi coinquilini uscì di casa.
D'altro canto Jeon Jungkook era letteralmente entrato in uno stato di ansia, quando aveva ricevuto il messaggio da Jimin era saltato sul divano e Yugyeom incuriosito dal suo atteggiamento aveva spiato cosa stesse succedendo: avevano litigato per un po', finché il biondo non era riuscito a strappargli di mano il telefono e rispondere in modo affermativo, così Jungkook si era ritrovato a imprecare e correre in camera sua per indossare qualcosa che non fosse la sua adorata tuta e correre sul luogo dell'incontro.
Gliela avrebbe fatta pagare a Yugyeom e già aveva in mente come vendicarsi, ma ora doveva trovare qualcosa da mettere e correre da Jimin.
Si sentiva un idiota, ma alla fine era felice di rivederlo; non aveva fatto che ripensare alla serata trascorsa con lui, a quanto si fosse trovato bene e a quanto si fosse pentito di non essersi convito a baciarlo per primo.
Erano pressappoco due estranei, avevano sicuramente bisogno di tempo per conoscersi meglio, ma Jimin gli piaceva dannatamente tanto, anche se non glielo avrebbe mai detto in faccia. Pensava che il suo rossore e il suo imbarazzo parlasse già per lui.
Indossò i suoi jeans preferiti, le sue amate Timberland e una felpa grigia, salutò Yugyeom e corse fuori casa ansioso all'idea di rivedere il ragazzo con i capelli arancioni.
Avrebbe provato a baciarlo di nuovo? Jungkook un po' ci sperava.
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«Hai corso fino a qui, Bunny?».
Jungkook sussultò a quelle parole e si voltò verso il maggiore tenendo una mano sul petto, mentre cercava di riprendere fiato.
«T-Tu d-dici?» chiese piegandosi sulle ginocchia e prendendo un profondo respiro, Jimin pensò che fosse adorabile e che se avesse corso fino a lì sicuramente ci teneva molto più di quel che dava a vedere.
«Vuoi fare qualcosa in particolare?» domandò Jimin con la stessa premura e gentilezza della sera prima, alle volte il moro si chiedeva se non soffrisse davvero di bipolarismo.
«Non saprei, tu hai qualche idea?» rispose con un'altra domanda il minore, osservando Jimin aprirsi in un sorriso malizioso.

«Oh, tu non sai di quante idee io abbia.»
Jungkook assunse una sfumatura bordeaux sul tutto il volto e spostò lo sguardo su alcuni passanti vicino a lui: perché lo metteva sempre così tremendamente a disagio?
«Andiamo a bere qualcosa.» sussurrò dandogli le spalle e avviandosi verso il centro di Seoul, mentre Jimin lo seguiva ridacchiando. Era riuscito a metterlo in imbarazzo di nuovo e questo lo divertiva, Kookie era così innocente.
Alla fine scelsero un locale non troppo affollato, presero due cioccolate calde e come la sera prima si ritrovarono a chiacchierare tranquillamente.
«Yoongi e Taehyung sanno che siamo usciti insieme, ma per ora ti pregherei di non dirgli della macchina fotografica.» mormorò con un mezzo sorriso e Jungkook annuì.
Ancora si chiedeva perché gli desse retta.
«Non preoccuparti, terrò il segreto.»
Il maggiore ne fu sollevato e poi ricominciò con il suo interrogatorio, quel giorno voleva sapere quali fossero i film preferiti del minore, il suo genere musicale preferito e il suo gruppo preferito, se avesse mai lavorato oltre al tirocinio, dei suoi amici e della sua famiglia.
Jimin era così curioso e ad ogni parola del minore si apriva in un sorriso sempre più luminoso o dolce, era così carino e all'apparenza innocente mentre lo stava ad ascoltare con così tanto ardore.
«E fine, siamo fuori da due ore e mi sembra di aver parlato solo io! Anch'io voglio sapere qualcosa di te, Jimin.» mormorò girando il cucchiaino nella tazza vuota.
«Uhm magari un'altra volta, il cielo sta diventando uno schifo - è meglio tornare a casa.»
Nuovamente il maggiore offrì a Jungkook da bere e la strada di ritorno la percorsero in silenzio; il moro non capiva perché Jimin non volesse rispondere ad alcune delle sue domane e di nuovo il dubbio che stesse soltanto provando a portarselo a letto si fece strada nei suoi pensieri.
Voleva solo quello?
La cosa ferì più del previsto Jungkook, che strinse i pugni per contenere il nervosismo.
«Kook, siamo davanti a casa tua, fermati.»
Il minore non s'era nemmeno reso conto di essere arrivato, si voltò verso Jimin con un mezzo sorriso e fece per andarsene dentro, ma il maggiore lo bloccò.
«Che ti prende?».
«Quando risponderai alle mie domande?» sbottò senza nascondere di trovare fastidioso quel suo lato e Jimin sospirò.
«La prossima volta, promesso.»
Il sorriso che gli regalò lo fece sentire meglio, nuovamente aveva pensato troppo e stava per fare una scenata ad un completo estraneo solo perché non era in grado di ragionare come un semplice ventenne.
«Okay, allora ci sentiamo.» ma Jimin non mollava la presa sul suo polso e i suoi occhi si erano di nuovo fatti così intensi: era lo stesso sguardo della sera prima e Jungkook si ritrovò nuovamente soggiogato da esso.
«Sai, dicono che bisogna baciarsi dopo il terzo appuntamento e noi siamo solo al secondo.»
Jungkook alzò gli occhi al cielo a quelle parole, anche se le sue guance si tinsero di rosa né più né meno, sapere che Jimin considerasse quell'uscita un appuntamento lo rendeva euforico.
«Mi hai già baciato prima e poi pensavo odiassi i cliché.»
Jimin ridacchiò e si passò una mano fra la chioma colorata.
«Sì, ma ho paura di aver affrettato troppo le cose, no? Anche se dal tuo sguardo di ieri sera posso dire che non ti sia poi così dispiaciuto.»
Jungkook arrossì e chinò leggermente il capo, Jimin sospirò e mollò la presa sul ragazzo: non sarebbe riuscito a farlo cedere e lui avrebbe dovuto aspettare ancora un po' prima di ricevere un bacio dal moro, ma sapeva che ne sarebbe valsa la pena.
«D'accordo, ci vediamo, okay? Grazie per il bel pomeriggio.»
Jimin gli scompigliò dolcemente i capelli e fece per andarsene, ma Kookie lo afferrò per la manica della felpa e lo fece voltare verso di lui: aveva lo sguardo lucido e le guance rosse, si stava vergognando da morire, ma il ragazzo dai capelli arancioni non capì il motivo.
Non aveva detto niente di strano, no?

«Kookie, tutto bene?» domandò preoccupato Jimin,ma il moro annuì.
«S-Se o-osi c-commentare ... giuro c-che ti u-uccido.» sussurrò a bassa voce e Jimin si chiese cosa stesse blaterando, ma prima che riuscisse a chiederglielo Jungkook si avvicinò completamente a lui e inclinò il capo per far scontrare le loro labbra.
Non durò molto, fu solo un leggero sfiorarsi, ma fece scoppiare il cuore a Jungkook e arrossire leggermente Jimin, che venne completamente preso di sorpresa.
Il moro si scostò quasi subito e ancora con le guance rosse si voltò e scappò all'interno del palazzo, lasciando Jimin immobile a fissare il vuoto di fronte a lui.

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