Capitolo 22

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Axel's POV

Uscii dalla biblioteca con il cappuccio in testa per nascondermi da tutti quegli sguardi.

Avevo saltato già tre diverse ore di lezione.

Non avevo idea di come la voce si fosse diffusa così velocemente in quella cittadina schifosa, ma tutti sembravano conoscere ogni singolo dettaglio sulla mia schifosissima vita.

Ero passato da essere quello trasparente ad essere lo zimbello della scuola in nemmeno due giorni.

Avevo sperato per tutta la vita di smettere di essere l'ombra di Jay. In quel momento non desideravo altro che sparire dietro la sua luce.

Volevo tornare ad essere il ragazzino insignificante al suo fianco.

Desideravo incontrarlo in quei corridoi, lasciarmi stringere dalle sue braccia e farmi ripetere dalla sua voce rassicurante che sarebbe andato tutto bene, ma non potevo, perché sperando di liberarmi avevo combinato un casino.

Cercai di raggiungere il mio armadietto prima che i corridoi si riempissero troppo.

Quella mattina avevo ignorato sin troppe volte le risate al mio passaggio.

Stavo iniziando a perdere la pazienza.

Non sarei durato un anno lì dentro.

Non potevo farcela.

Non ero abbastanza forte e non avevo Jay a proteggermi.

Girai l'angolo e finalmente raggiunsi quel maledetto armadietto.

Mi affrettai a cercare il foglietto dove avevo scritto la combinazione che ancora non riuscivo a ricordare a memoria quando vidi quella scritta incisa sullo smalto rosso in profondità.

Preso dal panico tirai fuori l'astuccio dallo zaino e provai a cancellarla senza successo.

Le mani mi tremavano e sapevo che da un momento all'altro i corridoi si sarebbero riempiti di persone.

Chiusi gli occhi, cercando di cacciare indietro le lacrime, mentre mi chiedevo quante persone avessero già letto quella dannatissima scritta.

Non sapevo come farla sparire.

Nessuno mi avrebbe aiutato.

Jay non c'era.

Non c'era nessuno che mi volesse bene lì.

Sentii la campanella suonare e preso dal panico decisi di scappare.

Afferrai il mio zaino e corsi verso l'uscita, con le lacrime che mi rigavano il volto.

Ce l'avevo quasi fatta. Ero praticamente fuori, quando girando l'ultimo angolo urtai per sbaglio una ragazza, facendola finire a terra.

Mi fermai ad aiutarla, ma quando i nostri sguardi si incrociarono capii che avrei dovuto continuare a correre.

-Avete visto anche voi?- urlò -Mi ha spinto!-

-N-non è vero- balbettai -Ti ho urtato, mentre correvo, ma non ti ho...-

Non feci in tempo a concludere la frase, perché mi beccai un pugno in faccia da un energumeno senza cervello.

-Testa di cazzo, come hai osato mettere le mani addosso alla mia ragazza?-

Provai a controbattere, ma ne ricevetti un altro, che mi fece perdere l'equilibrio.

-Sta zitto, finocchio-

Non so bene come successe, ma diedi retta a quella parte di me che mi urlava che con gente del genere non avesse senso usare la diplomazia.

Lo colpii più volte, con rabbia.

Scelte-Sequel di Coincidenze-COMPLETAWhere stories live. Discover now