Capitolo 52

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Eric’s POV

Mi portai la tazzina di caffè alle labbra.
Vin mi sorrise, accarezzandomi una spalla.
-Va un po’ meglio?- mi chiese, sedendosi accanto a me.
-Sì- annuii, ricambiando il suo sorriso.
-Senti, so che è una merda sapere che Curt in questo momento è con Brian, ma c’è Leticia con loro…-
-Non mi stai rassicurando. Quella pazza l’ultima volta gli ha messo le mani addosso!- gli ricordai.
-Curt si sa difendere. Lo sai meglio di me, dolcezza. E poi, davvero sei geloso di Brian? Nel senso…sono passati millenni. Chi se ne frega se scopavano! Allora Pablo dovrebbe odiarmi! Sono stato quasi sette anni con Fred!-
-È diverso- sussurrai, pensando che Vin non conoscesse la metà della storia.
-Non è diverso! Okay, Brian è stato vicino a Curt in momenti difficili, ma non è il solo! Anche Andy gli è stato vicino. E sai una cosa? Scopavano! Ma non mi pare tu sia geloso di Andy!-
Avrei voluto rispondergli ancora una volta che la questione fosse diversa, ma lasciai perdere.
Non volevo litigare con lui.
Mi dissi che forse sarei dovuto stare a casa, ad assicurarmi che l’incontro andasse bene.
-Eric- mi chiamò il mio migliore amico.
-Tu ci sei sempre stato per Curt- riprese -Avete cresciuto Jay insieme. Sei rimasto al suo fianco nonostante tutto. Nessuno lo ha fatto prima di te. Nessuno, Eric. Credi non conti un cazzo per lui? Perché se è così, non hai capito nulla di Curt e di quanto ti ama- sussurrò -Sei l’unica persona al mondo che ha sacrificato tutto per lui dopo sua madre. Hai idea di cosa significhi questo per Curt?- mi chiese.
-Tu l’hai scelto. Lo hai messo sempre al primo posto. Sei l’unico a non essersi arreso quando lui ha deciso di mostrarti chi era e hai scoperto fosse a pezzi. Si è messo nelle tue mani. Avresti potuto distruggerlo, come hanno fatto tutti, invece l’hai protetto dal resto del mondo e da se stesso. Ti vestirebbe d’oro. Esaudirebbe ogni tuo desiderio. Curt ti ama alla follia. Senza di te, è perso! Tu non sai come ti guarda- disse, commosso -Non lo so descrivere! Perché sembra tutto fottutamente banale se messo a confronto. Sei uno stupido! Sul serio. Cazzo, Eric! Va da lui! Va da lui e tienilo per mano. Bacialo e rassicuralo! Smetti di farti paranoie, che non hai idea di quanto cazzo sei fortunato, idiota!-
-E se quando arrivi lì, Brian non se n’è ancora andato, abbraccialo! Che quando si è fatto da parte, ti ha fatto il regalo più bello del mondo!-
-Vattene! Forza!- urlò, sorridendo -Vai da Curtis! Su! Corri!-
Vin aveva ragione.
-È che…con gli anni…non so cosa mi stia succedendo…un tempo io e Curt non discutevamo mai…-
-Sì che discutevate, stupido- sorrise Vin -È normale. Non si può essere d’accordo su tutto. Semplicemente, il vostro legame è sempre stato più forte delle vostre paranoie e dei vostri battibecchi. Forza, muoviti a raggiungerlo-
Annuii, estraendo il telefono dalla tasca.
C’era una sua chiamata.
Risaliva ad un’ora prima.
C’era anche un messaggio.
“So che sei arrabbiato, ma non ho fatto nulla di male. Ti prego, quando puoi chiamami. Non trovo le mie medicine”.
Il mio cuore si fermò.
-Devo andare- sussurrai, scattando in piedi.
-Hey, tutto a posto?- mi chiese Vin.
-Sì, solo…Curt ha bisogno che torni a casa. Dice di non trovare le sue medicine, ma le ha pronte, divise giorno per giorno, nel porta pastiglie ed è strano!-
-Vuoi che venga con te?-
-No, non ti preoccupare. Di sicuro è una scusa per farmi tornare a casa- mentii -A volte mi sembra di avere due figli!- scossi la testa.
-Non sai dire le bugie, Eric- sussurrò Vin, accarezzandomi la spalla.
-Non avrei dovuto lasciarlo da solo!- crollai, scoppiando a piangere -Non in giorno così-
-Hey, hai solo preso un caffè con me- mi consolò il mio migliore amico -Hai bisogno anche tu dei tuoi spazi!-
-Ero arrabbiato! Non gli ho neppure lasciato un bigliettino o qualcosa di pronto per colazione! Curt vive di queste cose!-
-Sei ancora in tempo per rimediare. Prendi qualcosa mentre torni a casa e fallo sentire coccolato- mi sorrise.
Annuii, asciugandomi le guance.
-Ci vediamo stasera, tesoro. Oggi sono libero e posso aiutarvi con i preparativi del Pride- mi sorrise il mio migliore amico.
-Non ti prometto nulla. Dipende da come si sente Curt- sussurrai, poi cercai un suo abbraccio e corsi a casa.

Curt’s POV

Aprii il barattolo di vetro, presi una pastiglia, la guadai per un po’, poi la buttai giù senza acqua.
Eric era uscito presto quella mattina.
Non mi aveva neppure salutato.
Non voleva trovarsi davanti Brian per nessun motivo.
Non mi aveva lasciato nessun bigliettino sul frigo o messaggio, come faceva di solito.
Fissavo la macchinetta del caffè, con ancora indosso il pigiama.
Non mi sentivo bene.
Avevo vomitato per l’ansia non appena mi ero accorto di essere da solo.
Da molti anni a quella parte, la prima cosa che facevo appena sveglio era prendere le mie medicine.
Quella mattina dovetti mandarle giù due volte, sperando non fosse necessaria una terza.
Le avevo cercate in lungo e in largo, perché nel porta pastiglie avevo solo la quantità giornaliera che dovevo assumere.
Eric non le lasciava mai a portata di mano per evitare ne abusassi, come in passato e come avevo fatto una settimana prima, dopo il pranzo con Hale, quando avevo sforato con la mia dose di tranquillanti.
Mio marito le aveva nascoste in lavanderia, tra le cose da cucito.
Lo avevo chiamato e non mi aveva risposto, così mi ero visto costretto a cercarle ovunque.
Non potevo saltare neppure un giorno o rischiavo di mandare tutto a monte.
Ero entrato nel panico quando mi ero accorto di non sapere dove Eric le tenesse e avevo messo a soqquadro il nostro bagno, la nostra camera e la cucina prima di trovarle, ma ero comunque agitato.
Avevo paura di litigare ancora con Eric.
Portai lo sguardo sull’orologio e sospirai.
Dovevo rendermi presentabile, prima dell’arrivo di Roxanne.
Non era il momento di lasciarsi andare.
Mi dissi che ero un uomo adulto, che avevo delle responsabilità e che non potevo far pesare tutto sulle spalle di Eric.
Respirai a pieni polmoni per calmarmi, poi mi alzai.
Leticia e Brian non dovevano accorgersi di nulla o avrei fatto la figura dell’inetto.
Mi obbligai a farmi una doccia calda e a vestirmi.
Quando mia sorella arrivò a casa, mi trovò seduto in terrazza, con una tazza di camomilla ormai fredda davanti.
Assomigliava tanto a sua madre, ma a lei non avrebbe fatto piacere saperlo, per cui decisi di stare zitto.
Indossava un vestito azzurro, dei sandali altissimi e gli orecchini che le avevo regalato per il suo fidanzamento.
Era bellissima, come sempre.
Mi sorrise ed io ricambiai, sentendomi un po’ meglio.
-Buongiorno tesoro- mi stampò un bacio sulla fronte.
-Hey- sussurrai.
-Sei da solo?-
Annuii.
-Hai fatto colazione?- mi chiese, dando un’occhiata al tavolo e alla mia tazza intatta.
-Non mi va- le risposi.
Lei si sedette accanto a me e mi prese le mani, stringendole forte.
-Forza, parla. Ti ascolto- mi disse -È perché devi vedere Brian e Leticia?-
Scossi la testa.
-Non mi sento molto bene stamattina-
-Ti sei svegliato così?-
-Sì- mentii.
Non volevo desse le colpe a Eric o che mi rimproverasse.
Ero agitato per la storia delle medicine e anche per timore di non essere creduto da mio marito.
Non volevo litigassimo.
-Come mai sei da solo? Eric dov’è?-
-È da Vin. Lo sai. Me lo aveva detto che non sarebbe rimasto qui durante la visita di Brian e Leticia-   sussurrai.
-Sì, giusto- ricordò Roxanne -Hai detto a Raúl di tenere James lontano da qui?-
-Sì, sta portando lui ed Hale da Anja, in piscina. Starà con loro fino a quando non lo avviserò-
-Molto bene- sorrise lei -Senti, cosa vuoi mangiare?- mi chiese, estraendo il telefono dalla sua borsa.
-Nulla-
-Andiamo! Cannoli siciliani? Cheesecake? Torta Sacher? Muffin mela e cannella? Qualsiasi cosa tu voglia, te la faccio materializzare a casa- insistette.
-Grazie, ma non mi va, Rox. Non mi sento bene. Ho lo stomaco chiuso stamattina. Ho vomitato prima e non voglio dover riprendere le medicine una terza volta-
-Santo cielo, Curtis! Sai che è successo per via dell’ansia. Devi mangiare! Non ti fa bene prendere tutte quelle pastiglie a stomaco vuoto!-
-Sta zitta, Roxanne- sbottai -Cosa non ti è chiaro di quello che ho detto? Non ho fame!-
Lei ammutolì.
Si limitò a stringermi le mani più forte.
-A che ora arriva Brian?- chiesi.
-N-non lo so- rispose -Non l’ho sentito-
Sospirai.
Roxanne si accorse avessi l’ansia a mille.
-Vieni con me- disse, costringendomi a mettermi in piedi.
-Che vuoi, Dio, Roxy…-
-Fa come ti dico- mi ordinò.
Si tolse i sandali, poi mi trascinò in spiaggia.
Sbuffai, togliendomi le scarpe a mia volta, poi lasciai che Rox mi prendesse a braccetto, mentre affondavo i piedi nella sabbia.
-Era da tanto che non passeggiavamo insieme- sussurrò, cercando il mio sguardo.
-Già-
-Allora, vuoi dirmi che succede o no?- mi chiese.
Sospirai, poi decisi che forse parlarne mi avrebbe fatto bene.
-Speravo che mollando il lavoro, mi sarei sentito meglio, ma non è così. Ho tante preoccupazioni. James mi fa spesso stare in pensiero. La maggior parte delle volte, forse, sono io ad essere troppo apprensivo, ma lui…è il mio unico figlio e ho davvero, davvero bisogno di saperlo felice- sussurrai.
-James è un ragazzino in gamba. Non dovresti preoccuparti così tanto-
-Lo so, ma negli ultimi due anni…ha sofferto tanto. Ha avuti alti e bassi. All’università ha conosciuto tante persone…ma si è fatto pochi amici. Non ha finito gli esami del primo anno e ora sta con questo Hale…che non mi convince per niente- sospirai.
-Senti, grazie al cielo non hai problemi economici. I soldi per le tasse di James li hai. Fallo stare tranquillo e non mettergli pressioni, che non gli fanno bene. Per quanto riguarda Hale, anche a me Rosa non piace, ma Konstantin la ama. Stessa cosa vale per Isidora. Sono convinta che Josh non sia quello giusto, ma forse…quello che loro si aspettano da me è un po’ di fiducia…ed io voglio dargliene. Forse dovresti smettere di pensare che Jay sia un bambino. So cosa hai promesso a sua madre…ma non potrai fargli da scudo per sempre. Ci sono cose da cui non lo hai potuto e non lo potrai proteggere. Lascialo libero, Curtis. Le delusioni e la sofferenza sono parte della vita e lui deve affrontarle per venirne a capo-
Annuii.
-Credi io abbia sbagliato con lui?- chiesi.
-Sbagliato non è la parola giusta. Io credo che certe volte abbiamo semplicemente tentato di difendere i nostri figli da cose per cui non necessitavano protezione- mi rispose.
-Era un sì?-
-Era un “non intrometterti e dagli fiducia”. Gli piace Hale? Okay, lasciagli vedere come va, senza ficcare il naso-
-Credo di aver sbagliato a provare a mettergli contro Axel- ammisi -Ma è stato scioccante vederlo spingere James. Non volevo lo sfiorasse ancora, dopo l’ultima volta-
-Noi della generazione precedente, abbiamo cose ben peggiori da perdonarci, non trovi? Pensa a quando eravamo giovani. Pensa a quanta sofferenza abbiamo creato. Si risolve tutto, Curtis. Ci vuole solo tempo per perdonare e perdonarsi- mi disse, proponendomi poi di sederci.
-Che altro ti preoccupa?- mi chiese.
-Eric- sussurrai -Ultimamente…abbiamo discusso spesso. Un po’ per via della presenza di Hale, un po’ per l’incontro di oggi con Brian. So che Eric è sempre stato sin troppo comprensivo con me, ma se tutto va bene, questa è l’ultima volta che dovrò risolvere un casino causato da…-
-Sai cosa ne penso. Stavolta è una questione eccezionale, ma dopo questa, Brian dovrà vedersela da solo- disse Roxanne.
-Sai che non sarà mai così-
Mia sorella mi attirò a mi strinse a sé.
-Non potrò mai lasciarlo solo- sussurrai -Tu lo sai che gli devo la mia vita intera-
-S-senza di lui, non sarei qui ora. Lo proteggerò sempre, Rox. Fino alla fine, a costo di morire-
-E se un giorno dovesse succedermi qualcosa- aggiunsi -Voglio che Leticia, Axel, Andy e James sappiano, perché Brian non parlerà- sussurrai.
-Devi promettermi che racconterai tutto- cercai gli occhi di mia sorella, separandomi da lei -Così magari riusciranno a perdonarci per tutta la sofferenza che io e Brian gli abbiamo causato-
-Devono sapere che, se quando avevo quindici anni, lui non mi avesse protetto, io probabilmente non avrei resistito così tanto- dissi, spostandolo lo sguardo sul mare, per non scoppiare a piangere.
Fu Roxanne a farlo.
Si strinse a me ed io la consolai, come lei aveva fatto tante volte quando era poco più che una bambina, senza neppure sapere cosa avessi o cosa mi prendesse.
-Se non lo vuoi fare, posso sempre scrivere delle lettere, come mia madre- dissi, sorridendo -Ma tu devi darle a tutti nei momenti meno opportuni come Damian. E devi farli piangere come fontane-
-Smettila, stupido- sorrise, ed io l’abbracciai più forte.
-Scusami per non essere stato il fratello maggiore che forse avresti voluto- sussurrai -Però ti ho presentato uno dei miei amici e te lo sei sposato…quindi direi che il compito è assolto, no?-
Roxanne rise.
-Sei decisamente il miglior fratello maggiore che si possa desiderare, Curt-
Rimanemmo in spiaggia fino a quando il sole non si fece troppo alto e non sentimmo la voce di Eric urlare il mio nome.
Smisi di abbracciare mia sorella, mi alzai in piedi e corsi a casa.
Salii le scale, scalzo e trovai Eric disperato, con un sacchetto bianco in mano e le lacrime agli occhi.
Non appena mi vide, mi si fiondò addosso e scoppiò a piangere per minuti interi, nonostante i miei tentavi di tranquillizzarlo.
-Mi hai mandato quel messaggio strano! Sono tornato qui e non ti trovavo! La casa è in disordine! Mi hai fatto spaventare a morte!- esclamò.
-Sto bene, tesoro- sussurrai, stringendolo più forte -Sta tranquillo-
-A cosa ti servivano le altre medicine? A farmi correre a casa?-
-Ho vomitato dopo averle prese- dissi -E tu non mi rispondevi. Stupido-
Eric sospirò, poi poggiò di nuovo il viso contro il mio petto.
-Scusami, per averti fatto preoccupare- dissi.
-L’importante è che tu stia bene- sussurrò.
Gli accarezzai il viso, per poi stringerlo di nuovo a me.
-Tieni- mi passò il sacchetto bianco, sciogliendo il nostro abbraccio -Forza, siediti che ti preparo la colazione- disse -Lo sai che non ti fa bene prendere le medicine a stomaco vuoto- mi rimproverò, guardando la tazza ancora piena.
-Aspetta- sussurrai -Grazie per tutto quello che fai per me e per tutte le volte in cui mi sopporti-
-Mi devi quindici giorni di vacanza, io e te da soli, in Provenza-
-Non possiamo cambiare posto? Ti porto ai Caraibi- proposi, stringendolo di nuovo a me.
-Scelgo io, Curt. E voglio andare in Francia- mi disse, poggiandomi le mani sul petto.
Sbuffai per farlo arrabbiare e quando Eric sospirò, gli confessai che stavo scherzando.
-Francia sia- sussurrai.
Mio marito sorrise, poi mi baciò.
Roxanne ci raggiunse, trovandoci in terrazza, ancora in piedi, mentre ce ne stavamo stretti l’uno all’altro.
Sorrise, poi cercò di liberarsi della sabbia, per indossare di nuovo i suoi sandali.
Eric, che non si era accorto della sua presenza si spaventò a morte non appena udì il rumore dei tacchi alle nostre spalle.
Si salutarono ed io desiderai chiudere al più presto la questione Brian per godermi le vacanze e la mia famiglia.
Avevo bisogno di stare bene.

Rox’s POV

Eravamo seduti in terrazza, quando il mio telefono iniziò a squillare.
Abbassai lo sguardo sullo schermo, scoprendo mi stesse chiamando Leticia.
-Sono qui- dissi.
Curt sospirò, chiudendo gli occhi, poi si alzò ad aprire.
Eric lo guardò allontanarsi, poi si passò una mano sul viso, in una sorta di segreto gesto di disagio.
-Hey- lo chiamai.
Mio cognato alzò lo sguardo ed io mi sporsi verso di lui.
-Andrà tutto bene-
Eric annuì, poi sospirò ancora.
Curt tornò in quel momento e si diresse verso le scale.
Suo marito si alzò e lo seguì.
Io rimasi seduta, con il mio bicchiere aranciata fresca.
Eric poggiò una mano sulla schiena di mio fratello e lui sorrise.
Brian fece la sua comparsa poco dopo.
Rimasi a bocca aperta quando vidi si fosse tagliato i capelli.
Era bello da morire, abbronzato ed elegante.
Sembrava ringiovanito di vent’anni e per una volta i suoi occhi blu non erano tristi.
Leticia era accanto a lui.
Indossava un vestito giallo, con una fantasia floreale, dei sandali rossi dal tacco comodo ed i capelli raccolti in uno chignon sulla nuca.
Non era cambiata di una virgola.
Mi chiesi se si tingesse i capelli.
Brian ne aveva qualcuno bianco, ma era ancora più sexy.
Anche Curt iniziava ad averne qualcuno sulle tempie.
Io pure, e li odiavo.
Si salutarono tutti in maniera molto pacata e distante, tranne Curt e Brian, che si abbracciarono per un’infinità di tempo.
Eric li guardò, sentendosi palesemente a disagio.
Desiderai avere della vodka da versare nella mia aranciata quando mio fratello fece strada ai nuovi arrivati e Leticia mi si avvicinò con un sorriso stampato in faccia.
Mi sollevai e le diedi due baci, chiedendole come stesse, poi fu il turno di salutare Brian.
-Se mio marito non fosse Alek e non lo amassi così tanto, ti chiederei di scoparmi qui, contro la ringhiera- gli dissi a bassa voce all’orecchio, mentre lui mi abbracciava.
-Ci starei sicuramente- mi sorrise -Sei sempre più bella-
Io sorrisi, poi accarezzai la spalla di Brian e lo invitai a sedersi.
Ci accomodammo tutti intorno al tavolo.
Il figlio di James cercava di continuo lo sguardo di Curt.
Era palese volesse la sua approvazione.
Leticia sembrava finalmente rilassata.
Eric se ne stava accanto a Curt, partecipava alla conversazione e sorrideva a mio fratello che lo teneva stretto a sé.
Fu tutto molto informale, ma formale al tempo stesso.
Quando fu il momento di parlare di affari, Curt rimase in silenzio.
Fui io ad occuparmi della questione, faccia a faccia con Leticia.
Sapevo che Brian sperasse di poter rimanere da solo con mio fratello.
Gli furono concessi solo pochi minuti, mentre loro due fumavano, Eric parlava al telefono con suo figlio a pochi passi da loro ed io chiacchieravo con Leticia.
-Ho saputo che Konstantin si è diplomato- disse -Fagli i miei migliori auguri-
-Non mancherò, se tu farai avere ad Axel i miei per il suo diploma- risposi, sentendomi ridicola.
Sembrava una di quelle conversazioni sterili che di solito facevo agli eventi di beneficienza con le altre riccone.
-Ha intenzione di continuare?- mi chiese -Che università ha scelto?-
“Lo sta facendo per irritarmi? Devo forse ricordarle che il suo adorato Axel ha fatto per ben due volte l’ultimo anno?”.
-No, dato che io ormai sono il braccio destro di Curt, Konstantin prenderà il mio posto- dissi, portandomi il bicchiere di aranciata alle labbra -I miei locali sono suoi ora-
Leticia non si scopose.
-È bello sapere che è così giovane e ha già le idee così chiare- sorrise.
-Che mi dici di Axel? Lui che farà ora?- domandai, nonostante lo sapessi benissimo.
-È stato preso alla Pencey. Studierà architettura- disse.
“Preso” mi venne da ridere “Lo ha accozzato Curt, che è il cugino del rettore”.
-Magnifico! Realizzerà il suo sogno- sorrisi, con un po’ di malizia, facendo riferimento al fatto che avrebbe rivisto mio nipote.
Leticia capì, ma ancora una volta non si scompose.
-Ho cercato di fargli capire che il mondo è pieno di architetti. Ha scoperto di avere anche altre passioni, lontano da qui, ma si sa, a volte il primo amore non si scorda mai- mi rispose, stando al mio gioco.
-Spero solo che trovi lavoro- aggiunse -Ho saputo che lo studio dove vorrebbe lavorare è al completo-
-Sì, James ha un nuovo fidanzatino- dissi, stanca di lanciarmi frecciatine con lei.
-L’orfanello, no?- rise lei.
-Lui. È un ragazzino adorabile- commentai.
-Già- mi rispose -Un’adorabile nullità. Mi sorprende sapere che nessuno si sia preoccupato di cacciare a pedate quell’arrampicatore sociale sbucato da un cassonetto-
-Ti devo forse ricordare che sei nata nella merda e che sei qualcuno solo grazie alla bontà della mia famiglia? Stai lontana da James e da Hale. Mi hai capito, stronza?- le chiesi, col sorriso, per non far insospettire gli altri -Se tuo figlio è ancora nel cuore ci Jay, non avrà bisogno del tuo aiuto per riconquistarlo, ed in caso contrario, non se ne farà nulla comunque- dissi -Lasciateli in pace. Li avete manipolati abbastanza quei due ragazzini per arrivare ai vostri scopi. Se si vogliono, come è ovvio che sia, a furia di cercarsi si troveranno-
-Ora scusami, ma ho da fare. Spero di non rivederti presto, cara. So che sei tornata perché senza Brian, sai che Curt è l’unico a guardarti le spalle. Saggio e allo stesso tempo vergognoso. Non fai più parte della famiglia. Ti proteggiamo perché dobbiamo tanto a Brian e perché Axel è tuo figlio. Ma ricordati, mia cara Leticia, che le spalle a Curt, le guardo io- dissi -Fai un passo falso, e a sto giro sei morta. Nella cappella Davis, ah no, scusa! Volevo dire in quella Castro, c’è tanto posto, a patto che qualcuno di loro ti consideri ancora parte della famiglia. Io non mi scordo di chi ci ha voltato le spalle e chi ci ha fatto soffrire-
Afferrai la mia borsetta, salutai il resto dei presenti, poi me ne andai, soddisfatta di come fosse andato quell’incontro.

Nick’s POV

Mi pentii di aver accettato di passare la mattinata a casa di Tebi.
I miei fratelli ed amici erano lì, intenti a farsi il bagno, prendere il sole e fare merenda.
Io me ne stavo per i fatti miei, ad aspettare che Gabriel rispondesse ai miei messaggi.
James e il suo fidanzatino si limonavano in maniera pesante a pochi metri da me, come se nessuno potesse vederli.
Raúl faceva tuffare dalle sue spalle Fanny ed Esteban, che non perdevano occasione di toccarsi.
Erano ridicoli.
Mi chiesi se quello stupido del mio migliore amico si fosse finalmente accorto di piacere alla sorella di Josh.
Lui se ne stava seduto a bordo piscina.
Izzy e Amy gli facevano le trecce e lui sembrava parecchio infastidito da quella cosa.
L’unica autorizzata a toccargli i suoi splendidi capelli era Fanny.
Konstantin se ne stava steso su una sdraio a mangiare una coppa gigante di gelato, mentre Rosa e Sheena ridacchiavano in disparte, probabilmente criticando il povero Josh o magari Hale e le mani di James sempre dentro il suo costume.
Portai lo sguardo su ragazzo di mio cugino.
Lui e James sembrava si volessero spogliare ed accoppiare lì, sul prato.
Mi ritrovai ad immaginare la scena.
Le guance rosse.
Le espressioni di godimento Hale.
Le sue gambe piegate, il culo esposto.
Ed io dentro di lui.
Era dal giorno in cui mi aveva messo le mani sul viso durante i preparativi del Pride che avevo fantasie su di lui.
Sognavo di baciarlo, esattamente come stava facendo Jay.
Di infilargli le mani nel costume, stringergli le natiche ed insinuarmi oltre.
Immaginavo il suo cazzo tra le mie labbra e la sua peluria chiara ad un palmo dal mio naso.
Il suo odore buono e le sue mani tra i capelli.
Deglutii, imponendomi di smetterla.
Quando avevo Hale intorno, mi dimenticavo di Gabriel, dei miei amici. Di tutto.
Lo volevo.
Nonostante avesse circa quattro anni in più di me e fosse il ragazzo di mio cugino.
Se fino a qualche settimana l’idea di poter scopare entro quell’estate mi sembrava lontana anni luce, erano bastate due settimane con Hale intorno per renderlo il mio chiodo fisso.
Le sue labbra rosse, i suoi capelli biondi e le sue lentiggini.
I suoi occhi chiari e quel sorriso timido.
Mi chiesi se lo fosse anche a letto.
Se si nascondesse il viso, se i suoi gemiti fossero forti o sommessi.
Che sapore avevano le sue labbra?
Jay mi avrebbe ucciso se avesse potuto leggermi nel pensiero.
Hale.
Anche il suo nome mi piaceva.
Pensai che avrei dovuto provare a conoscerlo.
Avvicinarmi a lui e chissà, magari baciarlo un giorno.
Fantasticai sul fatto che magari con James le cose non andassero bene.
-La smetti di guardarli così- mi diede un buffetto mio fratello.
-Che vuoi!- sbuffai, guardandolo male.
-Ti piace il biondino?- mi chiese, sedendosi accanto a me.
-N-no- balbettai.
-A me puoi dirlo- sorrise.
Non risposi.
-Te lo faresti, eh? Piccola canaglia- mi scompigliò i capelli, attirandomi a sé.
-Lasciami stare!- mi lamentai.
-Sporcaccione, ti piacciono i biondini!- continuò a prendermi in giro.
-Finiscila, coglione! Se Jay ti sente…-
-Stavi sbavando- rise Kostia -Cosa gli stavi facendo nella tua mente, eh maialino?-
-La vuoi finire?- sbottai, attirarndo l’attenzione di mio cugino e del suo ragazzo.
Arrossii a dismisura, quando i miei occhi incontrarono quelli chiari di Hale.
Lui mi sorrise ed io mi sciolsi.
-Non hai possibilità con lui. E poi sta con James- mi disse mio fratello, diventando serio.
Cercai lo sguardo del biondo, ma lui e mio cugino si baciavano di nuovo.
-Guarda i marmocchi della tua età. E sta lontano da quelli occupati. E se proprio non vedi l’ora di scoparti qualcuno, fatti Gabriel. Non saresti di certo il primo- sussurrò Konstantin.
-Gabriel l’ha già fatto?- chiesi, diventando improvvisamente serio, scordandomi di Hale e del mondo circostante.
-Sì, quando Rosa ha saputo che vi frequentate, mi ha detto che lei è sicura di averlo visto scendere dalla macchina di Teo Weaver nel periodo di Natale. Tutta la scuola dice che scopavano. Pare che Gabriel sia un grande zozzone- rise.
-E quindi?- chiesi.
-Quindi cosa?-
-Me lo stai dicendo per farmi ingelosire? E poi lui non è tuo amico? Perché spettegoli alle sue spalle?-
-Che c’entra Nick! Mica sto spettegolando! Ti ho solo detto solo che forse di vedevano! Mica puoi essere geloso perché non sei il primo! E poi tu sei mio fratello! Io ti metto in guardia...poi scegli te cosa fare. Ad ogni modo, sta lontano dal ragazzo di James-
-Io mi vedo con Gabriel, idiota! Non c’è bisogno che mi dica tu di stare lontano da Hale. Non ho secondi fini- dissi a voce bassa.
-Uomo avvisato, mezzo salvato- mi disse, poi mi lasciò da solo per raggiungere Raúl.

Hale’s POV

-La vuoi finire?- sussurrai, contro le labbra di James, mordendogliele.
-È che non riesco a smettere di pensare a ieri notte- disse lui, guardandomi come forse non mi aveva mai guardato prima.
-Neppure io, ma levami le mani dalle mutande- sorrisi, attirandolo a me e baciandolo di nuovo.
Jay era felice.
Sorrideva, scherzava e finalmente non mi si staccava di dosso.
Mi riempiva di attenzioni e quella mattina mi aveva portato la pizza della sera prima a letto e l’avevamo mangiata per colazione, stretti l’uno all’altro.
Ci eravamo fatti la doccia insieme e quando Raúl era passato a prenderci, nessuno dei due aveva voglia di uscire.
Avremmo voluto passare tutto il giorno a letto e magari farlo di nuovo.
Mi sentivo estremamente bene.
Era un po’ come se finalmente io e James stessimo realmente insieme.
Pensarlo mi rattristò un po’, perché non mi piaceva l’idea di essere diventato così importate per lui solo dopo aver scopato.
Poggiai la testa sulla sua spalla e sospirai.
-Che succede?- mi chiese.
-Nulla. Stavo solo pensando…- sorrisi, baciandogli la guancia.
-A cosa?-
-A quanto mi fai stare bene- sussurrai.
James sorrise.
Un sorriso vero, molto più ampio di quelli che mi concedeva di solito.
-Ti amo- mi disse.
-Anche io- risposi, baciandolo di nuovo.
-La finite di ficcarvi la lingua in bocca?- chiese Raúl.
-Perché hai paura di avere un’erezione?- scherzò James.
-Tu hai paura di vederla. È enorme- gli rispose il riccio, per le rime.
-Chiediamo ad Amy e vediamo chi vince?-
Quella battuta non fece ridere né me né Raúl.
Infantile, offensiva e fuori luogo.
-Sai che sei un coglione?- sbottò il riccio.
-Confermo, sei un pezzo di merda- dissi, poi mi alzai di scatto e lo lasciai solo con l’amico, sperando lo prendesse a pugni.
Mi diressi proprio verso la bionda e la presi per mano, portandola lontano dalla piscina.
Lei si guardò intorno, senza capire cosa stesse succedendo.
-Io e James l’abbiamo fatto- dissi, non appena fummo da soli.
La bionda sgranò gli occhi.
-Wow! Come è stato? Ti ha fatto male? Ti è piaciuto? È stato dolce?- chiese lei, entusiasta.
-Sì a tutto. È stato fantastico. È andato tutto alla perfezione e anche adesso…era tutto perfetto, fino a quando James non si è trasformato nel solito maschio troglodita che deve vincere la gara a chi ce l’ha più grosso-
-Che ha fatto?- alzò gli occhi al cielo lei.
-Raúl gli ha detto di smettere di ficcarmi la lingua in bocca in pubblico e sono partite una serie di battute stupide. Jay alla fine ci ha messo in mezzo il suo cazzo e pure te-
-Sai una cosa? Avrei preferito non saperlo- mi disse -Grazie tante, Hale! Mettermi contro James è proprio nel tuo stile. A volte ho l’impressione che ti piaccia creare il vuoto attorno a lui. Guarda che mi sono accorta di come ti guarda Nick. Che hai fatto quel giorno, alle prove del Pride, per farlo andare via così?-
-I-io non ho fatto nulla- provai a giustificarmi -Lui è l’unico gentile con me qui- sussurrai, con gli occhi lucidi -Pensavo fossimo amici- dissi ad Amy.
-Non posso essere tua amica, se mi parli male di James-
-Non ti ho parlato male di Jay…io volevo solo dire a qualcuno che le sue battute mi infastidiscono!-
-E hai pensato di dirlo a me? Per farmi stare male, dato che guarda caso la battuta era su di me?- mi chiese, infastidita.
-N-no…non era mia intenzione…pensavo mi avresti capito…-
-Ti fai il vuoto attorno così e lo crei attorno a Jay, che probabilmente, visto che è un idiota, ti difenderà sempre. Sei uno stupido bambino, che non fa altro che piangere e lamentarsi. Sei perfetto per James, perché siete sue viziati di merda egocentrici! E Raúl ha ragione. Se dovete limonarvi e ficcarvi le mani nelle mutande, prendetevi una stanza-
-Ah, di’ al tuo stupido ragazzo che Raúl mi scopa meglio- aggiunse, poi mi lasciò da solo, in mezzo al giardino e raggiunse il riccio.
Mi sedetti su un muretto lì accanto, con gli occhi lucidi e il cuore a pezzi.
Farmi posto in quel gruppo si stava rivelando impossibile.
Tutti erano e sarebbero sempre stati contro di me.
-Tutto okay?- mi chiese Nick, passandomi accanto.
Aveva in mano un bicchiere di limonata ghiacciata.
Non ci avevo fatto caso prima, ma aveva un bel fisico.
Mi soffermai un po’ troppo sulla leggera linea di peluria scura, sotto l’ombelico.
Era bellissimo e mi trattava cento volte meglio di James e di tutti gli altri.
Solo che non potevo essere amichevole con lui.
Amy aveva insinuato…io ci avessi provato con lui!
Mi affettai a guardarlo negli occhi azzurrissimi, non potendo nascondere il fatto che stessi per piangere.
-Sto bene- mentii -Non preoccuparti-
-Allora perché hai gli occhi lucidi e James è da solo che ti guarda come se avesse fatto una stronzata?-
-Perché l’ha fatta. Ne fa’ di continuo- mi lamentai.
-V-vuoi parlarne?-
-No, torna pure a divertirti- lo respinsi.
-Non mi sto divertendo. Sono qui perché mio fratello mi ci ha trascinato. I miei migliori amici non sanno di essere innamorati. O meglio, Tebi non sa di esserlo di Fanny ed io odio stare al sole- mi disse -Come te-
-Andiamo a metterci una maglietta e della crema?- mi propose.
-Strana proposta- dissi.
-Non volevo essere inopportuno- si scusò.
-Non lo sei stato- sussurrai -Scusami…è solo che…-
-Lo so che tutti si stanno comportando da stronzi e ti stanno escludendo. Lo facevano anche con Amy l’anno scorso. Devi sbattertene. Sono solo dei piccoli figli di papà. Si credono parte di un élite e se la prendono con i più deboli. Vieni. Non dargli soddisfazione-
Mi accompagnò al mio zaino e presi la mia maglietta, poi decidemmo di andarci a sedere all’ombra.
-Che ha detto Jay per farti arrabbiare?- mi chiese, osservando suo cugino alzarsi e camminare verso di noi.
-Classica battuta deficiente su quanto l’abbia grosso con aggiunta di “chiedilo ad Amy” per infastidire Raúl-
-Non è mica l’unico della famiglia- scherzò, per poi arrossire, preoccupato per aver fatto una battuta sullo stesso argomento.
Cercò di essere spavaldo e sminuire James, ma mi sembrò più tenero che altro e mi fece sorridere.
-Ti ho dato fastidio?- mi chiese.
-La mia battuta- intendo.
-No- scossi la testa -Ci stava. Un bel modo per prendere Jay in giro e farmi conoscere le tue dimensioni-
Nick arrossì ancora.
-Scusami, non avrei dovuto- disse, alzandosi in piedi.
-D-dove vai?- gli chiesi.
-Mi ha chiamato Konstantin- mi disse.
Mi girai verso suo fratello, scoprendo che effettivamente gli stesse facendo segno di raggiungerlo.
-E comunque, poteva risparmiarsela…Jay. L-la battuta intendo. Soprattutto la parte su Amy. F-finché si è tra ragazzi, è normale…credo…scherzare sulle dimensioni- sussurrò, poi si mise a correre per raggiungere suo fratello, lasciandomi solo.

Jay’s POV

-Posso?- chiesi ad Hale.
-Solo dopo aver saputo che Amy dice che Raúl la scopa meglio di te- mi guardò male.
Sospirai.
-Ho detto una cosa di cattivo gusto, okay? Lo so- ammisi.
-Ti farebbe piacere se ti facessero battute su tutti i cazzi che ho visto prima del tuo?-
-Sul tuo quindi?- scherzai.
-Sei davvero un coglione- esclamò Hale.
-Dai, amore. Non ti ha fatto ridere nemmeno un po’?- cercai di abbracciarlo.
-No e non toccarmi. Idiota-
Rimasi per un po’ in silenzio, poi cercai di parlare di nuovo con lui.
-Che voleva Nick?- gli chiesi.
-Farmi compagnia perché tu sei stronzo, non altri amici ed Amy è arrabbiata con me…-
-Hai fatto la spia…- alzai le spalle.
-Sì, ma tu rimani comunque uno stronzo!- sbottò.
-Hale…-
-Sei un egocentrico di merda. Hai cercato di umiliare Raúl e per farlo hai tirato in mezzo la ragazza che gli piace da anni, con cui ci hai comunque provato e che ti sei scopato, perché sei uno stronzo e pensi che tutti ti debbano qualcosa, compresa la loro amicizia. Il fatto che ti conoscano da sempre o che i vostri genitori siano amici, non implica che debbano passare sopra tutte le tue stronzate- disse -Sei un viziato di merda, abituato a comandare, perché i tuoi genitori hanno esaudito ogni tuo stupido desiderio-
-È questo che pensi di me?- gli chiesi, sentendo i miei occhi farsi lucidi.
-Penso che tu debba crescere. Tuo cugino ha quindici anni ed è più maturo di te-
-Okay, buono a sapersi- sussurrai con le lacrime agli occhi, alzandomi in piedi  -Il viziato di merda se ne va e non vuole più vederti. Chiedi a Nick se ti ospita lui o tornatene al campus e fatti l’estate solo come un cane. Avrò amici stronzi, ma almeno posso sempre contare su di loro. Tu ne hai di amici!-
-J-jay- si sollevò, allarmato.
-Vaffanculo-
-No, aspetta…- mi bloccò, afferrandomi la mano, mostrandomi i suoi occhi lucidi.
-Ti rendi conto che la mia era una battuta stupida per prendere in giro Raúl?- sbottai -Di cattivo gusto, sì. Ma noi scherziamo da sempre su queste cose. Ci conosciamo da sempre. Pensi che la mia amicizia con loro si rovini per una battuta schifosa? Ho sbagliato. L’ho ammesso. Voglio bene ad Amy. Le chiederò ancora scusa e in ogni caso, lei non ha bisogno di un difensore da quattro soldi come te!-
-Tu le cose che mi hai detto le pensi!- dissi a denti stretti -Devi smetterla di pensare che per me sia stato tutto facile. Non è vero! Non è vero! E non è vero!- singhiozzai -Tu non sai nulla di me! Non fai neppure lo sforzo di conoscermi! Mi giudichi dal tuo piedistallo del cazzo, quando non sai niente di quando cazzo sto male! Mi conosci da pochi mesi e ti permetti di fare stupide analisi insensate sulla mia vita, sulle mie abitudini e sulle mie amicizie! Chiediti perché sei solo, Hale!-
Il nostro litigio attirò gli sguardi dei miei cugini e dei miei amici.
Nessuno di loro era abbastanza vicino da capire cosa ci fossimo detti.
Si erano solo accorti che avessimo discusso.
-James, possiamo andare via e parlare a casa?- mi chiese.
-No. Non ho nient’altro da dirti-
-Ti prego, non lasciarmi qui da solo!- scoppiò a piangere, quando feci di nuovo per andarmene.
-Scusami. Non penso le cose che ti ho detto! Sono uno stupido e mi dispiace per…i-io…- mi si aggrappò al braccio.
-Lo show è finito- intervenne Raúl.
-Venite con me- disse -Entrambi, senza fiatare- ci afferrò per le braccia e ci trascinò via.
Ce ne andammo, sotto gli sguardi curiosi dei miei amici.
-Salite in macchina-
Mi vergognai a morte.
Hale mi metteva continuamente in imbarazzo.
Mi faceva un mucchio di scenate.
Mi dipingeva come la persona peggiore del mondo.
Ero pronto a cantargliene quattro non appena saremmo arrivati a casa, quando mi accorsi che Raúl aveva preso una delle strade che portavano fuori dalla città.
-D-dove stiamo andando?- chiese Hale, preoccupato.
-Sta zitto, biondo. Dovete stare zitti entrambi e pensare a cosa odiate l’uno dell’altro-
-Che cazzo hai in mente?- sbottai.
-Adesso vedrai- svoltò, fermandosi in mezzo al fottutissimo nulla.
-Portaci a casa, coglione- gli dissi.
Hale era terrorizzato.
-Adesso uscirete fuori dalla macchina insieme a me e a turno vi urlate in faccia tutta la merda che avete da dirvi, esattamente come poco fa, ma senza spettatori. Fuori, scendi- mi obbligò a fare come diceva.
Il biondo non si fece pregare.
Si abbracciava da solo, come un cucciolo spaventato.
Mi sentii in colpa per non aver accettato di portarlo a casa e discutere con lui in maniera civile.
-Pagliaccio, portami a casa, o chiamo mio padre- urlai a Raúl.
-Per farti mollare due schiaffi? Fa come ti ho detto. Inizi tu. Devi dire ad Hale tutto quello che non sopporti di lui. Lo scopo è farvi male a vicenda e vedere se la vostra storia continua. Forza, buttate fuori tutto. Insultatevi. Liberatevi delle vostre stupide maschere da bravi ragazzi e vomitatevi addosso tutte le cattiverie di cui siete capaci-
-Sei un sociopatico di merda- dissi.
-Vi sto solo permettendo di litigare in pace e vi sto istigando un po’ per divertimento-
-I-io…non odio niente di lui- sussurrai, cercando il suo sguardo -A volte qualcosa mi infastidisce, ma non è nulla di irreparabile…-
Hale tremava.
-Andiamo, non odi quando piagnucola come sta facendo adesso?- mi chiese Raúl.
-E tu- indicò Hale -Non odi quella faccia da schiaffi, quando pensa di avere sempre ragione? Non vorresti urlargli in faccia che senza i suoi genitori non è nessuno?-
-Smettila, Raúl- alzai la voce.
-Forza biondo. Parla. Diglielo che è un figlio di papà, pieno di soldi che non si è mai guadagnato nulla come invece fai tu-
Hale scosse la testa.
-Ah, già sei un codardo. Ma tanto sappiamo che lo pensi- rise -Forza James, tocca a te. Perché non gli dici quanto hai odiato il fatto di doverlo inseguire per scopartelo?-
Il biondo mi guardò e scoppiò a piangere.
-Glielo hai detto?-
-No. Non mi ha detto niente. Ma si vede che finalmente ha ottenuto ciò che voleva. Oggi ti stava stranamente appiccicato!-
-Non è vero, io ti amo, Hale!- urlai -E tu sei un bastardo! Non ti pare di esserti già vendicato abbastanza per la battuta su Amy? -gli chiesi, stanco che gli altri si intromettessero in qualcosa di solo mio.
-In realtà mi devi pagare l’anno di merda che mi hai fatto passare! Forza, digli quanto ti da’ fastidio averlo sempre alle calcagna, quanto ti manca Axel. Quanto…-
-Sta zitto!- urlai, in lacrime avventandomi su Raúl -Di’ un’altra cazzata su Hale e ti ammazzo!- lo spinsi, buttandolo per terra per prenderlo a pugni.
Lottammo e ci picchiammo, fino a quando il biondo non riuscì a separarci.
Hale mi strinse a sé ed io sospirai.
-Era da tempo che ti volevo mollare due cazzotti- disse Raúl, divertito.
-È un vizio della tua famiglia essere delle luride teste di cazzo- gli risposi, toccandomi il sopracciglio spaccato.
-Però siamo nati per difendere voi stupidi Wilson-
-Coglione, lo chiami difendermi questo?-
-Alla prossima che dici su Amy ti spezzo tutte ossa che hai- sussurrò.
-Prova di nuovo a separarmi da Hale e ti faccio pentire di essere nato- risposi.
-Comunque, a parte la nostra scazzottata in amicizia, io credo dovreste realmente parlare, piccoli stronzetti- disse Raúl, pulendosi le mani dalla terra.
-Ci vediamo in questi giorni- ci salutò, salendo in macchina.
-Pezzo di merda!- esclamai, quando mi accorsi che stesse cercando di lasciarci lì.
Ci riuscì.
Io ed Hale restammo a piedi.
-Ho il cellulare in macchina di quel bastardo, o a casa delle gemelle- dissi.
-Io ce l’ho il telefono- rispose il biondo.
-Okay, chiama un taxi. Anzi, cerchiamo prima di capire che indirizzo dargli- cambiai idea.
-O forse è meglio chiamare mio padre…- pensai a voce alta.
Hale si rimise il telefono in tasca.
-Sai, forse Raúl ha ragione. Dovremmo parlare- disse, sedendosi per terra.
-Sì, dobbiamo decisamente parlare! Ma a casa! Non buttati per terra, come selvaggi!- esclamai, furioso -Raúl me la pagherà cara!-
-Che differenza fa’ qui o a casa?- mi chiese Hale.
-Nessuna, hai ragione- risposi, sedendomi di fronte a lui.
-Le cose che ha detto Raúl su di me…le pensi davvero?- mi chiese -Voglio che tu sia onesto-
-No. Non le penso- dissi, sincero -Ci sono delle cose che mi infastidiscono. Tipo le scenate che mi fai, o quando mi stai appiccicato. Sai che mi piace non avere i miei spazi. E poi mi innervosisci quando ti lamenti. Non è vero che ho odiato aspettare di poter fare l’amore con te…io…avrei solo voluto farlo prima…che è diverso…e ora sai perché- sussurrai -Sai quanto è bello affidarsi all’altro e perdersi in lui-
Hale sorrise.
Si sporse per accarezzarmi il viso, ma mi sottrassi.
-E tu, pensi le cose che Raúl ha detto?- chiesi.
-No- sussurrò -Quando siamo arrabbiati, tendiamo a dire cose che…non pensiamo. Cerchiamo di ferire l’altro per stare meno male. Raúl ci conosce…sa quali sono le nostre paure…e le ha usate, come hai fatto tu quando hai tirato fuori Amy-
-La verità…è che ti invidio molto, James. Così tanto…che a volte…vorrei essere te- confessò, lasciandomi di sasso.
-Hai dei genitori magnifici, che si amano tanto, che farebbero di tutto per te e che ti proteggeranno sempre, qualsiasi cosa succeda. H-hai un posto sicuro in cui tornare ed essere sempre il benvenuto. Hai degli amici stronzi, viziati ma meravigliosi che farebbero di tutto per te. Hai una bella casa, una stanza tutta tua, una macchina e tanti bei ricordi- sospirò.
-Io invece sono solo e non ho nulla. Non posso contare su nessuno e a volte, nel cercare di legare le persone a me, tendo ad allontanarle dagli altri…per rendermi necessario. I-io me ne vergogno profondamente ma ti assicuro che non lo faccio a posta. Non voglio separarti dai tuoi amici. Vorrei soltanto mi accettassero! Finiscono tutti per odiarmi…ma io voglio solo essere parte di qualcosa! Voglio sentirmi amato! Voglio essere importante per qualcuno!- singhiozzò -Voglio solo che qualcuno che mi chieda come è andato il mio ultimo esame. Se ho mangiato e se mi sono coperto per uscire la sera. Voglio che qualcuno mi stringa a sé se sto male e mi asciughi le lacrime se sono triste. Qualcuno che non riesca a dormire per la preoccupazione, sapendo che ho la febbre. Voglio tutto ciò che tu hai da sempre e che non ho mai avuto. Voglio solo essere amato senza riserve, come te!- disse -Voglio essere il tuo primo pensiero, James. Vorrei solo poterti affidare tutto me stesso. Fidarmi incondizionatamente di te! Ti sto dando tutto quello che ho in cambio del tuo amore e del tuo rispetto! Ti prego, amami, James- disse in lacrime -Non buttarmi via anche tu come se non valessi niente!-
-Hey- sussurrai, stringendolo a me -I-io te lo prometto. Non ti lascerò mai da solo, Hale. Hai sentito?- gli chiesi, asciugandogli le lacrime.
-Mi prenderò cura di te e ti proteggerò. Ti darò tutto quello che non hai mai avuto, ma ti prego, non deludermi anche tu- sussurrai, in lacrime -Non abbandonarmi senza motivo, come Axel-
Hale non aveva mai avuto nulla. Voleva solo fossi onesto con lui. Voleva solo lo amassi.
Io avevo tutto e continuavo ad anelare l’amore dell’unica persona che mi aveva spezzato il cuore.
-Ci prenderemo cura l’uno dell’altro- sussurrò il biondo.
-Sì, io ci sarò sempre per te- ripetei.
Ci abbracciammo così forte da farci male.
Piangemmo come due stupidi in mezzo all’erba secca e alla terra, sudati a causa del caldo incredibile e sporchi per esserci seduti per terra.
-Nessuno ci farà salire su un taxi conciati così- sussurrò Hale, divertito, asciugandomi le lacrime.
-Non di certo mio padre sulla Lamborghini- risi.
-Cosa facciamo?-
-Richiamo Raúl?-
-No! Non lo voglio più vedere! È pazzo!- esclamò Hale.
-Un po’- sorrisi- Vediamo se passa un autobus da queste parti?- proposi.
-Meglio chiamare i tuoi-
-Come gli spieghiamo questo?- chiesi, indicandomi.
-Gli diciamo la verità. Hai pure il sopracciglio spaccato-
-Non sono sicuro sia una buona idea. O meglio. Ho paura di deluderli-
-Non vi dicevate tutto voi?-
-Sì, Hale! Non voglio sappiano che abbiamo discusso! Credi che a loro possa far piacere sapere che io e te non facciamo altro che litigare? Ieri stiamo stati ognuno per i fatti suoi per tutto il giorno! Meglio se andiamo a piedi-
-Sei scemo? Rischiamo l’insolazione-
-Chiamo papà, allora. Anche se mi farà passare il pomeriggio a lavare la sua macchina e mi chiederà di dirgli la verità-
-Ti aiuto io- mi sorrise Hale.
Sospirai.
Vederlo sorridere mi bastò ad accettare il fatto di dovermi subire la ramanzina dei miei e le loro solite prediche.
“Hale non è quello giusto per te”.

Angolo autrice!

Ciao a tutti!
Come state? Io dovrei studiare, ma ho passato gli ultimi tre giorni al computer a scrivere :(

Beh, che ve ne pare di questo capitolo?

Vi aspettavate un incontro diverso tra Brian e Curt?
Vi è piaciuto il modo in cui Rox ha affrontato Leticia?
Che ne pensate della situazione tra James ed Hale?
E Nick? Si è già lasciato Gabriel alle spalle?

Aspetto i vostri messaggi e commenti!

Bacini,

Andy

Scelte-Sequel di Coincidenze-COMPLETAWhere stories live. Discover now