CAPITOLO 18

29 2 8
                                    

MAI PIÙ!

Nessuna emozione.
Come se non fosse successo niente.
E allora perché quel "niente" ha provocato tutto questo?
Perché se non significava niente non abbiamo parlato per due giorni?
Perché mi evita?
Perché questo suo atteggiamento?
Emma, lo sai. Di sicuro non avrà accettato il fatto che io me ne vada da qui.
Potrebbe essere la sua reazione a tutta questa situazione.
No, è così perché è stronzo.
Sono troppo arrabbiata per pensare in positivo.
Ormai non sono più quella persona, e la gente deve farsene una ragione.
Non posso permettere di farmi vedere così, distrutta e debole.
'Mai più una cosa del genere!' mi ricorda la mia mente.
Hai ragione. Mai più.
Quel bacio non ha significato nulla? Perfetto Nick, si gioca in due a questo tuo gioco.
Vuoi 'il niente' ? Sarò più che contenta di dartelo.
Ma lui non sarà mai niente.
È pur sempre il mio migliore amico, e nonostante tutto io adoro quel ragazzo.
Ma ora non so cosa pensare.
Non ho la mente lucida.
Sono offesa, delusa, arrabbiata. Troppo e tutto insieme.
Il telefono che vibra dentro la mia borsa mi distrae da questi maledetti pensieri.
Un messaggio. Da mamma.
Ecco, sono nella merda.

'Emmy, sono Paul, ho rubato il telefono alla mamma. Mi dispiace molto, ma tu puoi farcela. Tu sei più forte di tutti , dimostralo. Ti difendo io se devo. Torna qui da noi. Ti voglio bene!'

Paul sei il mio tesoro più grande. Cosa sarei senza di te!
È vero.
Sono più forte di tutto questo, ma non devo dimostrarlo a loro, ma a me stessa.
Mi tolgo la tunica, trovo il corridoio giusto e mi avvio verso il campo.

Tutto si è già trasformato in una festa.
Pista da ballo, luci colorate e decorazioni!
Sembra di essere ad un ballo di fine anno.
Molto bello, ma non di nuovo.
Uno basta e avanza.
Eppure ero felice quella sera.
Io e Leo incoronati re e reginetta della scuola.  Se ci penso ora mi viene da ridere.
Io reginetta? Per favore. Solo perché ero la ragazza del quarterback.
ERO. Per fortuna.
<< Emma! >> mio padre corre verso di me e mi abbraccia stretta.
Percepisco la sua preoccupazione.
<< Sto bene, papà. Dovevo andarmene per un po'. Sono qui adesso. >>
Lo tranquillizzo e lui ricambia con un sorriso.
<< Mi dispiace così tanto...>>
<< Non preoccuparti, Emma è forte , vero? >> dice Paul facendomi l'occhiolino.
<< Si è così. >>
Mi inginocchio per guardarlo negli occhi.
<< Grazie. >> gli sussurro.
Sorride e senza perdersi nelle smancerie raggiunge un gruppo di bambini che giocano a palla.
Non vedo più mia madre.
Sarà già scappata per la vergogna, non le do torto questa volta.
<< È stata una bella cerimonia, vero? >> qualcuno dice alle mie spalle.
Allora non te ne sei andata...
<< Mamma lo so, mi dispiace per tutto questo casino e di non aver reagito subito, ma non è stato facil..>>
Il suo abbraccio mi sorprende a tal punto che rimango paralizzata.
Wow, mi aspettavo uno dei suoi tanti discorsetti, non ero preparata a questo.
Mia madre, che mi abbraccia.
Dopo aver realizzato ciò che sta succedendo ricambio e la stringo più forte a me.
<< Non devi scusarti amore, non è per niente colpa tua. Eri così bella sul palco, sono così orgogliosa di te. Londra ti adorerà. >> esclama a voce alta.
Non so cosa rispondere. Sono talmente felice, non trovo le parole giuste.
L'appoggio della mia famiglia è tutto quello di cui ho bisogno.
<< Va bene! Basta, lasciala respirare Theresa! Possiamo andare a mangiare ora? Ho una fame tremenda! >> dice mio padre interrompendo questo momento di affettuosità.
Si ho fame anch'io.
Dopo alcuni secondi arriviamo al bancone allestito per il buffet.
<< Te l'avevo detto che l'avrei convinta con i miei metodi.>> mi bisbiglia mio padre.
<< Oddio, non ancora questa storia! >> esclamo ridendo.

Sono seduta in un tavolino a guardare tutti che si scatenano nella pista da ballo.
Dalla musica pop ad una musica lenta per le coppiette.
Ad ognuna di queste notavo che Leo mi fissava e che si avvicinava sempre di più verso di me nel tentativo di chiedermi di ballare.
Non vorrei condividere nemmeno l'aria con te figurati starti così vicino.
Basta pensare.
Mi avvicino di nuovo al bancone e mi verso un po' di champagne.
La nuova Emma ora beve.
Mi piace questa nuova versione.
Così almeno dimentico tutto.
Ma come sempre mi sbagliavo,perché proprio in questo momento Elisa mi raggiunge, al fianco di Nick.
Oggi non è giornata.
<< Ecco la nostra ragazza! Sei bellissima, vero Nick?! >>
<< Si, lo è.>> risponde velocemente.
Vatti a fare un giro, lontano da me.
No, anzi non te ne andare.
Ugh, smettila di confondermi!
Decido di ignorarlo e dedicare tutte le mie attenzioni a sua madre.
<< Elisa, grazie mille! E avevi ragione sul vestito, me lo devi prestare un giorno! >>
Indossa un lungo vestito rosso molto elegante, è bellissima.
Dopo aver fatto una giravolta mi sorride soddisfatta.
<< Si lo so, è stupendo! Quando tornerai da Londra sarà qui ad aspettarti! >>
<< Aspetta, come fai a sapere di Londra? >> rispondo confusa.
<< Oh, è stato proprio...>>
<< Tuo padre! Stavamo parlando con lui prima e ce lo ha detto. >> dice Nick a voce alta.
Henry Hamilton! Sul serio?!
<< Ora devo raggiungere mia sorella, mi mancherai tantissimo. Casa nostra è sempre aperta ricordatelo, fammi sapere tutto, chiamami! >> dice Elisa dandomi tremila baci sulle guance.
<< Trattieni le lacrime mamma, perché ti serviranno per quando dovrai salutare me. >> esordisce Nick dopo qualche minuto.
Eh? No, ancora con questa storia di seguirmi.
Non mi parla e ora si vorrebbe trasferire in un'altra città con me?!
E poi proprio oggi, davanti a sua madre?!
<< Che intendi dire? >> domanda Elisa a sua figlio.
Panico.
Panico.
Panico!
<< Lo sai Elisa! Come sei drammatico Nick, la Juilliard non è poi così lontana da casa! >> esclamo ridendo.
Ti prego, credimi.
<< Veramente io non intendevo...>>
No, non oggi!
<< Nick, ho una voglia pazzesca di ballare. Andiamo! Ti chiamerò di sicuro Elisa, mi mancherai! A dopo, forse! >>
Lo trascino via da lì, lasciando sua madre con uno sguardo confuso.

Una volta arrivati dentro la pista da ballo mi costringo a non calpestargli il piede.
<< Ti sembra il momento adatto per fare scenate di questo genere?! Poi davanti a tua madre! >> gli dico stizzita.
<< Stavo dicendo solo la verità, ora sarà più doloroso raccontarle tutto! >> mi risponde facendomi una smorfia.
<< Tu non devi dirle niente, perché tu non farai niente! >>
Sto praticamente urlando.
Non me ne frega, basta che lo capisca .
<< Questo si vedrà, allora? Balliamo? >>
Allunga una mano verso di me.
Fa sul serio?!
Rimango in silenzio a braccia conserte.
Proprio nel momento in cui decido di rispondergli a dovere il preside parla nel microfono.
<< Signore e signori, per continuare nei migliore dei modi questa bellissima serata vorrei invitare a cantare qui sul palco una delle nostre migliori performer. La nostra reginetta e prossima studente modello alla Juilliard School.
Emma Hamilton! Un applauso! >>
Dovevo scappare quando ne avevo l'opportunità.

COMPLICATED.Where stories live. Discover now