. Capitolo 6 .

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Sentivo le luci del sole, scaldarmi il viso, aprii lentamente gli occhi "Sono a casa finalmente" mi se detti sul letto e mi guardai in giro, finché il mio occhio non cadde sui miei dipinti e a quel punto mi venne in mente un flashback:
"<< ...però quando torno a casa e inizio a dipingere niente e nessuno mi riesce a rendere invisibile e inferiore >>
<< Ti piace dipingere? >>
<< Sí, é il mio hobbie preferito e il tuo? >>
<< Anche il mio, ma ultimamente non ho mai tempo, ho prima una questione urgente da portare a termine >>" spostai le coperte e mi alzai dal letto, mi avvicinai ai miei dipinti e li buttai tutti dalla finestra, insieme alle pitture e ai pennelli: << Victoria tutto bene? >> Alaric era corso in camera mia, doveva aver sentito lo schianto dei quadri fuori: << No, non va bene per niente >> si affacció dalla finestra e li vide: << Ma i tuoi dipinti?! >>
<< Non ne voglio più sapere di dipingere, di quadri, di pennelli, niente di niente... Voglio solo dimenticare >> m'inginocchiai e portai le mani davanti al viso, non volevo farmi vedere che stavo piangendo di nuovo: << V-Va bene... É tutto ok!! >> Alaric s'inchinó e mi tolse le mani dal viso: << Ma ora vieni giù, ho preparato la colazione, la tua preferita >>
<< Crepe con il triplo cioccolato? >>
<< Più che triplo, quadruplo >> mi aiutó ad alzarmi e scendemmo entrambe in cucina.
Il suono della campanella mi rimbombava nelle orecchie, entrai in classe e appoggiai la testa completamente sul banco: "Ben tornata a scuola Vic" la classe si riempí, da una parte avevo vicino a me Elena e dall'altra Bonnie: << Vic non puoi metterti a dormire, sei mancata già abbastanza >> mi sussurró Bonnie senza farsi sentire dalla professoressa di matematica: << Lo so, ma non avevo scelta >> mi guardai il polso e mi ricordai di quella notte, la notte in cui avevo parlato con Klaus, senza sapere chi fosse veramente, la notte dell'incidente e di Klaus che mi salvava, in quella notte sembrava gentile e fin troppo simpatico, ma il mattino seguente rivelò il suo vero volto "No... É impossibile, era stato gentile, i suoi sorrisi erano sinceri, il suo sguardo lo era, eppure mi manca il punto... Oppure no... Quella mattina non era il suo vero volto era..." << Una maschera... Era una maschera >>
<< Come signorina Evans? >> mi chiese la professoressa: << Niente, mi scusi >>. Finita la lezione raccolse frettolosamente i libri: << Vic ma dove vai? >>
<< Mi sono ricordata di una cosa, devo andare >> uscii di scuola e mi diressi verso la mia macchina nuova, dato che l'altra l'avevo distrutta completamente, misi in moto e strada facendo chiamai Elijah: << Pronto? >>
<< Ciao Elijah, sono Victoria >>
<< Buongiorno Victoria, cosa posso fare per te? >>
<< Mi potresti dare il numero di Klaus? Devo parlargli >>
<< Non é una buona idea Victoria, se tu lo chiami, verrebbe subito a Mystic Falls e vedrebbe Elena >>
<< Lo incontreró in un bar di motociclisti, dista da Mystic Falls tre ore, non la vedrebbe mai, ti prego >>
<< D'accordo, te lo mando per messaggio, fai attenzione a quello che fai, con Niklaus non si scheda >>
<< Lo so perfettamente >> riagganciai e aspettai il messaggio di Elijah, che non tardó ad arrivare, lo aprii e clicca sul numero e la chiamata partí: << Pronto? Con chi ho il piacere di parlare? >> "Ma dice sul serio?"
<< Klaus sono Victoria >>
<< La dolce e cara Victoria, cosa posso fare per te? >>
<< Devo parlarti >>
<< Mia cara, al momento sono impegnato, sai sto creando nuovi ibridi >>
<< Vorrà dire che ti aspetterò tutti i giorni e tutte le ore al bar dei motociclisti, hai presente quale? >>
<< Sí lo conosco... Ma sono alquanto occupato e.. >>
<< Perfetto, allora ci vediamo là >> e riagganciai, sperando che non mi stacchi la testa per avergli riagganciato in faccia.
Quando arrivai, parcheggiai la macchina e scesi, entrai nel bar e mi sedetti al primo tavolino che trovai libero: << Cosa le porto? >> mi domandò una cameriera che passó per di lì: << Una birra, grazie >> tirati fuori dalla borsa il quaderno di matematica e nel mentre aspettavo Klaus, iniziai a fare i compiti, cosa assai strana per me: << Ecco la sua birra >> la ringraziai e ne bevvi un sorso e ritornai suoi libri; non so quanto passó, così guardai l'orario: << Le 21? Alaric mi ucciderà >> chiusi il libro e lo riposi nella borsa: << Non avevi detto che mi avresti aspettato tutte le ore? >> alzi lo sguardo e lo vidi seduto di fronte a me e mi sorrideva?

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