capitolo 1

484 34 10
                                    


Piove, come del resto succede in questo periodo dell'anno.
È una pioggia gelida e umida.

Il cielo, coperto dalle nuvole, è grigio, quasi nero, con un leggero vento che ti scompiglia i capelli.

La pioggia cade in modo rapido e insistente, sui tetti, sulla strada, sugli alberi, sugli ombrelli e sulle grondaie, continuando a produrre quel ticchettio di gocce che cadono in modo regolare e monotono sul suolo.

Sulle vetrate dei negozi si vedono le goccioline che si aggrappano ai vetri per poi scivolare giù velocemente una dopo l'altra, quasi come se dovessero fare una gara di velocità. Mentre in strada si sono già formate delle piccole pozzanghere con l'acqua che scorre creando dei piccoli ruscelli.

Nonostante la pioggia però si vedono molte persone camminare in strada tutte di fretta, probabilmente per andare a lavoro o per tornare a casa e ripararsi dalla pioggia.
Chi è coperto da ombrelli di colori diversi chi invece è costretto a rimanere sotto i tetti o le tendine dei negozi per ripararsi.

Si vedono anche alcuni bambini con i loro impermeabili che giocano nelle pozzanghere, schizzandosi e saltandoci dentro mentre i genitori cercano di convincerli ad andarsene.


Le gocce di pioggia scorrono lungo il mio viso, non avendo l'ombrello. Il freddo si insinua nel mio corpo provocandomi dei leggeri brividi.
Tengo il cappuccio della felpa, ormai completamente zuppa, che mi copre quasi del tutto gli occhi, la mascherina e la testa bassa per non farmi riconoscere, cercando di non dare nell'occhio.

Non dovrei essere per strada con tutte queste persone qualcuno potrebbe capire chi sono. Essendo notte è difficile distinguere le figure, ma in ogni caso devo restare sempre all'erta.

Questo è quello che succede quando sei il ragazzo più ricercato della Corea.

Ma non mi interessa. Mi piace la pioggia e passeggiare per le strade di Seoul, mi rilassa e mi fa sentire una persona quasi normale.

Mi guardo intorno, la città di notte è ancora più bella che di giorno, nonostante la pioggia.
Con le luci che la illuminano, gli edifici alti e possenti che puntano verso il cielo, di alcuni dei quali non si vede neanche la fine,il continuo via vai di persone e le macchine che passano schizzando acqua sul marciapiede.
Ho sempre considerato questa città magica.

Mentre cammino il mio sguardo va a finire su uno stretto vicolo buio e sudicio dove vedo un ragazzo con i capelli di un candido rosa confetto, con le guance paffute, gli occhi color nocciola, le mani piccole e tenere ed una felpa che è il doppio di lui.
È steso a terra su dei sacchi della spazzatura accovacciato su se stesso con un piccolo taglio sul labbro.

Di fronte a quel povero giovane, ci sono due ragazzi di taglia decisamente superiore alla sua,vestiti completamente di nero, intenti a picchiarlo con crudeltà.

Non so il motivo per cui lo stanno pichiando, magari per soldi o per altro. Non mi dovrebbe neanche interessare visto che anche io picchio le persone spesso uccidendole e non sono affari miei, ma qualcosa dentro di me mi spinge ad aiutare quel ragazzo.
Così il mio corpo inizia a muoversi a passo svelto verso il trio.

Quando arrivo dietro di loro tocco la spalla per farli girare. Ma non ricevo nessuna risposta così riprovo toccando con più forza. Subito smettono di picchiare il ragazzo accasciato a terra e si voltano verso di me.
Non sembrano molto felici che io li abbia interrotti.

Mi ritrovo davanti due ragazzi più o meno della mia età, ma di corporatura più piccola.
Uno indossa una tuta nera un pò malandata e un berretto con la visiera per coprirsi il viso mentre l'altro indossa gli stessi abiti ma ha anche una cicatrice sotto l'occhio sinistro e ha uno sguardo minaccioso e abbastanza arrabbiato.
Ma non sanno che non basta questo per intimorirmi.

Il silenzio che fino a qualche momento fa aveva regnato svanisce quando inizio a parlare con tono deciso e serio 《Lasciate stare questo ragazzo o ve la dovrete vedere con me!》.

I due si guardano per un momento negli occhi per poi scoppiare in una clamorosa risata.
《Vedercela con te ma fammi il piacere. Ora levati che dobbiamo finire con lui》dice quello con la cicatrice, indicando il ragazzo con i capelli rosa arruffati e sporchi e un labbro spaccato. 《O le vuoi prendere anche tu!?》conclude.

A questa sua affermazione sul mio viso appare un ghigno e in men che non si dica prendo il suo braccio facendolo girare per farlo arrivare dietro alla sua schiena in modo violento, provocando così grida di dolore da parte di lui, e togliendo dalla faccia del suo amico quel sorrisetto fastidioso e irritante.
Ma nonostante questo ha il coraggio di continuare a replicare《Ahah è tutto qui quello che sai fare》dice ridendo per cercare di nascondere i gemiti di dolore.

Mi sta provocando. Questo ragazzo ha davvero una faccia tosta, non sa in che guaio si sta cacciando, ma se lui vuole divertirsi allora facciamolo non sarò certo io a fermarmi.

Non ci penso due volte e faccio sbattere il suo naso sul mio ginocchio in modo rapido e violento.

《Ahi amico! Mi hai rotto il naso, ma sei pazzo!》

《Ho detto lasciatelo in pace》

《Hey non c'è  bisogno di scaldarsi tanto era solo un piccolo scherzo ci stavamo solo divertendo》dice, quest'ultima frase con voce tremante, mentre si tiene il naso sanguinante e dà una pacca sulla spalla del suo amico che ha in viso un sorriso falso che non è  più divertito  ma sembra preoccupato e spaventato.

Ok questi due mi stanno facendo davvero perdere la pazienza.

Così mi avvicino a loro, con passo lento, tanto da avere i nostri volti quasi completamente vicini, mentre li fisso con sguardo intimidatorio.
《Non lo ripeterò un'altra volta. Andatevene!》urlo.
Senza pensarci due volti si guardano per poi correre via e sparire.

Li seguo con lo sguardo e anche quando ormai se ne sono andati continuo a guardare lo stesso punto, finchè una piccola e morbida manina mi tira per la manica della felpa.

Mi giro di scatto e mi ritrovo un tenere angelo dai capelli rosa confetto un pò mal ridotto.

Il labbro sta sanguinando, i capelli sono disordinati e sporchi, l'occhio sinistro è leggermente violaceo e con la mano destra si tiene il torace che sarà pieno di lividi.

L'hanno conciato proprio male, ma chissà che cosa avrà fatto per meritarsi questo.

《Gr-grazie p-per avermi salvato》dice con un filo di voce e balbettando, tenendo lo sguardo basso fisso sui suoi piedi.

Senza neanche rendermene conto, gli prendo il mento con due dita, per fargli alzare lo sguardo facendo incontrare per pochi secondi i nostri occhi.

I suoi occhi sono piccoli di un bellissimo marrone nocciola con un po' di eyeliner sbavato.
Nonostante sia stato appena picchiato nei suoi occhi non si vede terrore o paura ma solamente una luce di allegria, serenità e felicità.

Dentro di me si risveglia un sentimento che avevo chiuso in un armadio in fondo alla mia mente e alla mia anima, cercando di dimenticarlo e soffocarlo, e che devo tenere sepolto se voglio restare concentrato e se voglio andare avanti.

Subito stacco il contatto visivo e tolgo la mano dal suo mento e con un veloce "Non c'è di che ma fai più attenzione la prossima volta" mi ritrovo a correre da quel vicolo  senza mai girarmi a guardarlo e senza assicurarmi che stia bene.

Dopo qualche chilometro rallento il passo continuando a camminare con la testa bassa e le mani nelle tasche, ormai lontano dal vicolo e da quel ragazzo dai capelli rosa a cui però non riesco a smettere di pensare.

kíll բօɾ lօѵҽDove le storie prendono vita. Scoprilo ora