Capitolo 10

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I giorni continuano ad essere sempre gli stessi.
Mi alleno, sto con Taehyung e mi alleno di nuovo. Non che ci sia molto altro da fare in questo posto. Io soprattutto non posso uscire per non essere riconosciuto  o per non fare altre stupidaggini( parole di Taehyung) e quindi l'unico momento in cui posso respirare un po' d'aria fresca è la sera quando mi rifugio sul tetto immerso nei miei pensieri.
 
Solo che nella mia testa continua ad esserci Jimin che ormai ho capito che non se ne andrà mai.
Ma preferisco non parlarne con nessuno anche perchè non lo ritengo un grosso problema e poi non voglio farli preoccup
are per qualcosa che è solo nella mia testa.

Sferro un ultimo colpo al saccone da box prima di prendere la bottiglietta d'acqua per bere.
Lo sto colpendo ormai da un'ora dando sempre più forza nei pugni liberandomi da tutti i problemi che mi frullano in testa e di tutta la rabbia e la frustazione, cercando anche di distrarmi dai miei pensieri, senza riuscirci ovviamente.

Ad un certo punto mentre mi sto levando le fasce dalle  mani, sento la porta cigolare per poi vedere la figura di Yoongi che cammina verso di me.
Non nascondo che sono abbastanza sorpreso, perchè è raro vederlo in giro da queste parti di solito sta sempre nel suo ufficio o fuori per qualche missione e poi è da tanto che non lo vedevo entrare in questa palestra.

Ogni volta che lo guardo non posso crederci che è lo stesso ragazzo che mi ha salvato la vita quella stessa notte.
All'inizio stavamo insieme mi insegnava alcuni trucchi e mi raccontava di tutto, era molto protettivo nei miei confronti e molte volte lo vedevo persino ridere. Era bello sentirsi protetto e amato. Lo consideravo come un fratellone.
Dopo un po' però iniziò ad essere sempre più distaccato da me, mi ignorava, non lo vedevo quasi mai e ogni volta era severo con me. Non ho mai capito il perchè, più volte ho cercato di chiedere spiegazioni con scarso successo, ci sono rimasto molto male.

Quando arriva di fronte a me mi guarda con il suo solito sguardo freddo, guarda il saccone con un ghigno, per poi riguardarmi.
Io rimango impassibile al suo sguardo a cui sono ormai  abituato.
Non mi fa paura, o almeno non come prima.
《Sono felice che ti stia allenando, ho proprio una missione per te》dice senza giri di parole.

Un tempo sarei stato felice e non avrei esitato ad accettare. Ma in questi ultimi giorni sono troppo distratto,sovrappensiero e non mi concentro abbastanza. Non sono pronto.

《Beh non dici niente?》continua tenendo sempre lo stesso tono ma con una faccia sorpresa per il mio comportamento.
Mi conosce bene e sa che non mi sono mai tirato indietro, ero sempre il primo ad accettare, sempre preparato e pronto. Spesso chiedevo persino di partecipare ad altre missioni anche se non erano adatte a me.

《Non credo di voler accettare 》dico con tono sicuro guardandolo dritto negli occhi sapendo però che non cambierà comunque le cose.

《Non era una proposta, tu devi fare quello che ti viene ordinato.
E non provare a metterti contro di me, sai di cosa sono capace》dice alzando la voce e con tono autorevole avvicinandosi così tanto a me da farmi leggermente indietreggiare con uno sguardo di sfida.

Non ho molta scelta se non accettare, come ha detto non è una buona idea mettersi contro di lui e lo possono dire quelli che lo hanno fatto e che non si sono più rivisti da queste parti. Così annuisco con la testa basta per non far vedere la mia frustrazione mentre stringo le miei mani a pugno.

Fa un piccolo ghigno di vittoria per poi proseguire con la spiegazione.
《Bene, l'incarico consiste nel spiare una persona. Si tratta di un ministro, dovrai semplicemente seguirlo e vedere cosa fa, tutte le informazioni ti verranno dette poi da Namjoon.》

Non è la prima volta che mi danno l'incarico di seguire un politico, ma sono sempre curioso di sapere il motivo, anche se non me lo dicono quasi mai con precisione.
《Posso sapere il motivo?》quindi chiedo.

《 Non ti deve preoccupare  questo, ti basta sapere che potrebbe essere coinvolto in alcune cose che metterebbero a rischio la città》

《E tu da quando ti preoccupi  della politica e della città di Seoul?》domando con tono sarcastico, sapendo che ogni cosa che fa ha sempre un secondo fine che va a beneficio suo e degli altri capi che lo affiancano.

《Non ti ricordi quello che ti dicevo da bambino, stiamo soltanto aiutando la città a non cadere eliminando le persone che la rovinano, difendo tutti da questo mondo malvagio. Siamo come quegli eroi dei fumetti che ti piacevano tanto》dice dandomi una pacca sulla spalla

《Sono cresciuto non sono più quel bambino ingenuo che credeva a tutto quello che gli veniva detto e che faceva quelle azioni solo per compiacere gli altri》rispondo scansando la sua mano in modo brusco dalla mia spalla.
Mi pento delle scelte che ho fatto, ma non ci posso fare nulla ero soltanto un bambino che veniva manipolato come una marionetta a loro piacimento.

《Già sei cresciuto...》dice con uno sguardo quasi malinconico e triste.
Per un attimo scorgo nei suoi occhi quel vecchio Yoongi che conoscevo e a cui ero così legato.

Ma questo momento dura poco perchè subito si ricompone riprendendo a parlare.《Ma ormai non hai scelta, preparati domani mattina inizierai l'incarico》 conclude.
E io ancora una volta non posso fare altro che annuire.

Mi saluta velocemente e in modo troppo formale per i miei gusti per poi girarsi e andarsene scomparendo  dalla mia vista.

Rimango per qualche secondo fermo, come se ogni parte del mio corpo non si potesse muovere. Poi all'improvviso una scarica di energia mischiata con la rabbia, la frustrazione, il dolore e forse anche un po' di stanchezza per via di tutto quello che sta accadendo, mi percorre facendomi dare un pugno al saccone talmente forte da staccarlo e lanciarlo pochi metri più in là provocando anche un grande rumore.

~Autore~
Buon anno a tutti.
2020💜

kíll բօɾ lօѵҽWhere stories live. Discover now