Capitolo 28 (✔️)

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Niente. Non ricordo niente. Decido di telefonare Amanda. Quando arriva e le dico di non ricordare niente sulla notte scorsa, quasi entra nel panico. Dopo aver ascoltato tutto quello che è successo, incredula, porto le mani al viso. Non posso credere che sia lui ad essere arrabbiato con me. Restiamo un paio d'ore insieme cercando di fare chiarezza nei miei pochi e confusi ricordi inerenti alla mia festa di compleanno. Dopo averla salutata, vedo rientrare i ragazzi. Mia viene ad assicurarsi che stia bene e fatico a credere anche a ciò che mi dice lei. Adesso che so, più che ricordare, quello che è successo non mi spiego il mio senso di frustrazione, di quel sentirmi in colpa. Forse perché non gli ho dato modo di spiegarsi e mi ci sono scagliata contro come un treno fuori controllo. Forse è meglio se chiariamo questa faccenda. Esco in spiaggia e vado verso casa di Dom. Lo vedo in giardino.

"Possiamo parlare un secondo?" gli chiedo. Senza rispondere, si avvicina. "Ricordo qualcosa, ma non mi spiego il motivo per il quale sei tu ad essere furioso quando, dovrei essere io quella furiosa dopo quello che ho visto!" dico tutto d'un fiato.

"Non ho voglia di spiegati un bel niente! Hai altro da dirmi?" dice acidamente. Senza indugiare oltre me ne vado senza voltarmi indietro, tornando verso casa incredula dopo aver ascoltato quelle parole. Sono arrabbiata ma allo stesso tempo continuo a sentirmi dannatamente in colpa. Forse non dovevo dirgli tutte quelle cose, perché non è quello che penso e non lo penserò mai. Non voglio in nessun modo che esca dalla mia vita, ma dopo ieri ho qualche serio dubbio che ci rimanga. Sono stata troppo istintiva e non dovevo reagire in quel modo, ma sopratutto non dovevo ubriacarmi, è stato quello a farmi perdere il controllo. Tutta la sera non si fa vedere, ed essendo sola, prendo le chiavi della moto ed esco a farmi un giro. Seduta in sella alla mia moto e ferma a fissare l'oceano, mi squilla il telefono; Mia.

"Ehi, non sei venuta a cena." dice con tono preoccupato.

"Onestamente non ho fame, ma grazie per esserti preoccupata." le dico ancora turbata.

"Vedrai che tornerà tutto come prima." dice in un disperato modo di tirarmi su di morale.

"Lo spero." dico prima di salutarci e di ritornarmene a casa. Salgo in camera e vado a letto, vuoto senza lui.

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Suona la sveglia, scendo e dopo aver preso le chiavi della moto, mi dirigo in officina dove sono appena arrivati tutti. Freddo come la neve non mi saluta nemmeno e senza far trapelare nulla, vado in ufficio. Ci resto fin quando Paul non viene a chiedermi aiuto con la sua auto. Io e Dom non ci rivolgiamo una sola parola tutto il giorno. Stasera c'è una gara a cui abbiamo deciso di partecipare qualche giorno fa, una gara a staffetta dove si gareggia in coppia e io faccio squadra con Dom. Dopo esserci messi d'accordo, lo cerco con gli occhi.

"Se vuoi, puoi scegliere qualcun altro con cui gareggiare." gli dico francamente.

"Va bene così." dice senza pensarci due volte. Dopo aver finito, anche per oggi, ci diamo appuntamento verso le undici e torniamo a casa. Una volta arrivata, esco in spiaggia e, seduta sulla sabbia, guardando Sasha giocare con qualche granchio, sento Mia e Dom chiacchierare a voce alta.

"Dom, dovete parlare! Anche tu hai sbagliato!" lo ammonisce Mia. Per evitare di essere beccata ad origliare, decido di fare due tuffi. L'acqua è davvero stupenda. Mentre esco dall'acqua lo vedo li, vicino alla riva, che aspetta.

"Com'è l' acqua?" chiede come se non fosse successo niente.

"Calda. Vado ad asciugarmi, scusa." dico passandogli accanto. Non faccio nemmeno mezzo passo che mi sento trattenere per un braccio, facendomi fermare a pochi centimetri da lui.

"Non capisco il motivo di quello che hai fatto. Giuro, mi sto sforzando, ma proprio non ci riesco." dice guardandomi dritto negli occhi.

"Ero arrabbiata. Mi avevi detto di aver chiuso con lei." dico senza sentirmi intimorita dal suo sguardo.

"Infatti è così." dice non lasciando i miei occhi.

"Allora perché era qui?" chiedo duramente.

"Per lo steso motivo. E' sempre lo stesso motivo. Non m'importa più un cazzo di lei, ma non sembri capirlo e ogni volta che senti anche solo nominare il suo nome, perdi il controllo!" risponde ancora più duramente di me. Mi ha colpita e affondata. Ma che ci posso fare se mi da dannatamente fastidio vederla vicino a lui? Mi fa perdere la calma.

"Lo so e mi dispiace ma non posso farci niente. Non mi va assolutamente l'idea di poterti dividere con qualcun'altra, figuriamoci con lei. Dovevo darti modo di parlare e spiegati. Mi sono comportata da stupida e da gelosa. Davvero, mi dispiace." dico avvicinandomi quasi sperando che non mi respinga. Mi fermo poco distante dal suo volto cercando di capire in che stato si trovi. Non scrutando nessun movimento faccio per andarmene, quando all'improvviso mi blocca tirandomi a se.

"Non mi piace affatto vederti in quello stato. Fa che non ricapiti." dice seriamente.

"Te lo prometto. E ti prometto pure che ti lascerò parlare senza imprecarti contro." rispondo sorridendo ironicamente.

"Non voglio che si intrometta tra di noi. Ogni volta che lo fa, discutiamo e questo non mi piace."dice accarezzandomi il volto.

"Ok, ok, ti perdono." dico sorridendo ancora.

"Cosa?! Ti ricordo che eri ubriaca e hai detto che non volevi avere niente a che fare con uno stronzo come me. Dovrei essere io a perdonarti." dice rispondendo al mio sorriso.

"Si ma tu con chi ti sei fatto vedere facendo in modo che mi ubriacassi e dicessi quello che ho detto?" rispondo tutto d'un fiato.

"Touche!" risponde sorridendo e stringendomi a se per baciarmi.

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Sono le undici e la gara comincia tra poco. Siano già tutti pronti. Gareggiano prima Bryan e Roman, poi Han e Gisel e, in fine, io e Dom. Quando finalmente arriva il nostro turno, decido di partire per prima e lasciare l'ultimo mezzo miglio a Dom. Mi avvicino al punto di partenza e aspetto il mio rivale, Luke González. Al via partiamo e quando stiamo per dare il cambio, González sterza colpendomi e facendomi sbattere contro le barriere laterali del percorso. Ormai ferma, ripresa dall'impatto, guardo Dom alquanto shockato pronto a scendere dalla sua auto e venire in mio soccorso. Senza pensarci due volte, urlando e gesticolando, lo spingo a seguire il compagno di squadra di González. Bryan e gli atri vengono ad aiutarmi a scendere dalla macchina e, senza pensarci due volte, praticamente quasi corro verso González spingendolo fragorosamente contro la sua auto.

"Che cazzo credevi di fare, brutto figlio di puttana?" dico urlando.

"Mi dispiace! Ti sei graffiata quel bel visino?" dice con uno stupido ghigno sulle labbra. Mi fiondo su di lui con chiare intenzioni di spaccargli la faccia ma i ragazzi mi tirano via facendomi notare che la gara è quasi terminata. Arrivato al traguardo, Dom scende dall'auto più infuriato si un toro nell'arena e si dirige verso González. Capendo le sue ovvie intenzioni, gli vado in contro e lo fermo cercando di farlo ragionare.

"Lasciarlo perdere! E' un idiota!" gli dico.

"Tu come stai?" mi chiede preoccupato.

"Sto bene, ora andiamo via." dico tirandolo verso le auto.

"Ti è andata bene, stronzo." urla Dom verso González che dopo aver accusato il colpo, comincia a discutere col suo compagno di squadra per essersi fatto battere.

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