«Oh scusa principino viziato, ti ho forse rovinato le scarpe? Non volevo, o forse sì, chi lo sa»
«Sei solo una piccola mocciosa»
Park Iseul era sempre stata una ragazza timida e riservata, che preferiva starsene per conto suo se non con il suo migli...
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Mi svegliai in una stanza buia come la notte. Non vedevo niente, non sapevo nemmeno se c'era una finestra, e soprattutto, non sapevo nemmeno quanto tempo fosse passato considerando che ero rimasta svenuta. La testa mi faceva talmente male che ero convinta che avessi una ferita. Ne ero quasi sicura. Quell'idiota mi aveva pure colpita. Era impazzito? Sapevo che era fuori di testa, ma non credevo arrivasse a tanto. Si era trasformato pure in un criminale?
Cercai di muovermi, ma mi resi conto che ero legata ad una sedia e che ogni mio movimento era limitato da quelle corde. Mi divincolai nuovamente ma niente, non riuscivo a fare nulla. Non appena alzai lo sguardo, finalmente la porta si aprì, facendo entrare uno spiraglio di luce dall'esterno.
«Sei sveglia piccola Iseul?»
«Minho ma sei per caso impazzito? Si può sapere che cosa vuoi esattamente?»
Lui sorrise, o così sembrava. L'unica luce che entrava da quella porta gli illuminava il viso, così da poterlo almeno guardare.
«Voglio togliere a V la stessa cosa che ha tolto a me»
Confusa, lo fissai in attesa che dicesse altro.
«Cosa intendi?»
«L'unica persona che amavo, mio fratello»
Stavo iniziando ad avere sempre più paura, soprattutto nel momento in cui avevo capito che stava facendo tutto ciò per una questione di vendetta.
«Tuo fratello è vivo, cosa stai dicendo? Inoltre Taehyung non era intenzionato a mandarlo in coma, ti prego ragiona»
Tirò un pugno alla porta e mi fece sussultare.
«Dopo mesi di coma, in cui la mia vita è stata un inferno, è vivo! Sicuramente non grazie a lui! Quindi ora, mi divertirò un po' con la persona che lui ama più di tutte, tu piccola Park»
Iniziai a tremare, pensando al peggio e a come sarei potuta uscire da quella situazione.
«Aspetta, parliamone, non puoi farmi questo, avevi detto che mi avresti lasciato in pace, troviamo un'altra soluzione»
Si avvicinò a me e mi afferrò il mento con la mano, facendomi alzare il viso e facendomi guardare così il suo. Era uno sguardo strano, profondo, inquietante.
Staccò la mano dal mio mento e subito mi tirò uno schiaffo in pieno viso, colpendomi il labbro con il suo anello e facendomi sanguinare. Bruciava da impazzire. Quello sì che era stato doloroso.
«Vuoi..picchiarmi finché non ti dirò di si?» Risi. «Puoi continuare finché vuoi allora, non otterrai quello che vuoi, non lo lascerò solo perché me lo stai dicendo tu»
