Capitolo 1:

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Capitolo 1:

Ci sono persone che incontriamo per caso e altre per scelta.

Ricordo ancora la prima volta che ti ho visto. Avevo 15 anni e tu ne avresti compiuti 17 da lì a poco.
Ero al mare quel giorno perché non avevo niente da fare e proprio non avevo idea che in quel posto magico avrei visto te.
Tu con i capelli biondi e gli occhi azzurri passeggiavi sulla spiaggia e io camminavo tra gli ombrelloni.
Da quel giorno ho trovato qualcosa da fare: avevo deciso di conoscere te. E che ne sai tu degli interroga- tori che ho fatto per sapere il tuo nome, in quello stabi- limento dove ti ho visto la prima volta.
Quando ho scoperto come ti chiami è stato come vincere il premio che aspettavo da sempre.
Ho cercato il tuo profilo su Facebook e ti ho manda- to quella richiesta che tu hai esitato ad accettare. Non sapevi chi fossi, ma io sapevo già tutto di te e a breve avresti saputo ogni cosa di me.
Da quel "ha accettato la tua richiesta" non ho smes- so un attimo di guardarti.
Ti osservavo come si osservano le cose rare, quelle che non meriti di toccare, quelle che devi stare ferma a scrutare da lontano, per paura di romperle, per pau- ra di disturbarle. Più ti guardavo e più ti fissavo nella mente, eppure neanche ti conoscevo, alla fine la voglia di comunicare con te ha vinto e ti ho scritto.
Io, Nicole, con i capelli castano scuro, le lentiggini coperte da un flacone di fondotinta e gli occhi marron- cini, quasi neri, ho scritto a te, Marco, con gli occhi az- zurri come il mare, i capelli biondi e quel sorriso timi- do che spunta in qualche foto.
Ti ho scritto, ed è stato un atto di coraggio che non rimpiango.
Ti ho scritto come si scrivono quei messaggi che sembrano nati per caso, ma che sono studiati da tempo.
«Ciao, posso disturbarti?»
E la mia vita è cambiata per sempre. Io giuro, non lo
sapevo che per stravolgerla sarebbe bastato un "Ciao, posso disturbarti?", altrimenti da quando ti ho visto la prima volta ti avrei scritto ogni giorno.
Non te l'ho mai detto, che dietro quel messaggio c'erano giorni di ricerche, spionaggi, confronti.
Avevo già intuito i tuoi gusti e li avevo messi a con- fronto con i miei, e diamine se eravamo compatibili.
Come lo sono le chiavette usb e i pc, il ketchup e le patatine fritte.
Ti ho mandato il messaggio e tu non mi hai risposto subito, mi hai fatto tremare qualche ora e poi mi hai scritto.
«Non mi disturbi affatto.»
Quelle parole sono arrivate al mio cuore come gli uragani in piena estate.
Io, che non credevo all'amore sui social e neanche ai rapporti a distanza, giuro che da quel momento ho ini- ziato a crederci un po'.
Così abbiamo iniziato a parlare, i soliti messaggi che si mandano i timidi, poi però volevo andare più a fon- do e ho iniziato a farti delle domande.

A volte le risposte le conoscevo già, ma che importa, sentirle da te le rendeva così fottutamente belle.
Ho scoperto che ti piace il mare, ma non ci vai spes- so, che sei stato in vacanza dalle mie parti soltanto una settimana con i tuoi e così sei capitato nel mio posto, quello dove ti ho visto la prima volta. Quello dove vado per perdermi nel rumore delle onde, perché il mare ti salva sempre.
E io giuro, non lo sapevo, che da quel giorno a sal- varmi saresti stato tu.

«Perché no?» hai risposto.
Avete presente quella strana voglia di sorridere che arriva all'improvviso e non puoi farci niente? Ecco, ho iniziato a sorridere e, giuro, non avrei voluto smettere mai.
«Io sono di Roma, a 313 km da te» mi hai scritto.
Non avevo mai preso un pullman che non mi por- tasse al liceo prima di allora, non ero mai salita su un treno, però in quel momento ho pensato "chissenefre- ga", quello che volevo era incontrarti.
«C'è un posto al mare da me pieno di navi e lucine che di sera brillano ininterrottamente, ti va di andarci insieme?» ti ho proposto.
«Sarebbe bellissimo, ma non so se riesco a convin- cere i miei genitori. Non sono mai partito da solo.»
"Sei fortunato ad avere qualcuno che si preoccupa per te, per i miei è quasi come se non esistessi" ho pen- sato. E poi mi hai scritto: «Comunque intendo fare di tutto per venire da te. Voglio provarci davvero».
Io non me lo aspettavo, che un semplice "voglio provarci" potesse farmi battere il cuore con l'impeto di una porta che sbatte per la corrente, ma questo non te l'ho mai detto e abbiamo continuato a chiacchierare del più del meno.
Ogni giorno parlavamo sui social e più il tempo passa- va e più io mi innamoravo.
Sembra banale, forse avventato, ma cavoli se ci si può innamorare tramite un semplice social.
Quando passi le giornate chiusa nella tua cameretta a guardare video, quando non hai amici perché sei ti- mida, o una famiglia con cui sfogarti, trovare una per- sona con cui passare il tempo e che ti regala qualche momento felice tra un problema e l'altro, che riesce a farti sognare ancora un po', può davvero farti esplode- re il cuore. Non sei abituata a sentirlo così forte.
Ma come potevamo sperare di incontrarci davvero noi due?

Era tutto troppo bello per essere vero, forse sarebbe rimasto un sogno, uno di quei tanti sogni che mi tor- mentavano la testa.
Eppure eri così perfetto, ogni tuo messaggio era perfetto, dal "buongiorno" alla "buonanotte", mai una parola fuori posto, mai una stupida faccina.
È come se la tua presenza nella mia vita mi stesse scongelando, io che avevo un bisogno estremo di qual- cuno che mi scaldasse l'anima e me la facesse tornare pura.
Ma a a 15 anni non è facile pianificare un incontro, e poi ci vogliono i soldi per comprare i biglietti e magari dei vestiti decenti per sembrare più bella.
Però ho deciso di provare e di buttarmi a capofitto su di te, tanto non avevo nulla da perdere.
Avevo in tasca un po' di "niente" che poteva soltan- to diventare "tutto", un bellissimo "tutto."
Ci sei tu, e ci sono io, perché non provare a diventa- re un bellissimo "noi"?
In un mare di niente, io e te, eravamo tutto, come la pioggia quando non ti aspetti niente.

Chi sono:

Sono Nicolas Paolizzi,
uno scrittore di vent'anni, abruzzese,
amo il mare e la carbonara, ancora in vita quindi clicca "segui" su Wattpad e seguimi anche su instagram, mi chiamo:
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Ti avrei dato tutto. Io e te a 313 km dalla felicità.Where stories live. Discover now