7. violoncelli e singhiozzi.

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Hai l'infinito nelle tue bianche iridi

con guance tirate da nobili lacrime secche

e ciglia portatrici d'acqua.

Per dirti che non funzioni son tutti i migliori, vero piccolo angelo? Loro, loro che con falsi sorrisi e mani tese ti hanno rinchiuso l'anima,

a te, piccolo angelo, 

che sei fatto di tenerezza nei muscoli e caramelle negli organi,

 privato delle sue gambe,

ma col cor in marcia come se le avesse.

la realtà si distorce pian piano, e tutto sei tranne che da ricordare, Jimin.

°

Non riusciva, non riusciva, non riusciva a vivere.
Sapeva che presto o tardi tutto ciò che pronto a circondarlo era, lo avvrebbe fatto impazzire.
Yoongi non dormì ieri, né oggi, e di certo non lo farà domani.
Yoongi non chiederà aiuto, né smetterà di distruggere il proprio fegato ad ogni shottino.
Yoongi scruta calmo, ma vorrebbe solo ringhiare a se stesso.

"Uomo, sei in bilico."

Si ripeteva.
Vorrebbe correre, agire.
Ma dispera.
Come sarebbe riuscito a strapparsi di dosso la pelle già piena di sé e cieli troppo spenti per essere visti?
Colto da un'improvvisa malinconia capace di fargli rallentare i battiti, divide il fumo delle proprie sigarette col vento, che sol lui avrebbe dato amore ad un uomo triste quale era.

L'orgoglio avrebbe presto avuto in pasto le sue carni? O si sarebbe accorto prima degli errori commessi?
Nessuno lo sapeva, ma era certo che la sua stessa fragranza di fumo immerso in litri di colonia maschile influissero il suo andazzo.

Che adesso, seduto a bordo letto, niente aveva in testa se non loro.
Strinse con forza il telefono fra le dita affusolate, e rispose all'incessante squillo del suo telefono il quale faceva risuonare 'i am the very model of a modern major-general' capace di far provare un brivido alle sue stesse cicatrici.

"Si?"
Sussurrò con voce spezzata e più roca del normale, al pensiero, di come si stesse comportando.

"Non sono pronto."

Quasi sussultò respirando fra i denti mentre un leggero tremolio gli attraversava gli arti.

"Non sono pronto?"

Ed eccolo, Min Yoongi, l'eterno bugiardo di se stesso.

Con sacchi pieni di menzogne sulle spalle, e altrettanti di codardia sul cuore.
Schiacciato, dallo stesso peso da lui richiesto mentre ora la facciata man mano s'andava a disfare.

Perché a volte cavarsela da solo significava rinunciare a se stesso, annullando tutto ciò che fosse anche solo stato sfiorato dalla ragione.

Ma non si sopportava.
Sentiva l'amore per sé disperdersi lungo il cammino colmo di sbagli che lui stesso aveva seminato come Pollicino.

E allora, quella scia di sentimenti infranti chi li avrebbe raccolti? Se non le sue stesse mani un po' frastornate e sporche di terra?

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