Capitolo 16

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Mangio l'ultimo pezzo del cornetto e bevo tutta la cioccolata, "Avevi ragione. Dovevo mangiare." gli dico.
"Io ho sempre ragione, Jane." risponde.
"Siamo proprio modesti oggi."
scrolla le spalle finendo di bere il suo cappuccino. "Non mi dire che non dovevo darle un pugno in faccia" lo avverto, ripensando al perché siamo qui.
"Non lo farò, se lo meritava. Non ha un briciolo di cervello." commenta, riferendosi a Jessica. "Deduco che il cervello non è la qualità che cerchi in una ragazza per portarla a letto" mi scappa dai pensieri, merda, cosa era questa? Gelosia? Alza un sopracciglio, mentre mi affeetto a guardare un interessantissimo... vecchietto addormentato. "Non mi aspettavo che gli anziani ti attraessero, Jane, mi stupisci.".
"Eh già, sono la mia passione." mormoro.
Di cosa mi sono fatta? Cocaina?
"Cosa c'è Jane? Ti vedo confusa. Volevi essere nella mia lista di ragazze da portare a letto?"
È per caso impazzito? "Cosa?".
Si avvicina con la sedia alla mia, trovandoci a circa un palmo dal mio viso, "Si Jane, sai mi è sembrato proprio così. So di essere bello, non sarebbe una novità se tu volessi venire a letto con me." si passa la lingua sul labbro inferiore.
"Non verrei a letto con te neanche se fossi l'ultimo uomo sulla terra."
Lo vedo sorridere, un sorriso da far perdere la testa, contornato dalle sue belle labbra. "Avanti Jane, vuoi dirmi che non vorresti neanche un piccolo bacio da me?" Si avvicina sempre più, mentre sento le sue labbra quasi sfiorare le mie, il cuore è totalmente impazzito "No, infatti." Ingoglio la saliva.
"Peccato." e si allontana di scatto, lasciandomi di sasso "Forza Jane, andiamo" dice, facendo roteare le chiavi dell'auto nel suo dito. Cosa è appena successo?

"È stato incredibile Jane, incredibile ti dico." sono nel parco con Kate, che continua a ripeterlo da una buona mezz'ora. Questa mattina Sean mi ha accompagnata a casa, abbiamo avuto un piccolo battibecco poi, sempre sull'argomento ragazze da portare a letto, sono scesa dalla macchina con lui che sghignazzava ed io che ero un pelino arrabbiata.
"Era ora che qualcuno le dava quello che meritava, Jane sei il mio nuovo idolo, per non parlare che il ragazzo più sexy e scorbutico della scuola ti ha portata via, e non per fare un favore a Jessica a detta sua."
Ridacchio.
"Jane, volevo scusarmi per essermi impicciata nella tua vita passata..." 
Le sorrido, "Non ti preoccupare Kate, credo che parlarne con qualcuno può farmi bene, ti va di ascoltarmi?"
Kate felice sorride annuendo, "Ti farò un piccolo riassunto: tanto tempo fa quando ero una bambina, mio padre è morto, a causa di un incidente stradale, nell'auto ero presente anche io. Eravamo usciti di sera perché facevo i capricci per un gelato, ma un uomo ubriaco ci ha investiti. Io mi salvai, lui no. Mia mamma non ha mai superato il trauma della morte di suo marito, mi attribuisce la colpa da allora... E credimi Kate, è più di difficile di quel che sembra, mia madre non è la donna simpatica che hai conosciuto a cena. Quella era una farsa, ti ha manipolata usandoti contro di me a tua insaputa."
"Mi dispiace Jane... se l'avessi saputo prima..."
Le sorrido rincuorante, "Non potevi saperlo, non ti preoccupare."
Mi stringe forte in un abbraccio, "Ti ringrazio di avermi raccontato tutto, sapevo che c'era qualcosa che ti impediva di essere pienamente felice, ma non ho voluto impicciarmi troppo, nonostante alla fine l'abbia fatto li stesso."

E così anche la visita al parco con Kate è finita, abbiamo parlato del più e del meno per alleggerire l'atmosfera. Ieri sera ho aspettato Sean fino a notte fonda, ma di lui non c'è stata traccia se non di un suo messaggio nel quale diceva di non poter venire a causa di un impegno che non poteva assolutamente annullare. Inutile negare che ci sono rimasta male, anche per il messaggio che era tutt'altro che confortante, anzi freddo e distaccato. 
Adesso sto andando in presidenza, la professoressa della prima ora mi ha mandata per atti violenti, a detta sua.
Mentre Jessica fingeva di essere la vittima, fingendo singhiozzi mentre Megan fingeva di consolarla. False. False quanto il naso di Jessica.
Ha cercato di coprire il colore anomalo, causato dal mio pugno, con del trucco pesante ma con scarsi risultati.
Appena arrivo in presidenza, una sensazione di déjà vu mi assale, trovando Sean seduto proprio in una delle sedie. Un po' diffidente mi siede acconto a lui, notando il suo labbro spaccato e le mani scorticate, macchiate di sangue.
"Non sei la sola a saper pestare qualcuno" commenta solamente, accorgendosi del mio sguardo su di lui, è chiaramente arrabbiato.
Quindi rimango in silenzio, è meglio farlo sbollire.
Il preside esce dal suo ufficio, con in mano dei documenti ed il solito vestito elegante indossato, sospira guardandoci. Credo ci abbia riconosciuti, "Non mi dite niente, vi prego, so già tutto." Si massaggia le tempie, "Credo che qualche giorno di sospensione basti per farvi capire che a scuola non si usa la violenza." rientra nel suo ufficio.
"Di molte parole..." mormoro piano.
Mi volto verso Sean che si è già alzato, "Hey, cosa è successo ieri sera?" Chiedo curiosa, sono un po' ferita e non so... forse spero che possa giustificarsi.
"Non ti interessa saperlo, cosa credi? Che dopo averti portato in qualche posto tu sia importante per me?" E se ne va, lasciandomi dentro la presidenza a bocca aperta, ferita ancora una volta.
Avrò forse fatto qualcosa che l'ha offeso? Forse aveva ragione, pensavo che forse, avrei potuto essere importante per lui, pensavo avessimo instaurato un rapporto. Che stupida che sono. Sento il telefono squillare, avvisandomi di una notifica.

Kate:
Sei stata sospesa, non è vero?

Jane:
Era già previsto.

Kate:
Dovrò apportare Jessica a scuola senza di te. :(

Jane:
Soppravviverai ;)

Kate:
Che stronza... ci vediamo di pomeriggio?

Jane:
Purtroppo no, ho un impegno.

Mento e mi sento in colpa. Vorrei non doverle mentire, ma non sono proprio dell'umore per uscire.

Kate:
T.T

Kate:
Merda, ci sentiamo dopo. La prof sta venendo qui.

Spengo il telefono, intenzionata a farmi una lunga, lunghissima passeggiata.
La giornata è ancora troppo lunga.

Non smettere mai di guardarmi Where stories live. Discover now