Capitolo 71 - Sean pt. 4

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Dovresti dirgli ciò che provi.
Le parole di April mi risuonano nella mente, come un matra, come un eco che non si affiavolisce.
Con la testa altrove, ho gli occhi puntati sulla strada e le mani attaccate al volante, mentre accompagno Jane a casa. Il pomeriggio è stato indubbiamente stancante, ma l'ultima parte mi ha così sopreso che ha svegliato istantaneamente il cervello, come il caffè.
È possibile che Jane si sia innamorata di me? È possibile che April intendesse proprio questo? È possibile che sia così evidente da essersene accorta anche lei? Tutti tranne me? Ed io?
Scuoto la testa arrabbiato a causa dela confusione: impossibile, avrà visto quando l'ho baciata quella sera dopo il dialogo delle due ragazze.
Avrà sbagliato.
"Pinguino!" Grida qualcuno facendomi sobbalzare. Cosa ci fa Kate qui? Anzi, come ci sono arrivato nel loro appartamento? Come è possibile che io non mi si accorto di nulla?
"Amico, stai bene?" Mi chiede Metthew ed io lo guardo senza dire nulla, solo con aria... smarrita. 
Metthew sorride "Va bene, ho capito. È giunto il momento che io e Sean facciamo un discorso serio padre-figlio... fanciulle torniamo tra poco! Non disperate!" Mett mi fa cenno di seguirlo fuori dall'appartamento, mentre uscendo sentiamo Kate ridere "Metthew, non è tuo figlio!" Ma lui la ignora bellamente, col suo solito sorriso da coglione.
Prenota l'ascensore ed entriamo quando le porte si aprono, clicca un tasto ma non faccio molto caso a quale. Espiro profondamente, se mai lei provasse qualcosa per me satebbe un disastro, non voglio ferirla.
Metthew mi porta sul tetto del palazzo, qualche anno fa ha scoperto che posti come questi mi fanno stare tranquillo.
"Se qualcosa ti turba così, deve essere grave." Prova Mett a farmi aprire, "Su amico, dimmi il perché di quell'espressione stranulata."
Scompoglio i capelli in un gesto nervoso, "Tu e Kate come avete fatto a capire che vi piacete?" Chiedo diretto, come un bambino.
Mett mi guarda aggrottando le sopracciglia "Beh, perché gliel'ho detto mi pare ovvio, no?"
Alzo gli occhi al cielo "Non sei d'aiuto, rifaccio la domanda: Perché ti piace?"
Mett si tocca il mento pensieroso mentre gli occhi gli si addolciscono, io prendo una sigaretta che accendendo mi porto alle labbra.
"Una domanda più facile no, eh? E va bene... Mi piace quello che è, mi fa stare bene, è bella, intelligente..." prova a sforzarsi, ma neanche lui è un asso in materia, "...vai al punto Sean, non giriamoci intorno, perché queste domande?" Rimango in silenzio, meditando non solo sulla domanda ma sulla stessa frase che mi frulla in testa da ore. Come posso dirgli di April, se lui e Kate non sanno niente? Mi trovo costretto a dirgli una mezza verità, sono troppo confuso, tutto questo è estraneo a me, "Io e Jane siamo usciti al centro commerciale e lì ha incontrato casualmente una sua amica... È stata con noi tutto il pomeriggio poi al momento dei saluti ha detto a Jane qualcosa che io ho sentito e che forse non avrei dovuto sentire..." spiego scombussolato.
Improvvisamente l'idea che April non parlasse di me fa capolinea nella mia mente, provacandomi un fastidio irrazionale e viscerale.
Scarto l'idea, April ha visto solo me, conosce solo noi due, come avrebbe potuto parlare di qualcun'altro?
Forse April ha pensato erroneamente che fossi io ad essere innamorato di Jane, ma che Jane non ricambiasse. Ma era davvero un pensiero sbagliato? Scarto anche questa idea, sono stato rigido e freddo per quasi tutti i momenti che abbiamo passati in compagnia di April, non mi conosce nemmeno, non può emanare alcuna sentenza.
Metthew schiocca le mani per attirare di nuovo la mia attenzione, "Finalmente..." borbotta, "cosa hai sentito?" Chiede quindi.
"Ho sentito dirle esattamente Dovresti dirgli ciò che provi, ma io non ho idea di cosa voglia dire, ne sono certo a chi si riferisse." O meglio una mezza idea ce l'ho, ma voglio sentire il parere del mio amico e non voglio che sia influenzato dai miei ragionamenti.
Il mio amico scoppia in una risata, che dura poco, capendo non sia il caso. "Mi sembrava palese che tu le piaci e anche di molto." Dice infine.
Questa frase mi solleva il cuore senza che io ne capisco il motivo e mi preoccupa allo stesso tempo, "Ma... io non voglio illuderla." Mormoro, avvicinandomi al bordo del tetto, guardando le infinite luci delle auto che scorrono tranquille sulle strada.
"Ma tu non la stai illudendo." Dice fermamente il mio amico avvicinandosi a me.
"Che vuoi dire?" Se possibile ha messo più confusione di prima.
Scuote la testa contrariato, "Pensavo che ormai ti fosse chiaro..."
"Cosa dovrebbe essermi chiaro?" Chiedo esasperato, mentre il nervosismo comincia a nascere in me, "Che ti piace."
Cosa? Ma che cosa ha fumato prima di salire quassù? Possibile io fossi talmente distratto da non essermene accorto?
Alzo un sopracciglio, contrariato "Ma che cosa stai dicendo? Non è vero." Sbotto.
"Non è vero, Sean? Ne sei sicuro? Io lo vedo come la guardi, vedo che di lei ti fidi, vedo che ti fa stare bene, vedo che vuoi proteggerla... Se ne sono accorti tutti tranne voi due! Non puoi più negarlo a te stesso, amico mio, se ci hai fatto caso non vai più a letto con nessuna, preferisci passare il tempo con lei. Scommetto che le hai raccontato di... della tua famiglia."
Perdo un battito, nemmeno ci avevo fatto caso di non andare più a letto con altre ragazze. Non ne sento più il bisogno. Mi sorprende anche che lui abbia intuito di averle raccontato tutto.
"Ne ero certo." Dice lui avvicinandomi a me, mettendomi le mani sulle spalle, scuotendomi un po'.
"Quale sarebbe quindi... la tua conclusione?"
Lui sorride "Ti facevo più furbo... te l'ho già detto Sean: sei innamorato di lei." E mai parole Cosi semplici mi sono sembrate più vere.
"Io... si." Rispondo sconfitto.
"So che sei spaventato, ma non devi avere paura di questo sentimento." Mi allontano un po'.
"Adesso stai diventato un po' troppo sentimentale." Gli provoco una risata, non è infastidito, solo divertito "Ti dimostrerò che anche lei lo è, sono sicuro che ancora lo neghi."

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