비행

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"Dai, muovetevi!" gridò Jisung esaltato, trascinandosi dietro di sé Hoseok e Changbin, i quali si erano arresi all'opporre resistenza.

"Rallenta un po'" protestò il suo amico, il contorno degli occhi segnati da un colore violaceo, conseguenza di un'irregolare dose di sonno giornaliera.

Ma il ragazzo non gli ascoltò, si fermò solamente una volta arrivato davanti al cancello dell'imponente villa indicatagli da Hoseok.

Quest'ultimo e Changbin sospirarono di sollievo piantando i piedi a terra.

La porta d'ingresso venne aperta, come al solito, dal ragazzo dai capelli rosa pastello raccolti in un piccolo codino.

Jimin sorrise alla vista di Hoseok, ma quest'ultimo non ci diede peso e lo ignorò.

"Portali da Taehyung" ordinò, evitando saluti vari e le occhiate di Jimin, "e dimmi dov'è Yoongi"

"Credo si trovi nella stanza di TaeTae" sembrò pensarci un attimo, "anzi, credo che tutti siano lì... se vuoi vi accompagno" sorrise malizioso, le guance rosate dal troppo blush.

"So fare da solo, grazie" rispose freddamente Hoseok, entrando in casa facendosi spazio dando una spallata a Jimin, il quale lo fulminò quasi divertito.

Changbin e Jisung lo imitarono, salutando con un leggero inchino il ragazzo in piedi sulla porta impegnato a massaggiarsi la clavicola.

Jimin sorrise di rimando, gli occhi che si ridussero a due piccole e sottili fessure, le quali non gli permisero di osservare il trio scomparire lungo l'imponente scalinata in marmo.

"Bene, è questa" Hoseok posò la mano sulla maniglia della porta in legno massiccio e la tirò giù, senza un minimo di avviso nei confronti di quelli all'interno.

Quando si aprì, il primo che riuscì a mettere a fuoco la situazione fu Minho; i suoi occhi si posarono immediatamente sulla figura di Jisung, per una frazione di secondo gli mancò il respiro.

Jisung ricambiò lo sguardo per qualche secondo, prima di iniziare a muovere lenti passi verso il ragazzo dai capelli scuri seduto su una soffice poltrona.

Meno contenuta fu la reazione di Felix, il quale gridò fortissimo il nome di Changbin, che ricambiò facendo lo stesso.

"Binnie, mi sei mancato tantissimo" e in un attimo si ritrovò incastrato tra le braccia del suo hyung, il viso affondato nell'incavo della sua spalla ad inspirarne il forte profumo dolciastro.

Fu una questione di secondi e anche il comportamento dell'altra coppia mutò.
La stanza venne inondata da una caotica, ma quasi piacevole, confusione.

Fu Hoseok che interruppe il caos, in piedi vicino a Yoongi, che osservava con sguardo critico la scena che gli si parava davanti.

Un colpo di tosse fece si che tutti i presenti si voltarono verso di lui, sorrise compiaciuto di come avesse ottenuto in fretta la loro attenzione.

"Non vorrei rovinare nulla, ma avrei bisogno di parlare con Tae" disse, rivolgendosi a Taehyung, seduto sul suo letto a gambe incrociate.

Quest'ultimo sorrise abbassando lievemente il viso, smise di giochicchiare con le ciocche dei capelli di Jungkook, e insieme a lui si avviò alla porta dove nel frattempo Hoseok si era appostato.

"Le presentazione avverranno in un secondo momento" disse Taehyung, "adesso fate quello che vi pare e, se avete bisogno, chiamate pure Jimin"

La porta venne chiusa da Hoseok, che con un leggero cenno della mano salutò Yoongi, il quale ricambiò sorridendo con lieve imbarazzo.

"Beh, che cazzo avete da guardare voi?" ritornò in sé, quando notò che i presenti lo stavano fissando trattenendo le risate.

"Sei così impacciato" lo criticò Minho, "ti conosco da parecchio tempo ormai, ma non ti ho mai visto così, così... così umano, ecco, nei confronti di qualcuno"

Yoongi non ribatté, anche se dentro di sé sorrise del complimento che aveva appena ricevuto.

"Beh, immagino siate stanchi e quant'altro, perché non andate a riposarvi un po'?" domandò Yoongi, cambiando argomento, "vi verrò a chiamare per l'ora di cena" si sforzò di sorridere.

I quattro interessati annuirono e, velocemente, scomparvero nelle rispettive stanze; Jisung in compagnia di Minho, e Changbin in compagnia di Felix.

Yoongi si ritrovò in quella camera da solo, così decise di dirigersi verso lo studio di Taehyung. Avrebbe aspettato Hoseok lì fuori.

Nel tragitto, però, qualcuno gli andò a sbattere contro; si voltò per constatare si trattasse di Jimin. L'espressione sul suo viso lo fece agitare, non l'aveva mai visto così.

"Yoongi, meno male, ti stavo cercando" parlava veloce, le parole fuoriuscivano una dietro l'altra come un fiume, "devi chiamare i ragazzi, abbiamo un serio problema"

"Cosa succede?"
"Dobbiamo andarcene da qui, lui ha trovato le nostre coordinate"

"Scusami, lui chi?"
"Kim Woojin" rispose di getto Jimin, "TaTae ha detto che è una cosa grave"

Yoongi non replicò, veloce corse nella direzione da cui stava arrivando e si fiondò sui gradini della scala che lo portarono al piano superiore.

Bussò freneticamente a due porte bianche che davano sul corridoio, quattro ragazzi vi uscirono con le facce assonnate.

"Non ho tempo per le spiegazioni, so solo che dobbiamo scappare adesso" si limitò a dire Yoongi, "mettevi qualcosa addosso e andiamo"

Meno di una decina di minuti dopo, la villa Kim situata nella periferia della capitale tailandese si ritrovò vuota.

Nessuno più ad abitare le sue camere e ad occupare i suoi spazi.

Nella limousine nera opaca guidata da Yoongi, Taehyung cercava di rimanere calmo per poter spiegare il motivo della loro tempestiva fuga.

"Hope ha fatto una visita ad un mio sottoposto, il quale ha un casinò a Las Vegas" iniziò, "quest'ultimo è stato invitato ad un incontro con un altro esponente della mafia coreana, Woojin, incontro al quale ha quasi rischiato la vita"

"Di chi si tratta?" chiese Yoongi, tirando giù il pannello automatico che separava la zona guida dal resto dell'abitacolo dell'auto.

"RM" rispose Hoseok, "ha cercato di difendere il nostro nascondiglio fino a quando non l'hanno minacciato"

"E adesso, voglio dire, cosa facciamo?" ribatté Yoongi, il tono caratterizzato da una nota di preoccupazione mista a paura.

"Non lo so" sospirò Taehyung, "per il momento cerchiamo di proteggere loro" disse, indicando con un cenno del capo Jisung, Changbin, Minho, Felix e Jimin.

"Mi sembra la cosa più logica da fare" gli diede ragione Yoongi, prima di frenare con la macchina, "ok, siamo arrivati"

Le porte si aprirono, l'aereoporto di Bangkok si estese in altezza di fronte agli occhi spaventati del gruppo.

bet on me ; minsung #wattys2019Where stories live. Discover now