Innocenza

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Tutti si affrettavano per trovare la via di casa, la macchina, per trovare riparo. Scappavano dalla pioggia come se fosse pesticida, e loro insetti.
E lei li capiva, mentre sorrideva e si faceva bagnare dalla pioggia. Avevano paura. La pioggia ti penetra dentro come il freddo, fino al midollo. Ti penetra dentro e poi esce fuori con i tuoi segreti, con le tue paure. Le persone di questo avevano paura. Di essere scoperti.
Tutti nascondono un demone, anche se piccolo, dentro di sé. E la paura che brillava nei loro sguardi al solo pensiero, alla sola parola - demone - anche se sussurrata, la divertiva. Le persone avevano paura di loro stesse e lei lo sapeva.
Camminava piano, sotto la pioggia che le bagnava i vestiti, i capelli mori, che la penetrava nel profondo e usciva spaventata dai demoni che aveva dentro. Camminava piano, col trucco sciolto. Gli occhi contornati dal trucco nero. Gli occhi azzurrissimi. Vivi.
Si aggirava fra le strade buie e non aveva paura. La pioggia porta il buio e porta gli insetti a rintanarsi nelle tane. La pioggia porta i demoni fuori le persone e per questo c'è sempre tutto quel buio.
Ancora quel sorriso, una sorta di sfottò, aveva stampato sul volto. Si mise al riparo, per un momento, si accese una sigaretta. Fumava raramente, quasi mai. Aspirò a pieni polmoni la sigaretta, fino a raggiungere la metà di essa. Buttò fuori il fumo e sorrise nel vedere il proprio respiro colorato di un grigio che l'affascinava fin troppo.
«Anche tu ti ripari dalla pioggia?» chiese un ragazzo, invadendo il piccolo e momentaneo riparo di lei.
«Non sono un insetto.» rispose lei, assente. Aspirò ancora dalla sigaretta, finendola. Buttò la cicca a terra, calpestandola e colorò di nuovo il suo respiro, per poi non vederlo più. Il suo sorriso svanì.
«Un insetto?» chiese lui, fissandola.
«Sì,» rispose lei, non fornendo altre informazioni. «un insetto.» ripeté.
Si allontanò dal riparo e continuò a camminare sotto la pioggia. Il ragazzo la guardava da lontano, intento a sapere di più su di lei. La affascinava. Per questo iniziò a camminare a passo svelto dietro di lei, per poi finalmente raggiungerla. «Non mi hai detto il tuo nome.» incalzò lui.
«No.» disse lei.
La guardò un po' spaesato. «Io sono Andrea.» ritentò.
«Ok.»
«Mi dici il tuo nome?» chiese Andrea, leggermente infastidito. Più lei lo ignorava, più lui la voleva conoscere.
«Margherita.» disse in uno sbuffo.
Andrea sorrise. «Nonostante il nome, non assomigli per niente a un fiore.»
«Margherita significa perla, in latino. Quindi non associarmi solo ad un fiore.» disse Margherita.
Andrea la studiò. «Ad una perla ci somigli.» constatò.
Margherita lo guardò, senza rispondergli. «Che scuola frequenti?» chiese Andrea.
«Le superiori.» disse Margherita, alzando un angolo della bocca. Si divertiva.
«E il nome, questa scuola non ce l'ha?» chiese Andrea, aggrottando le sopracciglia.
«Non mi è mai interessato sapere il nome.» Margherita fece due passi più lunghi, intenta a superare il fastidioso ragazzo.
Andrea la raggiunse prontamente. «Quanti anni hai?»
«Quanti me ne dai?» Andrea sorrise.
«Quindi sei quel tipo di ragazza?» chiese.
«Che tipo di ragazza?» Margherita si fermò, la pioggia le aveva intorpidito le mani. E quella sensazione la faceva sentire viva.
Andrea la guardò negli occhi azzurri. «Quella a cui non fotte niente di nessuno.»
«Probabilmente. A te che te ne frega?» lo attaccò.
Andrea era molto diverso da Margherita. Era alto, una manciata di centimetri in più di lei. Aveva le spalle larghe di chi fa nuoto da anni, il sorriso sincero, il fisico asciutto, gli occhi verdi e i capelli biondi come il grano. E aveva anche un cuore. Cosa che a Margherita mancava.
«Sei sempre così aggressiva o ho solo io l'onore di vedere questo tuo lato?» ci scherzò su Andrea.
«Non capisco perché sto ancora parlando con te.» disse lei, alzando i tacchi. Andrea la seguì, ridendo. «Ammettilo che un po' ti sto simpatico.»
Margherita tirò indietro la testa per le risa.
«Ti va di fare due passi?» chiese Andrea, incantato dalla risata di lei.
Margherita fece due passi in avanti. «Fatto.» disse. «È stato molto divertente, ciao.»
Margherita andò avanti per la sua strada, e Andrea percorse le orme di Margherita. «Questo è stalking, sai?» chiese Margherita, girandosi. Si ritrovò il biondo a un palmo dal suo viso.
«Stalking? Addirittura?» Andrea prese a sussurrare, divertito.
«Sì.» disse Margherita. «Ti sarei grata se scollassi il tuo viso dal mio.»
«Ti vorrei far notare che non sono incollati.» obiettò Andrea.
«Ti vorrei far notare che stai invadendo il mio spazio personale.» controbatté Margherita. «Se non ti vuoi ritrovare sterile, ti consiglio di allontanarti.»
Come poteva una creatura così ammaliarlo tanto? «Quanti anni hai?» ripropose Andrea.
«E tu quanti me ne dai?» ridisse Margherita.
«Diciassette.» disse Andrea, dopo averla studiata un po'.
Margherita rise, divertita. «E tu quanti ne hai, oh mio stalker?» chiese lei.
«Diciotto.» disse Andrea. «Tu non ne hai diciassette, vero?»
«No.» disse Margherita. «Ne compio sedici oggi.»
«Auguri, allora.» disse Andrea, contento di avere qualche informazione in più su di lei. Si chiamava Margherita, aveva sedici anni, il suo compleanno era il 17 ottobre.
«Non mi piacciono i compleanni. Li odio, a dire il vero.» disse Margherita con voce graffiante.
Andrea la guardò. «Mi racconti di te?»
Margherita ci pensò su. O almeno, fece finta di pensarci. «L'idea di raccontare la mia intera vita a uno sconosciuto che mi segue da più o meno dieci minuti è molto allettante, ma passo.»
«Quindici.» disse Andrea.
«Quindici cosa?»
«Quindici minuti.» Margherita lo guardò perplessa, Andrea sorrise.
«È uguale.» borbottò lei.
Andrea la guardò a lungo. Fissò il profilo del suo viso: era bella, non c'era altro da aggiungere. «Vuoi una foto?» chiese Margherita.
Andrea rise divertito. «Magari. Il numero di telefono no?»
«Sei disgustoso. Potrebbero denunciarti per pedofilia.» disse Margherita.
Andrea alzò le mani. «Non ti ho toccato.»
«Rilassati, bestiolina. Scherzavo.» disse Margherita, andando leggermente più avanti a lui, con quello charme che non sapeva di avere.
«Mi piace la tua innocenza, bambina.» disse Andrea.
Margherita si girò di scattò e guardò in quei due occhi così verdi che le facevano venire il mal di testa. Scosse il capo, divertita. «Oh, ma io non sono per niente innocente, Andrea
Lo lasciò interdetto con quella frase, e ne approfittò per correre via, lontano da quei capelli e da quegli occhi che la mettevano in soggezione.

RainWhere stories live. Discover now