La funzione.

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31 ottobre.
Halloween.
E mentre i bambini si vestivano a festa, da fantasmi o da creature inesistenti in cerca di dolci (o di scherzi), Margherita indossava un vestito bianco, candido come la neve. Nella notte dei morti viventi, Margherita si confondeva con gli altri. La spacciavano per una strega buona, o per un fantasma, altre volte per uno zombie.
In fondo assomigliava a tutte e tre le cose. Indossava un vestito bianco, con le spalline sottili, uno scollo a cuore e la gonna scendeva morbida sui suoi fianchi, abbracciandogli le curve. Ai piedi un paio di converse nere, malandate. I tacchi non facevano per lei. Gli occhi erano truccati pesantemente, la pelle era chiara. Sembrava una strega per il vestito, un fantasma per il colorito, uno zombie per l'aspetto morto. Margherita era morta, in putrefazione dentro, e il fetore dei sogni bruciati, delle speranze fuse, si sentiva a un miglio di distanza.
Ma nonostante questo, quel pomeriggio, Andrea ebbe il coraggio di dirle, con voce roca: «Sei bellissima.»
Margherita curvò le labbra in un lieve sorriso e gli lasciò un bacio leggero sulla guancia. «Grazie per essere venuto.» faceva freddo, quel giorno. Andrea infatti era coperto, mentre Margherita non indossava neanche un paio di calze. Ma non tremava. I morti non hanno freddo.
«Non c'è di che, Mare.» disse Andrea, sorridendo appena. «Mi fa piacere.»
«Non scappare più, però.» disse lei a bassa voce, cercando di nascondere le insicurezze dietro i suoi capelli rovinati.
«Mi dispiace, Mare.» le prese la mano e si incamminarono verso la chiesa.
«Ce l'hai la patente?»
«Certo che ce l'ho, Mare.» Margherita era confusa; allora, se ce l'aveva, perché non guidava?
«Hai anche la macchina?»
«Certo, Mare. Perché queste domande?» chiese Andrea, alzando gli occhi al cielo.
«Perché ti muovi sempre con l'autobus, allora?» Margherita ignorò completamente la domanda dell'amico, porgendogliene un'altra.
Andrea le si posizionò davanti, guardandola negli occhi. «Non riesco ad entrare in una macchina senza rivivere quei minuti di agonia.» le disse, semplicemente. «Tu, Mare, che faresti?» le chiese. «Che faresti se il tuo migliore amico morisse davanti ai tuoi occhi?»
«È già successo.» Margherita era arrabbiata, non capiva cosa c'entrasse, non capiva perché doveva farla sentire così.
«Cosa faresti?» insisté Andrea.
«Morirei.» sussurrò Margherita, con tutto il rancore del mondo. Tolse la sua mano da quella di Andrea e camminò da sola per qualche metro, prima di essere raggiunta da Andrea.
Era rimasto scioccato dalla sua rivelazione. "Morirei." «Hai tentato il suicidio?» le chiese.
Margherita sorrise: stava per arrivare una risposta delle sue, una di quelle un po' strambe. «Non si può morire due volte.»
«Beh, no.» Andrea si passò la mano sulla nuca.
«Io l'ho fatto, però.»
«Hai tentato il suicidio due volte?» Andrea si fermò in mezzo la strada, Margherita rise: lo trovava divertente. «Hai tentato due volte il suicidio!» inveì contro di lei.
«Non ho tentato due volte il suicidio, coglione.» gli disse bruscamente. «Sono morta due volte.»
«Come..» Andrea non capiva. Non capiva mai.
«Tu sei morto, quella sera.» tentò di spiegargli. «Io sono morta quel pomeriggio e quella mattina.»
«Giacomo e..?»
«Mio nonno.» disse Margherita.
Andrea le prese di nuovo la mano, entrarono in chiesa. Margherita non ascoltò neanche una parola pronunciata dal prete. Non si alzò e non si mise in ginocchio nei tempi prestabiliti. Andrea neanche lo fece. «Signorina, sta male?» le chiese a un certo punto un signore.
«Oh, no. Non credo.» e gli sorrise.
Arrivò il suo momento. Si alzò dalla panca e andò vicino al leggio, si schiarì la voce e iniziò a parlare. «Non ho fogli né parole per ricordare Giacomo. Ho iniziato a stendere un discorso per cinque volte, poi ho rinunciato. Mi sono detta: vai lì e dici quello che senti. Ed è questo il problema: dire quello che sento. Non ci sono parole per descriverlo. Giacomo era un ottimo amico, una persona su cui poter fare affidamento, una persona con cui poter parlare. Il mio Giacomo dal sorriso sempre smagliante. È difficile pensare che proprio lui si sia ucciso, ma questa è la realtà. Si è legato un cappio in torno al collo e ha esalato un ultimo respiro chissà quando. Aveva dei problemi, sicuramente, ma non ha lasciato nessuna lettera d'addio, nessuna spiegazione. Giacomo era un ragazzo che sapeva dare consigli a tutti ma non a se stesso. Giacomo parlava dei problemi degli altri ma non dei suoi. E fece così fino alla fine. Non capiremo mai cosa gli tormentava la testa, lo potremmo solo immaginare.» Margherita sospirò, neanche una lacrima le rigò il viso. «Io gli volevo bene, a Giacomo. Tutti gli volevano bene. Era facile da amare.» non continuò a parlare, lasciò il discorso a metà, alcuni concetti erano anche confusi, ma era così che era lei: a metà e confusa. Tutti la osservarono nel suo vestito bianco neve e si chiedevano perché. Si chiedevano il perché di tutto quel bianco in un giorno così nero.
Lei si era vestita di bianco perché il nero che aveva dentro era troppo. Vestirsi di nero avrebbe appesantito tutto. Invece, in quel bianco neve, si sentiva più leggera. Lei si era vestita di bianco per contrastare tutto quel nero.

RainWhere stories live. Discover now