Sorrisi.

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«Sei stato un coglione.»
«Lo so.»
«Che ti passava per la testa?!»
«Questo non lo so.» Andrea sorrise leggermente.
Cristian aveva gli occhi iniettati di rabbia. «Non è un fottuto gioco, Andrea! Prendilo sul serio!» sbottò.
«È solo che sei così agitato per qualcosa che non hai fatto. È divertente.» Andrea represse una risata.
Erano a casa di Andrea, un mese dopo. Andrea e Margherita non si parlavano. Stavano dando di matto, ma non l'avrebbero mai ammesso.
Cristian lo prese per il colletto della maglia, lo avvicinò a lui. «L'ho spinta io fra le tue braccia. Me ne sto pentendo.» disse con cattiveria.
Andrea spinse Cristian. «Da che parte stai?» chiese.
«Dalla parte di chi ha ragione.» ringhiò Cristian.
Andrea rise. «Non dalla mia, deduco.»
«Hai fottutamente torto!» gli urlò contro Cristian. La vena che aveva sul collo pulsava per l'agitazione.
«Lo so.»
«Fai qualcosa per rimediare, cazzo!» Cristian era fuori di sé.
Andrea lo guardò, serissimo. «Illuminami, amico. Io non so più cosa fare.»
«"Io non so più cosa fare",» lo imitò. «non hai fatto un cazzo, Andre, quindi non sai cosa fare e basta, senza il "più". Non hai mosso un dito.» scattò Cristian.
Andrea lo guardò. «Mettiti nei miei panni e-»
«Mi farebbe schifo entrare nei tuoi panni.» il pugno di Andrea entrò in collisione con la guancia di Cristian, facendogli voltare il capo.
Cristian rise. «Ok, siamo pari.» disse riferendosi al pugno che gli aveva dato in fermata.
«Uh, era pesante.» disse Andrea riferendosi all'insulto dell'amico.
«Sei migliorato.» disse Cristian, massaggiandosi la guancia.
Entrambi scoppiarono a ridere per un tempo indefinito. Cristian si fece serio e disse «Solo, Andrea, non farla soffrire.» con una preoccupazione nello sguardo che Andrea non aveva mai visto.
Andrea sorrise. «Ma non capisci?» chiese retoricamente. «Io e Margherita siamo fatti così. Lo dice anche lei.»
«Così come?» Cristian aggrottò le sopracciglia.
«Abbiamo odiato così tanto e con così tanta forza che ora non possiamo farne a meno. Odiamo anche chi amiamo. Io e Margherita ci odiamo e ci amiamo. E finiremo per ammazzarci, perché sappiamo fare solo due cose: odiare e uccidere.» Cristian rimase in silenzio, guardando l'amico come se fosse un pazzo. «Forse è stato meglio così.» Andrea alzò le spalle. «Ci siamo ammazzati prima che fosse troppo tardi.»
Cristian lo guardava perplesso. «Ti è uscita dal buco del culo, quest'enorme cazzata?»
E risero, mentre fuori iniziava a piovere.
Margherita uscì di casa lentamente appena vide le prime gocce di pioggia scivolare sulla sua finestra.
Non pioveva da un po'. Le faceva bene, la pioggia.
Uscì in strada e camminava piano, osservando il trambusto attorno a lei. Era fatta così. Per non sentire il trambusto che aveva dentro, guardava quello che c'era fuori. Nascondeva i problemi coi problemi degli altri.
Sorrise in mezzo tutta quell'acqua, i capelli iniziarono a bagnarsi e lei sorrise ancora di più. Era il 30 novembre.
Si mise le mani in tasca mentre si aggirava per la città, sentendola un po' più sua. Un signore si mise sopra la testa una cartellina e corse verso la propria macchina.
Le persone avevano paura della pioggia. La cosa la divertiva molto.
Tutti scappano. Sono tutti intenti a scappare. Sanno che la pioggia è una cosa cattiva, che porta alla luce i demoni e scappano. Incrociano me per strada e scappano, perché non sanno far altro, perché io i demoni non li nascondo. Li faccio vedere bene.
Mise il piede in una pozzanghera, l'acqua schizzò al di fuori di essa e lei non se ne curò. Il trucco iniziò a sciogliersi, l'acqua iniziò ad entrarle dentro, come il freddo, ma quella volta non uscì impaurita. Quella volta qualcosa era cambiato. L'acqua e il freddo entrarono dentro di lei, studiarono i suoi demoni e non uscirono. Morirono lì dentro, nelle ossa.
Margherita iniziò a tremare. Il cielo divenne scuro, suo nemico. Aveva lo sguardo puntato verso l'alto. La pioggia cadeva fitta, non si vedeva a un palmo dal proprio naso. Si udiva solo il rumore della pioggia: nessuno girava per strada. Solo un matto l'avrebbe fatto. Solo un matto o una persona molto ferita.
Margherita faceva parte della seconda categoria. Forse anche della prima, ma non se n'era accorta. Pensava, Margherita. Non sapeva bene cosa, ma pensava.
Non sentiva altro rumore se non quello dei suoi pensieri e quello della pioggia fitta che scendeva e scendeva giù dal cielo, per abbattersi contro di lei, contro tutti quelli che erano fuori casa, allo scoperto.
Chiuse gli occhi, fece una piroetta su se stessa e rise. Rise perché di piangere non se ne parlava. L'acqua che scendeva dal cielo bastava a bagnarle le guance, non ne serviva altra.
Rideva così forte che non si accorse dei fari in lontananza, del rumore di un clacson. Non si accorse della macchina che incombeva su di lei, coi freni rotti.
Solo i disgraziati escono con la pioggia. Margherita e Andrea erano due disgraziati.
Venne presa in pieno dalla macchina di Andrea, chiuse gli occhi prima di cadere a terra con un tonfo. Sul suo viso ancora un leggero sorriso, mentre la strada si macchiava di rosso.
Andrea scese di corsa dall'auto, e appena vide Margherita gli venne un colpo.
Era la seconda persona che gli stava morendo davanti con un sorriso stampato in faccia.

RainWhere stories live. Discover now