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*Spazio autrice: ciao ragazze perdonami per l'assenza di ieri. Non ero nel mood adatto per scrivere qualcosa di felice. E ancora adesso non sono molto Happy! Anzi sono nervosa e arrabbiata. Ho avuto anche parenti in casa e un via vai continuo.
Vi lascio al capitolo.
Buona lettura!❤️*

Scendo dall'aereo prendo velocemente la valigia. Attraverso un corridoio è arrivo fuori dove credo che Simone mi stia aspettando. Aspetto che si aprano le portiere. Lo vedo seduto su una sedia con il telefono in mano. Avanza e mi piazzo davanti a lui.
“ ciao amore” gli dico mentre lui alza lo sguardo. Subito mi sorride.
“ amoreee” mi abbraccia subito. Anzi mi stringe.
“ tutto bene?” mi bacia una guancia.
“ si tu? Come andato il viaggio?”
“ io sto bene adesso che ti vedo. Ho un po' paura simo. Ma tutto ok!”
“ allora andiamo a casa che ti aspettano”
“ Saraaa, Maria tuo papà ”
“ si amore” mi prende la valigia e la mano. Chiama il taxi che ci porta poi a casa. Appoggio la testa sulla sua spalla e sento che mi accarezza i capelli. Mi era mancato un sacco. Il suo profumo entra nelle mie narici facendo modo che il mio cuore si rilassa. Sento la tensione della distanza svanire nel nulla.
È come se tutte le preoccupazioni fossero svanite.
“ sei felice?” gli chiedo all'improvviso mentre la macchina si è fermata per far passare dei pedoni.
“ si perché mi fai questa domanda?”
“ perché avevo bisogno di saperlo. ”
“ sono felice Emma. Se ci sei tu al mio fianco lo sono”
“ ti amo” sussurro al suo orecchio. Mi stringo forte a lui. Una volte che arriviamo, scendiamo dalla macchina prendendo la mia valigia grande. Simone farfuglia che è pesante facendomi ridere. Salgo le scale verso il piano di casa. Suono il campanello. Vengo travolta da Sara che mi abbraccia.
“ che bello averti tra noi Emma”
“ ciao amica” la chiamavo da un po' così. Sara era la sorella di simone quindi mia cognata. Ma per me non era semplicemente questo. Era diventata un amica una consigliera. Una delle persone più importanti che avevo nella vita. Non mi ha mai lasciato da sola nemmeno quando con suo fratello è finita. Ogni volta le dicevo che:  non volevo guai con tra lei e lui. E lei mi rispondeva che: Simone avrebbe capito perché si comportava così con me.
“ come sei bella?”
“ esagerata. ”
“ se ciao!” ridiamo insieme. Entriamo in casa mentre Simone come al suo solito si lamenta che sua sorella non lo ha minimamente salutato. “ vieni qui fratelloneee!” gli strizza le guance facendomi ridere. Simone alza gli occhi al cielo.
“Sara! Eddai!”
“ sei troppo cucciolino oggi. C'è Emma per caso”
“Sara se non la smetti di picchio”
“ come se ci credessimo” si spingono un po' facendo una specie di lotta. Vedo arrivare Maria che scuote la testa.
“ ciao tesoro”
“ ciao maria”
“ sono sempre così. Ormai manco ci corro dietro ”
“ ah anche io Maria. Mi strappano una risata. ” la guardo. Sembra voglia chiedermi qualcosa. “ che hai? Ti vedo titubante! Disturbo?”
“ oh no figliola ma che disturbi io.. ” mi prende per un polso portandomi in cucina. Lasciando Sara e Simone bisticciare tra di loro.
“ Maria che succede? Simone ha fatto qualcosa che non so...” scuote la testa e tiro un sospiro di sollievo.
“ non riesco a vederlo che non prende sonno. Non mi vuole dire cosa lo turba. Gli ho consigliato di parlare con qualcuno. Ma sono sicura che non lo farà. Lo conosco troppo bene. ”
“ mi hai fatto prendere uno spavento. Pensavo che fosse successo qualcosa”
“ no tesoro. Scusami non volevo spaventarti. "
“ vuoi che ci parlo io?”
“ vorrei solo sapere cosa le passa per la testa. È troppo preoccupato dentro di sé. L'altra notte non lo so cosa gli è preso. Ha iniziato ad urlare durante il sonno. Sara non riusciva a calmarlo. ”
“ Maria lo so. Simone ha queste crisi. Dipende anche da quanto lavora. Lo stress e il fatto che tiene tutto dentro. ”
“ non lo avevo mai visto cosi” l'abbraccio. Simone aveva queste crisi soprattutto quando dormivamo lontano, e quando siamo insieme se non trovava la posizione aveva delle crisi che duravano anche mezz'ora. Dovevo svegliarlo con calma per calmarlo.
“ non ti preoccupare comunque. Provo a parlarci io ”
“ grazie emmina” sorrido. Mi sentivo sempre a casa quando stavo qua.

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