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Siamo tornati a casa. Nessuno dei due parla. Il respiro di Emma sembra pesante un po' come il mio. Siamo lontani nel divano. Lei guarda davanti verso il televisore. Io fisso il soffitto. Non so nemmeno cosa dire e come comportarmi. Credo di aver esagerato. Ma quel coglione non faceva altro che provocare. Dire cazzate sulla mia ragazza. Nessuno può toccarla anche se lei ha delle colpe non può parlarne in quel modo.
Sento poi in singhiozzo seguito da altri. Il mio sguardo si punta su di lei che tira su il naso successivamente. Mi appresto velocemente a tirarla su di me.
“ non è colpa tua Emma!” le dico cercando di calmarla. Invano. Perché continua a piangere.
“ sono una persona brutta Simone. Non possiamo stare insieme. Io... Ti sto facendo del male. Non ha senso tutto questo. Prima ci lasciamo, poi finisco a letto con Federico, poi passano i mesi e vieni a casa mia. Ti mando via. Ci rimettiamo insieme. Perdo nostro figlio. Adesso questa cosa. Come puoi pensare che siamo giusti?”
“Emma quello che successo oggi non è colpa tua. L'incidente che hai avuto non è colpa tua. Non puoi continuare a colpevolizzati su qualcosa che non c'entri. ”
“ si è scatenata la guerra solo perché ci sono andata a letto. Sono una deficiente”
“Emma guardarmi. Io non sono arrabbiato con te. Ho superato quella rabbia sul fatto che tu ti sia fatto un altro mancando di rispetto ai nostri sentimenti, non solo ai miei ma anche ai tuoi. Forse non mi abituerò mai al fatto che sia successo. Ma ti prego Emma... Guardarmi. Ti ho tra le mie braccia. ”
“ ma non merito di essere qui. Federico ha ragione io sono una di quelle” si allontana. Non permetto a nessuno di farle pensare una cosa del genere.
“Emma no. Non pensare minimamente questo. La cosa è successo deve finire li. Federico provoca soltanto per vedere come reagiamo. Filippo ha ragione io non dovevo agire subito in quel modo. Ma quando ti toccano io non ci vedo più.
Tu sei il mio punto debole e il mio punto di forza. ” le dico. L'abbraccio da dietro. Appoggio le mani sulla pancia.
“ non dovresti nemmeno guardarmi in faccia.”
“ Emma io ti guardo negli occhi perché ti amo. Perché senza di te non ci sto stare. Non hai sbagliato solo tu. Ho sbagliato anche io. Abbiamo sbagliato entrambi. Vorrei soltanto andare avanti. ”
“ ma non ci riusciamo simo. È tutto così ...” la volto e la bacio più volte.
“ non dire quella parola. Ci eravamo detti che avremmo superato tutto insieme. Sono qua. Guarda...” intreccio le nostre mani, stringo le sue. “ ...dobbiamo essere in grado di superare gli ostacoli della nostra vita sempre così. Non voglio lasciarti. Non lo farò. ” inizia a piangere e si butta tra le mie braccia.
“ basta Emma. Non ti voglio vedere così. E un coglione! Con la Warner ci parlo io non perderai nessun Lavoro. Hai capito?” annuisce. Mi stringe ancora di più temendo la faccia sul mio petto. Il respiro si regolarizza. Le mie mani fanno su e giù sulla sua schiena. Voglio che sia consapevole che lei non è quello che pensa il demente di prima.
“Emma”
“ mhm”
“ sei la mia vita ricordalo sempre” alza gli occhi per guardarmi e nonostante siano rossi dal pianto è bellissima. Si attacca alle mie labbra senza che dica altre cose. Ricadiamo sul divano continuando a baciarci con foga. Avevo bisogno di sentirla mia sempre più vicino al mio cuore. E adesso lei era qua solo con me.

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