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Che belle le stelle, sono sempre lì ad illuminare il cielo e a farti compagnia.
Basta alzare il viso per far svanire tutti i tuoi problemi, a me accade sempre così, guardo quell'immensità di stelle tutti i miei enormi problemi sembrano lentamente diminuire per poi svanire.

Mentre sono intenta a guardare quelle tante lucine lontane anni luce da me vedo una stella cadente.
Subito il mio viso si illumina e appare un sorrisone enorme.
"Presto esprimi un desiderio" mi dice la mia vocina interiore.
E proprio quando stavo pensando ad un desiderio, la mia voce come se vivesse di vita proprio dice sussurrando: <<Incontrare nuovamente quel ragazzo dalla sciarpa bianca>>

Appena realizzo cosa ho detto mi copro il viso con le mani e ripenso ai suoi dolci lineamenti.
Subito poi mi rimetto a fissare il cielo però guardarlo da dietro un vetro non era bello, volevo sporgermi, sentire l'aria fredda toccare delicatamente il mio viso come ero solita fare.
Quindi senza fare rumore scendo dal letto, infilo i miei calzini grigi e poi vado in bagno per vedere le condizioni dei miei capelli.
Entro, mi sciacquo un po' il viso, mi pettino i capelli e mi sistemo un po' il pigiama di lana bianca come la neve.

Subito poi mi chiudo la porta del bagno alle spalle, prendo il telefono da sopra la scrivania e senza fare rumore esco dalla stanza.
Appena mi trovo fuori non vedo e non sento nulla, il corridoio era tutto buio, niente lo illuminava, neanche una luce, quindi accendo subito il telefono e nel farlo noto che erano le due e dieci.
Era tardi si, sarei dovuta rientre in stanza per dormire, ma avevo voglia di vedere le stelle, neanche un rinoceronte mi avrebbe fermata adesso.
Senza, aspettare altro accendo la torcia del telefono e a passi lenti e delicati mi dirigo nella hall.

Appena entro nella hall, spengo subito la torcia, qui c'erano molte finestre chiuse che però non avevano le tende e quindi tutta la luce delle stelle illuminava la grande stanza.
La hall era davvero bellissima, aveva il pavimento di legno, un tavolino di legno al centro, due divani ai lati opposti del tavolino e delle poltrone sparse vicino alle enormi  finestre.

Senza perdere altro tempo poggio il telefono sul tavolino e mi dirigo verso una delle tante finestre, la apro e mi appoggio alla ringhiera.
Era un piccolo balcone che faceva il giro di tutte le finestre quindi, potevi accederci anche aprendo le altre.
Appoggio le braccia alla ringhiera e poi con le mani mi mantengo il viso.
Faceva freddo, ma vedere le stelle in qualche modo mi ripagava.

Mentre stavo fissando le stelle sento dei passi avvicinarsi sempre di più, non mi volto a guardare chi si stava avvicinando, convinta che era uno dei miei amici.

D'improvviso però il rumore dei passi cessa e a parlarmi non è nessuno...
Allora,spinta dalla curiosità mi giro lentamente verso destra e per mia grande fortuna noto quel ragazzo di prima.
Il mio viso non vuole più saperne di voltarsi a guardare le stelle, il mio desiderio in qualche modo si era avverato cazzo!

Lo guardo per minuti interi, aveva appoggiato le braccia incrociate sulla ringhiera e da allora non aveva più tolto lo sguardo dalle stelle neanche per un secondo.
Aveva un pigiama grigio a tratti bianco, la sua solita sciarpa bianca e abbassando di poco lo sguardo noto che non indossava né i calzini né le pantofole, stava semplicemente scalzo con i piedi a terra e questo non gli causava nulla, sembrava non sentisse freddo.

Subito riporto il mio sguardo sul suo profilo e guardandolo meglio noto che i suoi capelli non sono bianchi, ma un misto tra il bianco e il grigio molto chiaro che uniti alla sua carnagione chiara sembravano un tutt'uno.
Aveva un viso angelico e uno sguardo innamorato rivolto alle stelle che illuminato dalla luce della luna rendeva il tutto ancora più bello, sembrava davvero un angelo.

D'improvviso però riporto il mio sguardo alle stelle, non potevo continuare a fissarlo...
Magari avrei dovuto semplicemente iniziare io il discorso così poi l'avrei potuto guardare per tutto il tempo che volevo.
Sì, questa era un idea geniale!
Restava solo pensare a cosa dire...

"Piacere mi chiamo Anna" nono, troppo diretto.
"Come ti chiami?" questo sarebbe stato peggio, avrebbe capito subito che gli muoio dietro...
Iniziai a pensare a milioni di cose da dirgli però finii per scartarle tutte...
Proprio quando però avevo perso le speranze decido di dirgli la cosa più semplice di tutte.

<<Ciao!>> gli dico tutta allegra girandomi verso di lui.
Ma nel farlo il mio sorriso scompare, quel ragazzo non c'era più, era andato via...
<<Cazzo è sparito!>> esclamo arrabbiata con me stessa portandomi poi una mano sul viso.
Resto così per diversi minuti pensando all'occasione che come una stupida mi sono fatta sfuggire.
Solo io potevo essere così stupida!

Subito poi alzo il viso per guardare le stelle, ma nel farlo inizio a sbadigliare quindi, vado nella hall, mi siedo sul divano di fronte al tavolino sul quale avevo poggiato il telefono e prendendo quest'ultimo inizio a vagare un po' sui vari social.
Improvvisamente però il sonno e la stanchezza si fanno sempre più insistenti, poggio il telefono ancora acceso sul tavolo e mi sistemo meglio sul divano.
In men che non si dica morfeo mi accoglie tra le sue braccia e mi addormento.

A svegliarmi è la luce del sole, mi giro lentamente e stropicciandomi gli occhi inizio a ricordarmi qualcosa di ieri sera.
Appena li apro guardo subito la finestra dalla quale entrava il sole, ma essendo ancora stanzc e sentendo ancora freddo mi giro dalla parte opposta, mi sistemo meglio la coperta e nascondendo il viso tra i cuscini per poi tiaddormentarmi.

A distanza di non so quanto a svegliarmi questa volta è qualcuno che mi scuote per le spalle.
Subito quindi apro gli occhi e gettando il cuscino a terra vedo chi mi stava svegliando.
<<Anna, tra un po' dobbiamo fare colazione>> mi dice dolcemente Silvia.
Di tutta risposta sbadiglio, mi siedo sul divano e poi le chiedo: <<Come facevi a sapere che ero qui?>>

Io non l'avevo detto a nessuno, come poteva saperlo lei?

Di tutta risposta Silvia scoppia a ridere e prendendo il suo telefono mi dice: <<Mi hai mandato un messaggio ieri sera>>
E subito dopo mi mostra il messaggio che le avevo inviato.
Le prendo subito il telefono da mano per leggere il messaggio, ma nulla, non mi viene in mente nulla, il messaggio non lo avevo scritto io.

Di tutta risposta le do il telefono che avevo precedentemente preso e con voce sicura le dico: <<Silvia io non ho scritto nessun messaggio ieri sera...>>
Subito lei mi guarda confusa e non emette parola.
Restiamo in silenzio fin quando poi non noto una coperta bianca, la coperta che mi aveva lasciata dormire al caldo tutta la notte e che io non avevo di certo preso.

Di tutta risposta mi tolgo la coperta dalle gambe e portandomela al naso la odoro, aveva un odore che avevo già sentito.

<<Sil questa coperta non è mia>> le dico poco dopo con sguardo confuso.
Di tutta risposta lei alza le mani e guardandomi mi dice: <<Non è neanche la mia>>

Dopo l'affermazione di Silvia resto pochi secondi in silenzio, una soluzione dovevo senz'altro trovarla.
E poi proprio quando stavo per non pensarci più penso al mio telefono.
Quel qualcuno che aveva mandato un messaggio a Silvia aveva preso il mio telefono.
Senza perdere altro tempo accendo il telefono e controllo whatsapp, nulla, solo l'ipotetico messaggio che avrei dovuto scrivere io.
<<Controlla tra i promemoria>> mi dice improvvisamente Silvia.
Di tutta risposta annuisco e proprio quando apro il promemoria trovo un messaggio.

“Scusa se mi sono fatto i fatti tuoi, ma ti ho vista dormire beatamente e il telefono era ancora acceso.
Ho scritto io alla tua amica e nel farlo ho controllato un po' il tuo telefono.
Riguardo la coperta puoi pure tenerla, l'unica cosa che posso dirti è di controllare bene le cose che ti circondano.

Nulla è come sembra

<<Nulla è come sembra>> dico perplessa dopo aver letto l'ultima frase.
Di tutta risposta mi alzo tenendo ben stretta la coperta tra le mani e con Silvia più confusa di me mi dirigo in camera.

Arrivate in camera Celia ci sorride caldamente, ma vedendo i nostri volti confusi ci chiede: <<Quindi? Che vi succede?>>
Di tutta risposta mi siedo sul letto di Silvia e Celia e mettendo la coperta sulle mie gambe le spiego l'accaduto.
Dopo averle raccontato tutto, subito inizia a controllare la coperta da cima a fondo fin quando nel muoverla noto una cosa.

<<Ferma Celia!>> le dico subito con tono sorpreso.
Subito la ragazza dagli occhiali si ferma e nel farlo le prendo la coperta dalle mani e noto un ricamo azzurro di una lettera.
Una singola lettera.
H.





Angolo autore
Ah, la H chissà perché...

//Viaggio tra le montagne// Shawn Froste, Inazuma ElevenOù les histoires vivent. Découvrez maintenant