Capitolo 7 - Renato

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Quando sono rientrata dal cimitero, quella mattina, una Cecilia raggiante mi aspettava per darmi il benvenuto.
Aveva già fatto apparecchiare i tavoli, comprato i fiori freschi, messo nel frigo la selezione di bianchi alla mescita e organizzato il servizio del pranzo.
E così me l'ero ritrovata lì, seduta con le gambe penzoloni su uno dei tavoli di acciaio della cucina e con una lettera stretta la mani.
Aveva dipinto negli occhi lo sguardo di chi non vede l'ora di regalarti l'ennesima buona notizia.
Così, colmando una curiosità che si era fatta irrefrenabile, le ho strappato la busta dalle mani, scoprendo quello che lei, eludendo qualsiasi tipo di legge vigente in merito alla privacy, aveva già appreso da quasi due ore.
La guida Michelin mi stava invitando per un grande evento a Berlino, nel quale sarebbero stati presentati i nuovi chef emergenti comparsi sull'ultima edizione.
Si sarebbero tenute conferenze, seminari e workshop, nei quali le nuove stelle avrebbero potuto confrontarsi, scambiarsi esperienze ed affermarsi a pieno titolo nel patinato mondo della ristorazione d'autore.

E dunque, dopo qualche giorno per metabolizzare la cosa, e qualche migliaio di parole scambiate con chiunque avesse voglia di sentire la mia buona novella, adesso mi ritrovo qui, nella medesima cucina, nella quale regna una massa indistinta di pentole di rame, fruste e gusci di uova.
Domani mattina il volo Alitalia AZ0609 in partenza da Fiumicino alle ore 8,25 e diretto a Berlino Schonefeld, mi aspetterà per trasportarmi verso la mia nuova avventura e, come sempre quando sono agitata o emozionata, mi metto a cucinare senza sosta, provando ricette assurde che, con una buona dose di probabilità, non vedranno mai il loro inserimento in un qualsiasi genere di menù.
Cecilia irrompe nella cucina sgranando gli occhi di fronte al piccolo tornado che sembra averla colpita.

- «Agitata eh? Vedrai che andrà tutto bene.
Sei una celebrità ormai, devi cominciare ad abituartici!»

Me lo sussurra ridendo, passandomi accanto ed infilando un dito nella farcia per la torta di mele, prima di farlo sparire con un mugugno di piacere all'interno della bocca.

- «Ma questo è una delizia Emma! Dobbiamo metterlo in carta!»

Sorrido mentre le strappo dalle mani la ciotola con cui ha deciso di pasteggiare allegramente, dopo essersi seduta ancora una volta sul tavolo con un salto.

- «Vedremo...intanto fammela cuocere, poi decidiamo il da farsi.»

Lei mi rivolge un cipiglio imbronciato.
Poi sembra illuminarsi improvvisamente.

- «Ah, stavo quasi per dimenticarmene! È arrivata questa!»

Dice, sventolandomi davanti agli occhi una busta di carta giallina, che si è sfilata dalla tasca del grembiule.

- «Che cos'è?»

- «Non lo so Emma, è per te...»

Mi risponde con aria innocente.

- «Come se la cosa avesse mai avuto un qualche genere di peso, Cecilia...»

Le sibilo sfilandole la piccola lettera dalle dita.

- «Lo so ma questa è diversa, vedi.»

Sussurra indicandomi l'intestazione.

- «Non c'è scritto nulla, solo il tuo nome.
L'ha consegnata un ragazzino questa mattina, senza dire una parola, prima di scappare via correndo.
Ho pensato che fosse qualcosa di molto personale, così non l'ho aperta.
Magari è Luca che ha deciso di scriverti quanto ti ama, mi sembrava brutto sbirciare!»

Sì, non ve ne ho ancora parlato, Luca è il mio fidanzato. O meglio, quello che dovrebbe avvicinarsi ad un fidanzato.
Stiamo insieme da qualche anno. Io sempre in cucina, lui sempre impegnatissimo nel suo lavoro da grande manager, futuro padrone del mondo.
Non abbiamo niente in comune, se non il fatto che nessuno dei due può dedicare all'altro il tempo che dovrebbe.
Quindi continuiamo ad intrattenere questa strana relazione nella quale, una volta ogni tanto, ci vediamo, mangiamo qualcosa insieme, facciamo un sesso relativamente appagante, e infine ci salutiamo dandoci un appuntamento non troppo definito per uno dei giorni a venire.
Lui dice di essere innamorato di me, di voler dare il massimo al suo lavoro così da poter arrivare presto ad una posizione di prestigio, per poi potermi sposare e passare la sua vita al mio fianco in una bella casa del centro.
Io, dal canto mio, non mi sono mai data la pena di dirgli che la cosa mi interessa molto poco e che, se quello che provo per lui viene comunemente definito amore, allora è decisamente sopravvalutato.
Quindi resto in questo limbo. Senza il coraggio di lasciarlo e senza il coraggio di chiarirgli le cose.
Probabilmente questa nuova versione di lui, nella quale mi scrive lettere d'amore, dovrebbe indurmi a prendere una decisione in proposito il prima possibile.

Strappo svogliatamente la busta, rivolgendo a Cecilia uno sguardo carico di rassegnazione. Sfilo il foglio di carta sottilmente piegato e lascio correre per un attimo lo sguardo sulle lettere.
Non è la grafia di Luca.
È allungata, sottile. Una scrittura che mi sembra di non avere mai visto in vita mia.
Distendo la lettera su uno dei pochi piani di acciaio ancora scampati al mio delirio da chef psicopatico, cominciando a leggere le prime righe con una curiosità quasi dolorosa.

Ciao Emma,
Tu non mi conosci ma io conosco te, fino da quando eri una bambina.
Non posso dirti chi sono ma ti prego di fidarti di me.
Ho seguito passo a passo la tua vita, da quando hai lasciato la casa di tuo padre, fino al giorno in cui ho letto il tuo nome nella guida più ambita da ogni cuoco.
Tengo a precisare immediatamente che non sono un pazzo, non sono uno stalker e non ho intenzione di farti alcun male.
Ma adesso che sei libera, che la tua carriera ti permette di restare lontana dal tuo vecchio mondo, è giusto che tu sappia cosa è successo tanti anni fa.
Ho pensato molto sul fatto di scriverti questa lettera, infondo adesso sei felice, hai ottenuto quello che cerchi.
Ma ormai sono vecchio e ho tenuto questo segreto per troppo tempo.
Non posso dirti tutto, per il semplice fatto che tutto non so, però posso dirti che la morte di tua mamma non è andata come te l'hanno raccontata.
Al teatro dell'opera di Roma è successo qualcosa, tanti anni fa.
Qualcosa che è stato nascosto.
Indaga Emma.
Ripercorri il tuo passato.
Io mi terrò in contatto con te, ma ti prego di non cercarmi.
Potrebbe essere pericoloso per entrambi.
Non parlare a nessuno di questa lettera.
Leggila e poi distruggila immediatamente.
Riceverai presto mie notizie.
Credimi Emma, ti prego.
Renato

Cronache di un sogno dalle ali piccoleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora