August Booth

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Capitolo due - August Booth

I funerali di per sé sono tristi, nessuno andrebbe a uno se non è strettamente necessario, nessuno vorrebbe vedere morire chi ama e dover poi dargli l'ultimo addio, mentre é posizionato dentro una insignificante bara di legno, che non lo rappresenta per niente. Nessuno vorrebbe soffrire la morte di una persona che si ama. La vita però, é fatta così, si può spezzare da un momento all'altro e chi rimane, non può far altro che ricordare i momenti belli vissuti con quella persona, salutarlo per dirgli addio e piangere tutte le proprio lacrime.
Quel giorno a Storybrooke é uno di questi. Tutta la cittadina é riunita nel cimitero per dare un ultimo saluto a un uomo che con la sua lealtà, con il suo sorriso e la gioia di vivere, ha portato solo bene all'intera comunità. I più anziani lo ricordano fin da quando ha mosso i primi passi da molto giovane per migliorare la città e renderla ciò che è adesso, andando spesso anche contro il parere del sindaco in carica pur di aiutare la comunità. I più giovani lo ricordano per il suo coraggio, le sue parole sempre gentili e di incoraggiamento, infondendo in loro la forza di non mollare mai. Tutti, nessuno escluso, non hanno che un ricordo positivo di un uomo speciale come August Booth. L'espressioni, le lacrime, il dolore che quel giorno campeggia in quel freddo cimitero, ne sono la prova evidente.
Elsa, ha gli occhi rossi dal pianto, ha cercato di smettere di pensare di aver perso l'uomo della sua vita, il padre di sua figlia, ma non ci è riuscita. Organizzare il suo funerale, dover chiamare tutti i parenti di August e i suoi, si è rivelato più difficile del previsto. Ma senza dubbio é stato terribile dirlo a sua figlia Ingrid, una meravigliosa bambina dai capelli castani quasi rossi e gli occhi azzurri, verdi; la principessa di papà. Ha solo otto anni e per lei é stata una notizia orribile, ha pianto ininterrottamente per ore, abbracciata alla sua mamma che non ha potuto far altro che dirle che suo papà non l'avrebbe mai abbandonata, finché avrebbe continuato a vivere nel suo cuore, ma per una bambina così piccola, parole come queste sono totalmente inutili. Lei vuole il suo papà.
Elsa la stringe a sé, mentre danno l'ultimo saluto all'uomo della loro vita. La piccola Ingrid, si stringe alla sua mamma e piange disperata, non volendo vedere la bara scendere per essere sepolta dalla terra.
Henry, il piccolo Mills, le é vicino e le stringe la mano, sono molto amici, frequentano la stessa scuola e spesso a ricreazione giocano insieme, poi si sono visti spesso anche fuori da scuola, essendo che sua mamma Emma e Killian, sono stati spesso invitati a cena a casa Booth e altrettanto spesso sono venuti loro a casa Jones/Swan.
Emma é abbracciata al suo fidanzato, ha gli occhi rossi dal pianto che non é riuscita a trattenere e guarda la tomba del suo amico, non riuscendo a credere che si tratta proprio della sua di tomba.
Nei giorni prima del funerale ha collaborato con la polizia di zona per cercare i primi indizi, ma il colpevole é stato più furbo di loro e non ha lasciato la minima traccia di sé, nemmeno le telecamere di sorveglianza hanno rivelato nulla, ciò è stato causato dal mini blackout che ci è stato in città proprio in quel frangente, quindi sicuramente le telecamere sono andate in tilt e non hanno ripreso nulla, tanto meno la fuga del killer.
Accanto alla ragazza c'é Graham, sceso a storybrooke per dare anche lui l'ultimo saluto al suo collega e caro amico August, ma soprattutto per stare vicino ad Emma, la quale sa che è molto scossa e che ora si sente sola e spaesata.
Infatti, la giovane non sa davvero che cosa fare a riguardo. É ovvio che ora deve prendere lei il comando della situazione, il sindaco della città, ha lasciato a lei disposizioni per trovare o un sostituto o prendere il controllo della centrale e trovarsi un vice sceriffo valido per poter svolgere il loro lavoro. Il sindaco si è mostrato propenso a far diventare lei sceriffo della città, visto che Booth parlava spesso della ragazza come la sua migliore collaboratrice e soprattutto perché, si è rivelata preziosa in più di un'occasione; ma Emma non é sicura di riuscire a sopperire a tale compito, si sente ancora inesperta e senza August teme di non farcela. Anche se, spesso, proprio il suo mentore, nonché capo e amico, le diceva che fosse giunto il momento di trasformarsi in cigno. E forse, quel momento é giunto davvero.
Le parole del prete poi, commuovono tutti, ricordandolo come un amico fedele, un cittadino modello e un esempio per chiunque lo abbia conosciuto. E non sono solo parole fatte, che si dicono per ogni persona che muore, nel caso di August Booth sono veritiere.
Una volta finita la cerimonia, la giovane si è avvicinata alla famiglia del suo collega per abbracciare la bambina e poi rivolgersi alla moglie, Elsa.
«Qualsiasi cosa puoi contare su di me, lo sai. E inoltre, ti assicuro che troverò chi ha fatto questo ad August, fosse l'ultima cosa che faccio.» le dice, ed Elsa le sorride tra le lacrime, sapendo che sarà così. Sa benissimo quanto sia affezionata a suo marito, quanto fosse profondo il loro rapporto.
«Grazie Emma. Starò in pace solo quando scoprirò chi ha fatto questo al mio August. August aveva piena fiducia in te e adesso che lui non c'é più, so che farai un ottimo lavoro per portare avanti ciò che lui ha fatto in questi anni. Non dare il comando a un altro, occupatene tu.» le dice dolce e materna, immaginando perfettamente che lei abbia già parlato con sindaco della questione sceriffo.
«August mi ha sempre detto che saresti stata la sua sostituta perfetta. Lui non c'è più ora, ma so che ti direbbe di credere in te e nelle tue potenzialità, perché hai tutte le carte in regola per puntare in alto.»
A quelle parole Emma sente le lacrime rigarle il viso, dovrebbe essere lei a rassicurare la moglie del suo amico, é lei che ha perso l'uomo della sua vita, invece sta avvenendo il contrario, é lei che le sta dando conforto.
«Grazie Elsa, grazie per la fiducia che riponi in me. Io come ti ho detto prima, farò tutto ciò che è in mio possesso per scoprire la verità e fare giustizia. E tu piccolina, sii forte okay? Il tuo papà ti voleva immensamente bene e ora ti protegge dal cielo e vuole che tu sia sempre sorridente, come lo eri quando c'era anche lui con te.» si rivolge poi alla bambina, la quale si vede che ancora non riesce ad accettare che proprio il suo papà é morto, ma è anche troppo presto per poterlo fare, ci vuole tempo. Solo il tempo guarisce ferite così profonde. E forse, anche se si va avanti, non guariscono mai del tutto, ci si impara solo a convivere.
La piccola Ingrid annuisce e abbraccia lei stavolta Emma.
La ragazza saluta e rassicura ancora una volta le due e poi in compagnia di Graham e Killian si allontana. Ha intenzione di rimettersi prontamente a lavoro e cercare prove utili che le servono per scoprire almeno un qualcosa sul killer. Inoltre, deve svolgere le mansioni di routine e prendere una decisione sul futuro di Storybrooke. Non sa ancora se vuole essere lei lo sceriffo, ma deve prendere una decisione quanto prima.
Sono giorni stressanti e dolorosi, tanto che riesce a vedere a malapena i suoi figli e la piccola Hope, sente tanto la mancanza della sua mamma e dei giochi che hanno sempre fatto insieme. Avverte la tensione che c'é in casa e infatti, anche lei è molto nervosa e piagnucola spesso, anche per andare in asilo. 
Il suo collega e amico Graham, ha deciso di fermarsi qualche giorno per darle un mano, almeno finché non decide che cosa voler fare e insieme si recano in ufficio per poter iniziare a lavorare.
Inizia a fare delle ricerche sulle vecchie indagini di Booth. Emma, aveva già iniziato la ricerca ma ha voluto sottoporre i casi anche a Graham in modo che lui potesse dargli il suo punto di vista a riguardo. Non solo, hanno deciso di ampliare la ricerca anche sulla vita famiglia di August, in modo da capire meglio il suo passato. Hanno chiesto anche ad Elsa qualcosa sul passato del marito prima di arrivare a Storybrooke, ma anche lei sa poco a riguardo, il marito non ha mai amato parlare della sua famiglia. Ciò che hanno scoperto é che i genitori sono morti quando August e la sorella erano molti piccoli, August essendo il fratello maggiore si è preso cura della sorellina. Sono stati affidati a degli zii, ma praticamente hanno sempre fatto tutto da soli, perché mai veramente considerati parte integrante della famiglia. August una volta diventato maggiorenne si è preso una casa per sé e ha portato a vivere con lui la sorella. I due sono sempre stati inseparabili, fino a che la sorellina, Lucy, non si è fidanzata e per un periodo di tempo si sono separati, ma August non ha mai spiegato nemmeno alla moglie le dinamiche. Sa solo che quando finalmente i due si stavano riavvicinando, Lucy é morta in un incidente stradale ed August é andato via da quella città per continuare la sua carriera a Storybrooke, lontano da tutto ciò che le ricordava la sua famiglia e la sua meravigliosa sorella. Ha smesso di parlare di lei, non volendo ricordare il momento doloroso in cui ha saputo della sua morte. Elsa ha scoperto della sorella minore del marito, qualche mese dopo il loro fidanzamento, attraverso una fotografia.
August non ha mai amato parlare di questa parte della sua vita, tanto che Emma nemmeno era al corrente che il suo amico avesse una sorella. Sapeva dei suoi genitori morti, ma non di Lucy. Non ne fa però una colpa all'uomo, capisce perfettamente il suo dolore, soprattutto visto che per un periodo di tempo si erano allontanati.
Ciò che è certo che ora vuole saperne di più, magari tutto ciò può essere davvero collegato al serial killer o forse no... Ma come le ha sempre insieme proprio August, non bisogna tralasciare nessuna pista, tutto può essere importante per risolvere il caso.
«Emma, guarda qui.» Graham la chiama per mostrarle la mail che la scientifica ha mandato sulla dinamica del proiettile e sull'arma a cui appartiene. Costatato che la pistola che ha sparato é una pistola vecchia, un modello piccolo e che probabilmente August ha voltato le spalle al killer e quello l'ha colpito alla schiena, anche dagli schizzi di sangue, la scientifica conferma questa versione dei fatti.
«Quindi August conosceva il suo assassino.» afferma ancora il giovane sceriffo, rivolto alla sua collega.
«Già. Ascolta, perché non torni tu a fare lo sceriffo qui? Lo so è una proposta assurda, ma io...»
«Emma, tu sei lo sceriffo di Storybrooke. Non io.»
«Tu sei stato vice sceriffo qui prima di me.» ribatte prontamente la ragazza. Ha paura. Ha una maledetta paura di non farcela.
«E tu sei più in gamba e intuitiva di me, lo sappiamo entrambi. Nessuno può far giustizia per August meglio di te, Emma.» il suo collega sa che ha semplicemente paura di fallire, di deludere le persone a cui tiene, di deludere Elsa e sua figlia Ingrid. Lo sa benissimo, ma ciò che non sa che tutti loro, tutti quelli che l'amano credono in lei. August compreso, anche se non é qui per poterglielo dire.
«Non mi starai dando troppo fiducia?»
«No e anche August te lo direbbe se fossi qui, lo sai. Quanto meno assumi l'incarico fino a che non avrai preso l'assassino del nostro amico, per il futuro poi prenderai una decisione.» le propone lui ed Emma annuisce. Non aveva pensato a questa possibilità e decide di fare così, in effetti non vuole uno sceriffo accanto che magari non prende seriamente il caso di August, lei vuole portare alla luce questa storia e risolverla. L'unica cosa che deve trovarsi un collaboratore, da sola non può gestire la stazione. Sta trascurando la sua famiglia e non vuole.
Andrà a parlare con il sindaco oggi stesso, ma vuole scegliere lei con chi lavorare, solo che non sa chi possa scegliere per rivestire tale compito.
«Bene, allora vai a parlare con lui e poi torna a casa, hai bisogno di riposo. Da quanti giorni non dormi?» le chiede poi ancora una volta Graham, l'ha osservata bene e ha notato le occhiaie sotto gli occhi, il viso spento e stanco. Non può continuare così o rischia di sentirsi seriamente male e di non riuscire a svolgere il suo lavoro correttamente.
«Dormo due ore a notte forse... Ma non posso fermarmi ora, devo scoprire qualcosa, almeno qualcosa.»
Il collega scuote la testa deciso e le toglie le scartoffie dalla mano e le chiude lo sportello del portatile. Le prende la giacca di pelle rossa e la mano per tirarla su dalla sedia girevole.
«August non vorrebbe che tu smettessi di vivere per lui. E io voglio vedere quanto é cresciuta quel terremoto di tua figlia. Quindi ora, ti accompagno dal sindaco e poi andiamo a casa tua. Chiaro? O devo ripetermi?»
Emma scoppia a ridere finalmente di gusto, una risata che non faceva da giorni interi, a parte in pochissime occasioni in cui è stata con i suoi bambini; e annuisce.
«Ehi questa é la mia stazione, sono io che do ordini qui dentro.»
«Al momento ancora no, non vedo la stellina da sceriffo, quindi posso, Swan.»
«Andiamo Humbert» spingendolo fuori dalla stazione, continuando a ridere e scuotere la testa. É felice di averlo lì, averlo vicino le sta dando una grande forza. Lui sa come ci si sente a perdere il proprio mentore, August é stato anche il suo per moltissimo tempo, é diventato sceriffo grazie a lui e può capirla perfettamente. Non che in famiglia non la capiscano, Regina e David le stanno vicino e sono dei genitori perfetti, oltre al fatto che la donna continua ad essere la sua miglior confidente, oltre che sua mamma; ma non è la stessa cosa che parlare con qualcuno che vive la stessa situazione. Lo stesso Graham ha avvertito subito che parlare con Emma del loro collega morto, gli ha fatto bene. Ricordarlo, gli ha fatto bene per superare il lutto. Rimarrebbe per fare giustizia, ma non può lasciare la sua stazione.

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