"succede e basta"

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Un post, delle parole, poche, ma forti, significative, taglienti. Poi un pugno, tirato dritto nello stomaco da far mancare il fiato per il dolore.
Provo a metabolizzare. Non riesco, faccio fatica. Fatico a capire.
Allora decido di scriverti. Poi ci ripenso.
No, no. Scriverti non va bene. Puoi non vedere il messaggio, io potrei dover aspettare e non posso aspettare, non posso restare qui, continuare a soffocare mentre aspetto una tua risposta che potrebbe anche non arrivare. Non ne sono capace.0
Ti chiamo. Sì, è la cosa giusta da fare, quella più veloce.
Uno squillo. Due. Tre. Sei. Segreteria.
"Cazzo!"
Chiamo Francesca, lei sicuramente risponderà. Lei risponde sempre quando tu non lo fai.
Le dita delle mani a tamburellare freneticamente sulle ginocchia, il piede a battere a terra tra un 'tuuu' e l'altro.
Mi alzo. Non riesco a stare seduto, non riesco a stare fermo. Non posso.
Apre la telefonata.
"Francesca passami subit..."
"Mattia."
Sei tu.
La voce calma, distrutta, rauca, quella di chi ha appena finito di piangere e forse ha ancora qualche lacrima che scende sulle guance, rigandole il viso. La voce di chi si è arreso all'esistenza di qualcosa e l'ha accettato ma non si é arreso all'idea del doverlo combattere. Perché tu non ti arrendi. Tu combatti come sai fare tu, come hai sempre fatto, ma forse questa volta con più convinzione e con più forza delle volte precedenti.
Ti chiedo cosa significa. Ma non è quello che ti sto chiedendo esplicitamente, lo sai. Perché credo di aver capito, ho capito, ma non voglio capire. Allora ti sto chiedendo se ho capito bene. Ti sto chiedendo di dirmi che non ho capito niente e che va tutto bene, che il messaggio che dovevo recepire non era quello che tutti hanno recepito.
La voce è calma, bassa, sicura, anche se di sicuro c'è ben poco. È solo un velo per coprire le insicurezze nascoste in quella mia domanda che è uscita incontrollata dopo qualche secondo che ti ho sentito.
Sospiri pesante dall'altra parte del telefono. E forse ti passi il pollice e l'indice sulla fronte, dal centro agli estremi, lo fai ripetutamente. Poi chiudi gli occhi. Lo fai sempre quando sospiri perché le cose sono difficili, perché la situazione è complicata, perché non sai mai come dirmi le cose.
"Significa quel che significa Mattia"
Poi prendi una pausa, non sai come dirlo. Non trovi le parole, anche se di termini ce ne sono nel vocabolario, ma non vuoi dirle, non riesci. Allora ti limiti, me lo dici aggiungendo un semplice "C'è".
C'è.
E non so cosa succede, è un attimo.
Perdo le parole, non esce alcun suono dalla mia bocca. Il respiro si ferma completamente, proprio come il tempo che continua a scorrere tranquillo e al suo solito ritmo sotto le mie dita scrivolando tra esse, ma non per me. Per me è fermo, bloccato. Come me.
Il petto si appesantisce, la mente diventa annebbiata e priva di lucidità, non elabora niente di ciò che mi hai appena detto. E mi sento strano. Mi sento privo di qualunque cosa, comprese le forze.
Mi accascio sul divano di casa, mi lascio cadere. La mano sulla fronte, poi sul viso. Respiro. Mi ricordo che devo tornare a respirare.
Ripeto nella mente le tue parole.
Elaboro lentamente
"Mattia?"
Ci sono.
Ci sono.
Ora ci sono.
"Andrà tutto bene"
E te lo dico così. Te lo dico perchè hai bisogno di sentirtelo dire, perchè so che sarà così. Te lo dico perchè ci credo. Perché ho bisogno di crederci anche io che andrà tutto bene.
E allora crediamoci insieme, crediamoci forte. Che la tua forza è tanta, troppa per essere concentrata in un solo essere umano. È la forza di tutte le persone che ti circondano messe in un unico corpo. Ma non è mai abbastanza tutta quella forza, e forse io non ne ho a sufficienza per accompagnare la tua, ma voglio dartela lo stesso. Voglio darti forza, sostegno, coraggio, tutto ciò che a te non manca mai ma che averne in più non guasta. Ma, soprattutto, voglio darti sicurezza, quella che spesso ti manca, che non trovi sempre.
E voglio dare fiducia. Fiducia nel destino che, ancora una volta, si é rivelato uno stronzo infame. Fiducia nella medicina che fa progressi anche se so già cosa hai in mente, me l'hai detto quando ne abbiamo parlato tempo fa. Fiducia in te e nel fatto che tu ce la farai.
Perché tu ce la fai.
Ce la fai sempre.
E ce la farai anche questa volta.
Ci credo. Ho paura, ma ci credo. Ti credo.
"Andrà tutto bene"
Mi ripeti cercando di darmi un po' della tua forza, ma non ne ho bisogno, devi conservarla per te.
Te lo ripeto, più convinto, più sicuro, con più forza.
"Andrà tutto bene"

Scegli Me|| Mattia&EmmaWhere stories live. Discover now