32 - La lettera

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LEVIATHAN

Ero indeciso se aprire e leggere il contenuto della lettera con mio fratello o se volevo farlo in provato, ma alla fine lui mi convinse ad aprire la busta di fronte a lui, in caso ci avesse riservato una brutta sorpresa.
Chiusi le imposte, perché avevo paura che qualcuno potesse spiarci dalle finestre, dato che non c'erano rimasti molti vetri sani e mi maledii per la mia rabbia incontrollata.

La busta non portò sorprese, ma nonostante questo, aprii cautamente tutti i fogli e li scossi piano, per scoprire eventuali tracce di polveri strane, magari aconito essiccato. Nulla.
Veclan poi fece la stessa cosa con il suo pacchetto, stringendo appena i pugni quando comprese cosa aveva tra le mani.
"E' il diario di Claire" disse con voce strozzata.
"Teneva un diario?"
"Sì. Recentemente credevo di no, ma quando era più piccola sì. Ha iniziato dopo che i suoi genitori... hai capito. Sapevo del cassetto segreto sotto il tavolo perché una volta ci aveva nascosto un biglietto che aveva preparato per la festa del papà. Avevamo nove anni" disse scuotendo la testa con un sorriso triste.
"Bronn era piuttosto metodico nelle sue cose e controllava almeno due volte a settimana la sua cameretta, ma lei voleva fargli una sorpresa, così sua madre le fece vedere quel nascondiglio, dicendole che suo padre non l'avrebbe scoperto. Da allora, quando avevamo qualcosa da nascondere ed era abbastanza piccolo, lo mettevamo là. Non so perché non mi era venuto in mente subito" si giustificò, ma io ero rimasto incantato dal racconto di Claire bambina.

"Questo però era nascosto sotto un finto pannello, come se non volesse che per sbaglio qualcuno lo trovasse, ma vedesse solo la lettera" disse ancora e tornai al presente.
"Quindi, secondo la tua idea, dovrebbe esserci di più scritto in quel quadernetto che nella lettera per me, è così?" chiesi un po' arrabbiato.
"Forse. Magari c'è scritto solo qualcosa di diverso" disse alzando le spalle.

"Va bene, scopriamolo" dissi spiegando le pagine della lettera e iniziando a leggere.

Ciao Levi,
non inizio con caro perché altrimenti getterai la lettera nel camino prima ancora di leggerla, mentre io vorrei tanto che mi dessi la possibilità di farti sapere un po' di cose.
Se Kit ha dovuto aprire il nascondiglio dove ho nascosto questa lettera, vuol dire che è entrato in casa mia cercando delle risposte. Questo vuol anche dire che non sono sopravvissuta alla missione e quindi non ho potuto spiegarti di persona.
In questo caso, lascia che ti dica che mi dispiace immensamente.
Sono davvero dispiaciuta per tutto ciò che ti ho fatto, se avessi potuto, giuro che non vi avrei mai dato questo dolore.
Voglio partire dall'inizio, così forse comprenderai alcune cose che ho dovuto tacerti.
Quando sono tornata dall'interrogatorio con quel ragazzino, ti ricordi? E' stato quando mi sono sfregiata da sola e ti sei incazzato con me perché ero stata una stupida. Bé in effetti ti arrabbi praticamente sempre con me, quindi forse fatichi a ricordare.
Ad ogni modo, quando vi ho raccontato dei ribelli, Jeremy mi ha contattato, per avere qualche informazione in più. Era certo che con voi presenti non avessi detto tutto e aveva ragione, perdonami.
Non sai lo sgomento che ho provato quando ho conosciuto il beta di tuo padre, quella sera a cena. Ti avevo scritto che non potevo parlartene in quel momento, ma poi non c'è più stato modo di farlo e tuo padre mi aveva ordinato di non dirtelo.
Mi dispiace. Jeremy aveva già capito che Morad Anderson era invischiato in qualcosa e quando gli ho confermato che il ragazzino mi aveva confessato che un certo Anderson reclutava per conto dei ribelli, non ha battuto ciglio.
Voleva che mi facessi notare, che mi infiltrassi, un po' come facevo con gli umani e riuscissi ad entrare tra le file ribelli.
Ci è voluto un po' affinché Morad si fidasse abbastanza di me e ho dovuto continuare a denigrare te e tuo padre per riuscire a convincerlo.
Non ho mai ottenuto la sua fiducia, non completamente almeno, dato che ero troppo legata a voi e alla vostra famiglia perché lui, anzi loro, credessero ad una mia cieca fedeltà.
Volevano che facessi da portavoce per loro con l'Alpha, ma ho capito subito che volevano eliminarlo.
Ne ho parlato con tuo padre, il quale mi ha detto che se quella fosse stata la soluzione migliore per il bene del branco, lo avrebbe accettato.
Sì, hai capito bene, ha detto che la morte sarebbe stata accettabile per il bene del branco, ma aveva una condizione: che fossi io a eliminarlo.
Non sai cosa ho provato in quel momento, all'idea di uccidere il capo branco, l'uomo che mi aveva presa con sé. Lui e tua madre sono stati la mia famiglia per anni e Kit è il mio migliore amico e tu... sei tu. Avevo provato a stare senza di te, perché eri arrogante, supponente, crudele e decisamente stronzo, ma alla fine mi sono dovuta arrendere al fatto che senza di te mi sentivo come se mi mancasse una parte di me.
Dopo ieri sera, speravo che avremmo avuto una possibilità per ricominciare, ma credo tu abbia dato il benservito alla cara Monya per farlo e lei ha deciso di anticipare l'attacco.
Non mi sono sbagliata, è lei che tiene le fila dei ribelli, ma sapeva che non aveva abbastanza presa su di te, così ha scelto di usare me, che per obbedire a tuo padre mi sono offerta di ucciderlo per conto dei ribelli.
Speravo davvero di riuscire ad evitarlo, ma temevo come lo sapeva lui, che avrebbero voluto un gesto plateale, una dichiarazione di intenti.
Quando e se mi vedrai con Morad questa sera, prego di riuscire a farti capire che tengo a tutti voi al punto da non volervi fare del male nel modo più assoluto, ma che sono stata costretta dalle circostanze, oltre che dall'Alpha.
So che non potrò smettere di fingere che di voi non m'importi nulla, almeno davanti a lui e prego di non dover arrivare a farti del male. Ho preparato alcune fiale di aconito in altrettante siringhe e un piccolo bonbon a base di aconito ma dalla ricetta segreta, per Morad.
Se la seconda parte del piano andrà bene, farò in modo che lui muoia sei piani sotto terra, anche se questo significherà morire là sotto con lui.
Se farò tutto bene, l'unica persona da cui dovrai guardarti sarà la tua amante. Mi viene la nausea a definirla tale, ma lei ha smania di potere e posso immaginare che dopo la mia dipartita e la tua ascesa al trono ti starà incollata come un francobollo.
Voglio solo dirti, Levi, che nonostante abbia provato a resistere, alla fine anche io mi sono arresa a te, l'ho solamente fatto un po' prima. Probabilmente sono più arguta di te, ma in fondo, sono femmina.
L'aver capito che quando ci sei tu con me rende tutto migliore, più completo in qualche modo, è stata una rivelazione e sono davvero felice che tu abbia deciso di provarci.
Mi dispiace solo che non avremo tempo, Levi.
Monya sa bene almeno quanto me che non è previsto che io esca viva dalle operazioni di questa notte. Sarà una carneficina e io diventerò un'assassina, è tutto preparato.
Dopo casa tua, il nostro obiettivo sarà il laboratorio sotterraneo in cui stanno sviluppando quella che chiamano CURA. Sai cosa significa, sono certa che anche tu capisca quanto l'eventualità di un'arma del genere contro di noi possa potenzialmente essere devastante. I ribelli hanno deciso che non vogliono aspettare che l'Alpha decida di intervenire, soprattutto perché tuo padre ha annunciato che voleva prendere tempo.
Serviva una non azione da parte sua per fomentare i ribelli, poi toccava a me. Una volta che mi sono offerta di uccidere lui e tua madre, hanno deciso di approfittare del trambusto per penetrare nel laboratorio, distruggere con l'esplosivo tutte le scorte presenti e distruggere il laboratorio di ricerca e sperimentazione.
Ti scrivo tutto questo cercando disperatamente di non pensare a tutte le vite che spezzerò stanotte.
Non ho una scelta, anche se forse stai pensando il contrario.
Il braccio destro di Monya è il beta di tuo padre, se mi rifiuterò di collaborare oltre a rischiare la vita, metterò in pericolo quella di tutta la tua famiglia e non posso sopportare una simile evenienza.
Riesco a gestire il tuo disgusto, l'aver tradito la tua fiducia, se questo vuol dire salvare almeno te e tuo fratello. Farò in modo che voi siate al sicuro, anche se forse questa lettera non verrà mai trovata, tu darai fuoco a casa mia come risposta al fatto che ho distrutto la tua e mi odierai per sempre.
Non sorridere, non saresti tu se non ci avessi pensato e sono piuttosto certa che se non l'hai già fatto, manca poco a che la mia casa venga distrutta.
Un'ultima cosa.
Non so dirti che quello che provo per te sia amore, o solo affetto e desiderio bruciante, ma so che ti auguro davvero di trovare qualcuno a cui affidare la tua felicità, che di meriti tale fiducia, che sappia renderti migliore e ti faccia sentire amato.
Te lo meriti, Leviathan, avrei tanto voluto essere quella persona, avrei voluto conoscerti meglio e prima, che i rapporti tra noi non fossero così tesi e che non ci fossimo fatti la guerra a questo modo.
Forse avresti un ricordo migliore di me.
Farò del mio meglio per rendere salve le vostre vite, stasera.

Con affetto,
Claire

Restai come inebetito a fissare quelle righe, cercando di tenere a bada un singhiozzo che mi strozzava, perché non volevo cedere.
Non potevo cedere.
Non dopo che Claire mi aveva spiegato nero su bianco come stavano le cose, perché all'improvviso compresi cosa cercava di dirmi Veclan: non avrei messo in dubbio ciò che la mia compagna aveva scritto.
Non riuscivo a dubitare di nessuna di quelle parole, nonostante lo volessi disperatamente, perché voleva dire che lei sapeva fin dall'inizio che era stata mandata a morire.
C'era qualcosa che cercava di dirmi in quelle parole, che non riuscivo ad afferrare, sentivo che avrei dovuto capirlo eppure restava fuori dalla mia portata e la cosa mi angustiava.

Sapeva cosa sarebbe successo, anzi, sembra che avesse fatto del suo meglio affinché le cose andassero in quel senso. Non riuscivo ancora a perdonarla per aver ucciso i nostri genitori, nonostante lei mi avesse scritto che era stato mio padre in persona a organizzare la cosa in modo che fosse lei a doverlo fare.
Quanto poteva essere sadica come cosa? Lei lo amava come un padre, l'ho sempre saputo, anche se rifiutavo di ammetterlo e ora il contenuto di quella lettera metteva in discussione tutto ciò che avevo pensato di lei in quei giorni terribili.

Guardai mio fratello in cerca di consolazione ma lo trovai a singhiozzare in silenzio sulle pagine del diario di Claire.
"Che succede?" chiesi, allarmato.
Scosse la testa. "Ha iniziato a scrivere questo diario per me. In ogni fottuta pagina lei parla a me, sono come lettere indirizzate a me, capisci? Perché da quando tu sei tornato ed io ho trovato Dean non ci sono più stato per lei! Non l'ho più chiamata per sapere come stava, ho rimandato fin troppe serate qui assieme a lei per vedere Dean. Dio, l'ho perfino giudicata quando ho scoperto che si era fatta scopare da te" mormorò, affranto, ma non gli permisi di usare termini del genere riferiti a lei, fu più forte di me.
Ringhiai la mia disapprovazione, prima di borbottare: "Non me la sono scopata. Non lei, cazzo, con lei è sempre stato qualcosa di diverso e io nemmeno capivo cosa fosse. Ha ragione, sono uno stupido." Non mi accorsi nemmeno di aver usato il tempo verbale sbagliato.
"Ti ha scritto che sei uno stupido?"
"No, preferiva dirmelo di persona. Nella lettera non mi ha insultato pesantemente nemmeno una volta" dissi, triste. Sciocco come anche quelle schermaglie verbali mi mancassero.
"Che cosa dice?" chiese sottovoce.
Gli tesi la lettera, che lesse in silenzio, guardandomi ogni tanto e poi mi fece una sola domanda.
"Racconta tutto ciò che vi siete detti quando li hai incontrati a casa di mamma e papà."
Sbuffai, perché era penoso oltre ogni dire rivivere quella serata. "Te l'ho già detto."
"Sicuro di non aver dimenticato niente? Una frase, una parola, qualcosa" chiese di nuovo, irritandomi.
"Niente di piacevole" ribattei esasperato "anche se a questo punto non so se fosse vero o finzione" dissi accennando alla lettera ancora tra le sue mani.
"Fammi contento. Dimmelo" disse, la mascella contratta per la tensione.
"E' stata sgradevole e... crudele."
"Cosa ti ha detto che non mi vuoi raccontare?"
Sospirai, sapendo che mio fratello non avrebbe mollato il colpo, non in quel momento. "Ha detto di dirti che aveva fatto fare ai nostri genitori la stessa identica fine che avevano fatto i suoi, testuali parole. Sei contento?" chiesi ma la sua faccia stava subendo una metamorfosi che mi fece spaventare.
Sembrava addirittura euforico ed ebbi la sensazione che fosse definitivamente uscito di testa.
"Sei certo che abbia detto così?" chiese scuotendomi per le spalle, una luce negli occhi che non gli vedevo da giorni.

A ME SONO SERVITI I FAZZOLETTI QUANDO L'HO SCRITTA. E ANCHE ADESSO A RILEGGERLA PER GLI ERRORI. VOI TUTTO BENE O AVETE LE LACRIME AGLI OCCHI?

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