τρία

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Jimin era da solo in quella che era diventata la sua camera da letto da condividere assieme al dio della morte. Osservava ogni minimo dettaglio che gli passava davanti, cercando di capire qualcosa in più del dio tenebroso che aveva appena sposato. Indossava ancora il vestito delle nozze. Sospirò sedendosi sul morbido letto. Alla fine era comodo, non così inospitale come aveva pensato. Rimbalzò leggermente per rendersi conto dell'effettiva morbidezza del materasso. Sorrise e si distese stiracchiandosi. Appena sentí la porta aprirsi si mise seduto, temendo la reazione di Yoongi. Il corvino una volta entrato chiuse la porta alle sue spalle, con estrema delicatezza. A Jimin vennero i brividi sulla pelle. Fu come se una ventata d'aria fosse appena entrata dalla finestra, peccato che si trovavano sottoterra.

<T-tu... Vivi qui completamente da solo?> Jimin tentò d'iniziare una conversazione con il corvino.

<Si.> dopo quella risposta, il castano rimase contraddetto. Si aspettava una risposta più completa che gli avrebbe permesso di portare avanti un discorso più complesso, ma in quel modo non aveva speranze.

<Capisco...>disse solamente. Yoongi gli si avvicinò porgendogli una veste.

<Puoi dormire con questa.- gli spiegò. Jimin annuì ringraziandolo. -... Io... Io aspetto fuori mentre ti cambi.> uscì dalla stanza, chiudendo la porta con la stessa deicatezza che aveva usato poco prima. Jimin rimase colpito da lui. Non si aspettava il trattamento che stava ricevendo. Lo immaginava come una persona burbera, a cui non importa niente di ciò che pensano e provano gli altri, una persona egoista. Si dovette ricredere. Si alzò dal letto e si sfilò la veste che indossava, poggiandola su una sedia. S'infilò quella per dormire. Era morbida, il tessuto indiscutibilmente pregiato ed il contatto con la sua pelle era piacevole proprio per questo. Sperava che il tutto andasse per il meglio. Non poteva fare altro nella posizione in cui si trovava. Quando si sistemò andò ad aprire la porta, Yoongi era all'esterno, appoggiato al muro e lo sguardo rivolto verso l'alto a pensare a chissà cosa. Jimin quasi rimase imbambolato ad osservare il suo profilo perfetto. Yoongi voltò la testa verso la sua direzione, fissandolo negli occhi intensamente, entrambi non avrebbero voluto interrompere quel contatto visivo che si era andato a creare in pochi estanti, timorosi che una volta rotto non ci sarebbe più stato un legame del genere. Jimin imbarazzato, fu il primo ad abbassare lo sguardo sul pavimento, come un cagnolino bastonato.

<Ho finito di cambiarmi.> annunciò. I suoi scrutavano la veste terribilmente nera che indossava.

<Bene.> sospirò. Entrò dentro la stanza, lanciando uno sguardo veloce al castano che l'osservava dalla soglia della porta. Jimin una volta all'interno, chiuse la porta alle sue spalle. Prese un profondo respiro, avvicinandosi a Yoongi che si era infilato nel letto. Il castano era sconcertato dal suo comportamento. Pensava che sarebbe stato costretto a fare altro quella sera. Si sentí quasi dispiaciuto. Quando se ne accorse, di ciò che pensava, non esitò a darsi uno schiaffo leggero sulla guancia. Le sue labbra carnose si schiusero di poco. Andò anche lui verso il letto, alzando le coperte ed intrufolandosi. Faceva freddo quella sera.

<Buonanotte.> sussurrò Jimin con un fil di voce, quasi timoroso del corvino che era steso al suo fianco, mentre gli voltava le spalle.

<Jimin- lo richiamò con voce atona. Il castano alzò di poco il capo verso la nuca dell'altro. Yoongi si girò appena verso il suo sposo, quanto bastava per incontrare il suo sguardo curioso, mentre aspettava che le parole uscissero dalle labbra sottili di Yoongi. La sua pelle era così bianca. Non aveva bisogno di toccarla per sapere che era fredda, si vedeva, eppure avrebbe voluto farlo, ma sarebbe stato troppo strano - Ha-hai freddo per caso?> domandò un pò a disagio, mentre cercava di cogliere un segno da quel ragazzo. Stava provando ad avere una conversazione normale, cosa complicata a livelli estremi per lui. Era difficile, parlare con qualcuno su cose "superficiali". Jimin sorrise a quella domanda. In qualche modo il dio della morte, terribilmente freddo all'apparenza si stava preoccupando per lui. Non sembrava per niente il dio che aveva visto quando lo aveva rapito. Era così strano. Sembrò quasi come se avesse due personalità contrastanti. In quel momento il cuore di Jimin si sciolse nella cassa toracica.

Come diamine è possibile?

<No, grazie per averlo chiesto comunque.> gli rivolse uno dei suoi migliori sorrisi. Yoongi ne rimase affascinato, era la persona più bella che lui avesse mai visto. Ogni cosa che faceva era accompagnata dalla sua estrema eleganza e la sua spensieratezza. Era una persona sensibile, una di quelle che si preoccupava per aver piegato impercettibilmente la foglia di un fiore. Era un dio d'esempio in quello che era l'Olimpo, pieno di odio, corruzione e tradimento. Era uno dei pochi che si salvava.

<C'è per caso qualcosa che potrei fare per te? Non so, qualcosa che ti faccia sentire a casa... Qualsiasi cosa tu voglia. Mi... Mi farebbe tanto piacere.> sussurrò a malapena. Jimin riuscì a sentirlo per miracolo, sentí un altro colpo al cuore. Ma era una piacevole, uno che invece che stringerlo rudemente, lo accarezzava con gentilezza, facendogli quasi sentire i brividi.

<Per caso... Potrei mettere qualche fiore in giro? Vi dispiacerebbe? Se vi infastidisce, non vi preoccupate...> disse abbassando lo sguardo. Era da troppo che sosteneva gli occhi cupi e scuri del consorte. Ormai era lui quello con cui sarebbe dovuro stare per il resto della sua vita.

<Affatto... Jimin... Chiamami Yoongi...>



Notteee

Greek Gods. Spin Off. YOONMIN [ITA] Where stories live. Discover now