πέντε

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Jimin si trovava con Taehyung, aveva domandato a Yoongi il permesso per vedere il suo migliore amico. Entrambi erano seduti sull'erba. Faceva caldo quel giorno, il sole li accecava e consentiva loro di indossare vesti più leggere e corte.

<Come va con Ade? È così terribile come dicono?>domandò innocentemente, curioso delle condizioni in cui si trovava Jimin. Se gli avesse detto che soffriva, assieme al dio della morte, non gli importava delle possibili conseguenze, ma sarebbe andato a cercarlo e a suonargliele di santa ragione, in qualche modo, ancora non conosciuto, stava ancora architettando i dettagli.

<Si vede che le persone non lo conoscono. Penso che sia un'anima pura, una delle anime più pure quassú sull'Olimpo. È una brava persona, non mi ha costretto a fare niente, e mi permette di fare tutto. È dolce.> Taehyung lo guardò con un sorriso a malapena accennato. Uno di quei sorrisi tristi, ma di cui triste non era l'aggettivo più appropriato per descriverlo. Era felice per Jimin.

<Avresti mai immaginato che un giorno ti sarebbe piaciuto qualcuno così tanto?>domandò con un tono di voce basso, come se intorno a loro ci fosse qualcuno che non poteva sentire il discorso. Jimin divenne rosso improvvisamente.

<I-io non... Non ho detto che mi  piace!>Taehyung rise a quella falsa asserzione.

<Farò finta di crederci...>disse tentando di frenare le sue risate. Non aveva mai visto Jimin in quelle condizioni.

Jimin lo colpí ripetutamente sul braccio, facendolo urlacchiare dal dolore.

<Ahi- Fermo mi stai facendo male! Ehi tu razza di-> proprio quando Taehyung era in procinto di fargli il solletico come metodo di autodifesa, Afrodite li richiamò entrambi. Taehyung davanti a lei abbassò inconsapevolmente la testa, si sentiva un perdente, e dunque il suo corpo reagiva di conseguenza davanti alla dea della bellezza e dell'amore. Jimin gli scoccò un'occhiata veloce. Taehyung non lo aveva mai detto esplicitamente, ma il castano capi che ci fosse qualcosa sotto. Non era tanto difficile accorgersene. Il cuore gli si ruppe, nel vedere il suo migliore amico in quelle condizioni, purtroppo non avrebbe potuto fare granché. Si limitò a sospirare, e gli diede una gomitata sul fianco. Lentamente si avvicinò al suo orecchio.

<Non abbassare la testa davanti a nessuno, Taehyung.> a quelle parole fu come se si riprese improvvisamente. Taehyung ringraziava ogni giorno la presenza di Jimin. Non lo veda spesso, ma quelle poche volte gli dava la regolata di cui tanto aveva bisogno.

<Miei signori, dovete recarvi al tempio. Zeus ha un annuncio da fare.> disse mentre sfoggiava il suo portamento altezzoso. Era veramente bellissima, in quell'abito candido come la sua pelle. I capelli lunghi e neri che le scendevano perfettamente sul viso. Il biondo si sentiva così inferiore accanto a lei.

<Veniamo subito, grazie mille Afrodite.> la ragazza, a passo lento si dileguò. Jimin ne approfittò per tirare su il morale ad Artemide. Gli prese il viso tra le mani, facendo sì che lo fissasse dritto negli occhi. Il suo sguardo era terribilmente serio e non accennava ad una minima variazione.

<Ascoltami bene Taehyung. Sei perfetto. Sei veramente bellissimo, io non capisco cosa tu abbia da invidiare. Non riesco mai a trovare una risposta plausibile. Se lui non riesce a notarti, é perché è un idiota. Mmh?>Taehyung si morse il labbro ed annuì a ciò che disse Persefone.

<Grazie Jimin.>lo abbracciò, avvolgendo le braccia attorno al suo collo, essendo più alto di qualche centimetro.

Gli dei si riunirono tutti nella sala principale del tempio. Ognuno era seduto al proprio posto. Jimin si trovava tra sua madre Demetra e Yoongi, che sembravano lanciarsi sguardi infuocati. Comunque Soyeon era felice, del fatto che avesse suo figlio al fianco, e da quello che le aveva raccontato, la sua permanenza non era così sgradevole come tutti si aspettavano. Il chiasso iniziale, tra o diverso dialoghi degli dei, venne interrotto da Zeus, con un colpo di finta tosse così forte da rimbombare in tutta la gigantesca stanza. Il silenzio piombò nell'aria. Tutti gli dei so ritrovavano in completo silenzio, attenti a ciò che il padre degli dei stava per annunciare.

<Vi ho richiamati qui per la solita riunione. Vi prego di parlare uno alla volta e con garbo.>



Alla fine di quel tribunale Taehyung non poté fare altro che stiracchiarsi. Onestamente quando parlano di cose del genere è complicato non annoiarsi. Ad un certo punto era convinto di star per addormentarsi improvvisamente senza nemmeno accorgersene.

Jimin si sentiva incredibilmente leggero. Era contento di aver rivisto Taehyung e sua madre. Lisa lo raggiunse, sempre in quel fatidico momento di confusione post riunione.

<Ehi Jimin, tutto bene?>gli domandò, avvolgendogli un braccio attorno alle sue spalle. Yoongi li guardò accigliati, un pò interdetto. Gli dava fastidio che qualcuno fosse così in contatto con ciò che è suo. Jimin annuì sorridendole adorabilmente. Yoongi avrebbe voluto che quel sorriso lo rivolgesse a lui. Quel dannato ragazzino lo stava facendo impazzire lentamente.

<Tutto bene,Lalisa, grazie per esserti preoccupata.> la ragazza gli scompigliò gentilmente i capelli.

<Mi raccomando, fai attenzione.>

<Certo.>

I due coniugi tornarono nella loro dimora nell'oltretomba. Il castano aveva raccolto qualche fiore per adornare quella tetra e cupa camera. Piano piano la stava trasformando magnificamente. Yoongi entrò nella stanza senza farsi sentire da Jimin, che intanto era impegnato ad accostate i fiori tra loro e metterli in un vaso pieno d'acqua. Sussultò quando sentí della braccia avvoglergi i fianchi. Si mise una mano sul cuore per lo spavento.

<Jimin... Posso baciarti?>



Notteee.

Greek Gods. Spin Off. YOONMIN [ITA] Where stories live. Discover now