이심 | 𝟐𝟎

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Yoongi non si teneva in piedi, Jimin cercava di sostenerlo ma lui si sentiva troppo debole, il capo chino e continuava a tossire, Sunmi lo odiava.

"Hai accettato un intruso in casa tua" Hwasa era stanca, era arrabbiata, inorridita. "E voi avete imprigionato e torturato un ragazzo innocente"

Taemin fece un passo avanti "Il traditore non è fra noi, potete starne certi", Sunggyu si avvicinò con sguardo infuocato, era a due centimetri di distanza dalla faccia di Taemin, "E come posso fidarmi di ciò che dici? Hai sempre raccontato cazzate per coprire quel pezzo di merda di Minho"

Il diretto interessato alzò gli occhi al cielo, "Lascialo fuori da questa storia," Jihyo scoppiò a ridere "Che dolce, lo protegge anche adesso..." e Jimin la guardava, guardava la sua collana di perle così bianca sulla sua pelle abbronzata, i capelli corti acconciati e pomposi e per un attimo vide le proprie mani attorno al suo collo, mentre le toglieva la vita e con quella, il colorito scuro della sua pelle.

Scosse il capo, Yoongi cercava di tenersi in piedi, "Voglio a-a-andare via..." si lamentava con voce rauca, si sentiva così esausto e forzò il braccio e tornò a sedersi sulla sedia a cui era stato legato precedentemente, gli faceva male il petto, sentiva come se la gabbia toracica stesse per esplodere.

"Dobbiamo andarcene subito" borbottò Taehyung, Hwasa annuì, "Abbiamo aspettato anche troppo, prendete Yoongi e andiamo via da questo schifo" Sunggyu non rispose all'insulto, guardò Hwasa e basta.

Yoongi venne sorretto da Jimin e Lucas per uscire, l'ultima cosa che vide il corvino prima di svenire di nuovo fù il ghigno di Sunmi, che non si sarebbe mai più tolto dalla testa.

🍑

Dei piccoli raggi entravano dalla finestra creando dei punti luminosi nella stanza, lontani l'uno dall'altro, uno di questi atterrava proprio sull'occhio di Yoongi, poco dopo sbarrò gli occhi e sentì il cuore iniziare a battere senza sosta, gli faceva male la testa.

Ricordava tutto della sera precedente ma particolarmente, ricordava lo sguardo spaventoso di Jimin mentre lo osservava, legato a quella sedia, con i polsi insanguinati e lividi e macchie rosse dalla faccia al petto, che urlava come un pazzo per liberarlo. Yoongi sentiva come se l'occhio destro fosse fatto di pietra, gli faceva male, alzò la mano per toccarsi la faccia e subito si sprigionò una reazione a catena su tutto il corpo, il dolore si dissolse dopo pochi secondi, pensò che avrebbe sentito dolore anche a piangere. Si sentì impotente.
Debole.

Debole.

Si fece forza e cercò di alzarsi, riuscì a sedersi sul letto tenendosi l'addome, sibilò e strinse i denti per non urlare, vide le proprie scarpe buttate in un angolo vicino all'armadio e si accorse con l'amaro in bocca che non si trovava nella camera di Jimin, ma in una normalissima, vuota, stanza degli ospiti.

Sospirò e con estrema lentezza si alzò in piedi e aprì la porta che per la sua felicità non emise alcun cigolio. Sgattaiolò in bagno e la prima cosa che vide quando si guardò allo specchio fu un occhio nero, il suo occhio. Aveva delle garze a coprirgli il petto, sotto la maglietta, e il collo e le braccia erano costellati da segni rossi precisi e lividi viola, due o tre stavano cambiando colore in giallo.

Si sentì il resto di una carcassa, quello che rimaneva della sua persona sputata.

Vide in quello specchio un'altra persona, una copia, un impostore.
Poggiò la fronte sulla superficie liscia e respirò, "E ora cosa faccio?" Sussurrò.

Non si rispose, diede un'ultima occhiata alla sua immagine nello specchio e a passo lento si trascinò giù  per le scale, solo quando scese l'ultimo scalino si accorse di essere ossarvato da numerose paia di occhi.

𝟗𝟓𝐬 𝐀𝐍𝐆𝐄𝐋 [M.Yg, P.Jm]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora