이심일 | 𝟐𝟏

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Lui era lì, in piedi, guardava la lapide difronte a lui, lesse il nome, Hyun Junsoo, non c'era una foto di lui a mostrare quale fosse il suo aspetto quando era vivo, sotto il suo nome vi era la data di nascita e di morte.
23 Settembre 2010.

"Un marito, un fratello, e un amato figlio" recitava la frase sotto le date lucenti sulla pietra.

"E questo chi è?" Chiese Yoongi, Jimin era in ginocchio, lontano dalla lapide e guardava quel nome per sempre inciso sul marmo.

"È il fratello di Minho" Yoongi non capì ma sapeva che non doveva fare domande "Ma quello non è il suo nome" borbottò Yoongi, Jimin gli sorrise, "Già, non hanno potuto far incidere il suo vero nome, i preti non avrebbero mai accettato un uomo del genere in un luogo Santo".

Yoongi non rispose, pensò a Minho e quanto gli inquotesse timore, e pensò al fratello e immaginò una sorta di uomo, di mostro senza faccia ma allo stesso tempo con un viso spaventoso, occhi rossi con pupille nere, denti affilati e l'intera faccia piena di graffi e lividi, le mani piene di sangue.
Poi, pian piano, la faccia si puliva, divenne bianca, i denti tornarono alla forma normale, il viso immacolato e gli occhi lucenti, sorrideva.

Faceva ancora più paura.

"Non meritava di essere sepolto così, sarebbe dovuto marcire in un buco con i topi a rosicchiargli le mani e i vermi a prosciugargli le viscere e i bulbi oculari, fottuto stronzo".

Yoongi sorrise, Jimin faceva più paura con un coltello fra le mani, e in quelle condizioni lo aveva visto svariate volte.

Jimin gli fece molto più paura quella notte da Sunggyu mentre urlava e si dimenava come un pazzo, Taemin gli aveva raccontato che quando era svenuto Jimin aveva cercato di afferrare una pistola e di colpire qualcuno, aveva puntato Dongwoo, fra tutti.

Yoongi era sollevato, nessuno dubitava di lui o della sua fedeltà, ma aveva paura perché era considerato parte di quella famiglia, di quel clan e non aveva quel tatuaggio e l'unica persona a cui era fedele era Jimin.

Non Minho, non Taemin e non Hwasa, non erano niente per lui.

"Perché lo odi così tanto?" Yoongi ora era seduto vicino a lui, Jimin sbatté le palpebre, "Odiava Minho, lo odiava con tutto il cuore. E quando... quando si è fatto scoprire con il carico di droga, le indagini della polizia, ha cercato di indirizzare la colpa verso Minho ma suo padre lo conosceva, Minho non è così stupido da commettere certi errori come suo fratello,"

Yoongi ascoltava in silenzio ed era certo che Jimin stesse per arrivare alla parte della storia che meno preferiva "All'epoca Taemin lavorava come spacciatore per il padre di Minho nel nostro quartiere.
Ci venivano a trovare spesso, Minho portava erba, qualche volta roba più pesante e Taemin portava Champagne, sempre e solo Champagne, a Kuanlin portava la Coca Cola," lo disse ridacchiando, sentendo la mancanza di quei giorni apparentemente leggeri e felici.

"Poi, poi tutto finì. Taeho cercò di sparare Taemin per colpire il fratello e per poco non morì. Quella fu una notte infernale, ricordo tutto. Hwasa piangeva, Joshua si nascose nella sua stanza con Jeonghan, Jun sbraitava maledizioni in mandarino fuori al balcone, Lucas ha dormito per tutto il tempo e Kuanlin mi ha detto che Taehyung non ha parlato per quattro giorni-"

"Cosa?! Ti ha detto?! Non eri con loro?" Jimin scosse la testa, si portò le ginocchia al petto.

"Stavo raccogliendo prove della sua colpevolezza, il solito, giravo per i quartieri e chiedevo alla gente se avessero visto qualcosa, ma sono dovuto partire per Incheon quella notte, Hwasa era sicura Taeho mi volesse uccidere perché sapevo troppo".

Come poteva dirgli una cosa del genere così, su due piedi, e non sembrava minimamente toccato dal racconto come se stesse parlando di cose non accadute a lui personalmente.

𝟗𝟓𝐬 𝐀𝐍𝐆𝐄𝐋 [M.Yg, P.Jm]Where stories live. Discover now