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=>Storm

Il mio corpo si mosse da solo, ma anche se ci avessi pensato avrei probabilmente fatto la stessa cosa.
Lo spinsi dentro casa e lo sbattei contro il muro, lui, preso alla sprovvista, non poté fare altro che cercare di non cadere all'indietro.
"Dove diavolo è?" urlai, il viso ad un centimetro dal suo, il mio braccio premeva sulla sua gola. Non ragionavo più. Nashi era passata dalle sue mani, ed ora non aveva più i vestiti, lui era mezzo nudo. Delle immagini orrende mi passavano per la testa e non riuscivo più a pensare razionalmente.
Lo vidi serrare i denti mentre i miei compagni entravano dopo di me. Reiki si fiondò verso di noi, prendendomi per le braccia e tirandomi indietro.
"Storm, i punti" mi sibilò all'orecchio, come se in quel momento potesse importarmi qualcosa di quella stupida ferita.
Con uno strattone mi liberai dalla sua presa, allontanandomi di qualche passo dal ragazzo per evitare di picchiarlo. Mi passai una mano tra i capelli, lanciandogli occhiate nervose. Lui stava in piedi contro quel diavolo di muro, lo sguardo impenetrabile che non mi lasciava leggere le sue intenzioni. Strinsi i pugni, Reiki e Nova erano davanti al bruno, le braccia incrociate e lo sguardo che lo sollecitava chiaramente a spiegarsi. Gale e Kasumi erano rimasti leggermente più in disparte, vicino alla porta.
"Chi diavolo siete?" sbottò il biondo, osservandoci uno ad uno con una lentezza irritante. La vera domanda era chi era lui e che cosa aveva a che fare con Nashi. Al posto di farci l'interrogatorio avrebbe solo dovuto dirci dove era e che cosa le aveva fatto, e pregare la sua buona stella di non uscire ridotto troppo male dalle mie grinfie.
Ovviamente Reiki, mantenendo il sangue freddo come in ogni situazione, gli rispose.
"Siamo i compagni di Nashi, sappiamo che è qui. Non ti conviene continuare a negare"
Non volava una mosca, ed ero di nuovo pronto a saltare addosso al principino mezzo nudo. Ma per il suo bene lui aprì in tempo quella fogna che si ritrovava al posto della bocca e iniziò a parlare.
"Non le ho fatto nulla" no, scherzavo, per il suo bene un corno. Come potevo credergli se restava così vago. Già la mia pazienza era andata a farsi benedire con le centinaia di maglie che avevo perso, e di lì a poco le avrebbero raggiunte i suoi denti.
Glieli avrei fatti saltare uno per uno.
"Ma non potete vederla ora"
Per sua fortuna non feci in tempo a metabolizzare il significato delle sue parole che sentimmo un rumore, io, i miei compagni e anche il padrone di casa, che osservò con sguardo nervoso le scale.
Si era appena fregato da solo.
Mi fiondai verso i gradini, riuscendo a salirne solo un paio prima di essere fermato dal ragazzo, questa volta, un bel pugno sul naso non glielo evitò nessuno.
"Merda!" imprecò, portandosi la mano sul viso mentre io lo sorpassavo e raggiungevo il piano superiore.
"Ti ho detto che non puoi vederla!" urlò, raggiungendomi e parandomisi nuovamente davanti.
"Non mi interessa quello che pensi tu. Levati" mi mossi verso destra, ma lui fece lo stesso.
"Sta male, davvero, non é il momento giusto" una stretta al cuore mi bloccò il respiro per un momento, stava male?
"É proprio perché sta male che devo vederla" sibilai, sbattendo un pugno sul muro pur di non scagliarmi nuovamente su di lui.
"Non vuole parlare con nessuno, ha bisogno di stare da sola" lui, che la conosceva forse da un paio d'ore, veniva a dire a me di cosa la mia migliore amica aveva bisogno? Conoscevo Nashi abbastanza bene da sapere che quando qualcosa non andava chiedeva sempre di stare da sola, ma che in realtà aveva solo bisogno di sfogarsi con qualcuno che la capiva. E sapevo bene di essere io quel qualcuno. Forse sarà stato un pensiero egocentrico, ma ero abbastanza sicuro di poter e voler essere io colui che conosceva ogni sfaccettatura di Nashi, la forza, il coraggio ma anche la tristezza e il dolore.
Lo oltrepassai un ulteriore volta, pronto ad aprire ogni dannata porta finché non avessi trovato chi cercavo. Ma non ce ne fu bisogno.
Un cigolio preannunciò l'apertura della porta proprio alla mia sinistra, mi bloccai sul posto mentre vedevo uscirne una traballante ragazza dai capelli rosa.
Avevo notato come le tremavano le gambe ogni passo facesse e come si reggesse al cornicione per non cadere a terra, ma la cosa peggiore era il suo sguardo.
Lo incrociai subito, e l'opacità dei suoi occhi marroni mi fece sentire le gambe molli. Non c'era nessuna luce, nessuna voglia di sorridere o di fare battute, solo il nulla, come se si fosse estraniata dal suo corpo. Erano rossi, doveva aver pianto.
Quando mi vide lasciò cadere le braccia lungo i fianchi, smettendo per un istante di respirare.
"Nashi, non sono riuscito a fermarlo" le parole del ragazzo mi entrarono da un orecchio e mi uscirono dall'altro. Mossi un passo verso di lei, poi un altro, e in due falcate l'avevo raggiunta.
Indossava una camicia troppo grande e troppo trasparente, insieme a dei pantaloncini enormi il cui laccio era stretto al massimo.
Ci guardavamo negli occhi, notai più le ferite che questi ultimi sembravano riflettere che quelle effettivamente visibili sul suo corpo.
Cosa diavolo era successo?
Le avvolsi le braccia attorno al collo, tirandola verso di me e stringendola forte. Subito esitò, per poi avvolgermi le braccia tremanti attorno al busto senza stringere troppo, consapevole della mia ferita.
Erano passate circa quindici ore dall'ultima volta che l'avevo vista, ma mi sembrava un secolo, sembrava emanare un energia diversa, sembrava essere passata per un tornado ed esserne uscita svuotata. Come se la violenza del vento le avesse strappato via la forza.
Sentivo che era successo qualcosa di grave, lo sentivo sottopelle, un intuizione che si sarebbe purtroppo rivelata corretta.
"Guarda chi si rivede"
"Nashi, ci hai fatto prendere un colpo"
"Ehi, Fiammella" le voci dei miei compagni mi colsero di sorpresa, e mi allontanai leggermente dalla ragazza, tenendole un braccio avvolto attorno al fianco per darle la stabilità che le sue gambe sembravano avere perso.
Nashi non rispose, osservando uno ad uno i presenti.
Apriva e chiudeva la bocca, come à voler dire qualcosa senza però riuscire a trovare le parole.
"Io..." deglutí, mordendosi la lingua.

"io ho mandato tutto in pezzi"

Our Time [Fairy Tail Next generation] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora