Capitolo 2) Gita alla centrale di polizia

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New York, la città dove i tuoi sogni possono realizzarsi. Questa frase sa tanto di messaggio pubblicitario, che ignora la realtà nascosta dietro ad una facciata di false opportunità.
Non si è mai specificato che per realizzare i cosiddetti sogni, bisogna vivere in un determinato quartiere, frequentare un numero scelto di persone ed essere falsi peggio dei prodotti cinesi. Specifico, quei musi gialli mi sono molto simpatici.
Tanti anni trascorsi in questa città, ma la mia opinione nei suoi confronti non era cambiata, ora però le stavo dando la possibilità di riscattarsi e dimostrarmi che avevo torto.

Tutti erano in gran fermento ultimamente, e non perché Trump avesse cambiato il colore del gatto morto che fa passare per i suoi capelli.
Da diversi giorni a questa parte il pericoloso criminale, responsabile di settori come spaccio di droga, prostituzione, importazione di clandestini, corruzione e, giusto per non farsi mancare niente,omicidio, era stato arrestato dopo un bliz della polizia durante una delle attività elencate.
In televisione non si parlava di altro, uno come Marcus Lopez, si era fatto fregare come ad un principiante. Una chiamata anonima ad uno dei suoi uomini, l'aveva portato sul luogo dell'arresto, gli era stato riferito che la banda rivale italiana stava per rubargli un carico. Questo era bastato per farlo precipitare armato con l'intero arsenale di famiglia al molo.
Sorseggio la mia cioccolata calda, leggendo un quotidiano lasciato sulla sedia del tavolino da qualche sbadato, quando finalmente vedo arrivare l'agente di polizia che stavo aspettando.
Ragazza, appena uscita dall'accademia con il massimo del punteggio, figlia di altrettanti sbirri, pronta a servire il suo Paese per far rispettare la legge. In poche parole, un pollo.
Quelli come lei erano davvero i più facili da abbindolare.
Sistemo i miei occhiali da sole, prima di alzarmi per raggiungerla, mentre è intenta ad ordinare la colazione alla cassa.
Si gira velocemente sbattendo contro di me e inizia il teatrino.
"Oh mi scusi."
"No scusi lei, non mi ero accorta della sua presenza."
"Wow, è davvero un'agente di polizia?"
"Si, anche se ho preso servizio da poco."
"Più si è giovani e più sarà facile inseguire quelli che tentano la fuga."
Ride e fa per sedersi, prima che si accorga del mio portafoglio per terra ed essendo una brava agente lo coglie per ridarmelo.
"Signorina, credo che questa sia suo"
"Grazie, deve essermi caduto prima, sa, a volte sono sbadata."
Le sorrido e tutta soddisfatta di aver aiutato una cittadina si allontana per prendere posto.
Pago il conto e mi allontanò, e una volta fuori dalla sua visuale, osservo il badge che le ho rubato.
A volte penso di aver sbagliato mestiere e che avrei potuto avere un futuro come attrice, poi però penso che mi sarei annoiata terribilmente, quindi va bene essere un hacker.
Mi dirigo alla centrale di polizia, e trovo divertente per una come me, entrare di propria volontà nel luogo in cui un criminale preferirebbe scappare.
Giro la giacca, indossando lo strato con la scritta "Police". Raccolgo i lunghi capelli bianchi in uno chignon e li sistemo sotto ad un berretto, rigorosamente falso, come la giaccia, comprato su Amazon. Tiro su il cappuccio ed entro senza che nessuno si accorga della mia vera identità.
I migliori poliziotti di tutta New York, che dire, sapendo come fanno il loro lavoro mi sento molto più sicura adesso.
Qualcuno mi dice anche buongiorno e io ricambio con un cenno del capo, che persone educate.
Sorpasso l'atrio dove ammanettati ci sono diverse tipologie di furfanti, perché definirli criminali sarebbe un complimento, in attesa di essere fascicolati o quant'altro.
Passo il badge e accedo all'aria dove i poliziotti danno il meglio di sé.
Corrono avanti e indietro, armati di fascicoli o di tazze di caffè, ignorando completamente la mia presenza.
Entro nell'ufficio del capitano, vuoto, a quest'ora è solito prendersi una pausa, e chiudo le tapparelle che mostrano il resto della centrale.
Levo il travestimento e mi accomodo sulla sua sedia di pelle nera, aspettando che ritorni.
Non c'è che dire, ha ricevuto diversi riconoscimenti al valore, medaglie, lauree e inoltre tiene incorniciati pezzi di giornali con casi risolti da lei.
Prima di venire di persona, mi sono informata come si deve, in fondo, dovevo essere sicura di ciò che stavo facendo.
Sono ancora intenta a guardare tutti i titoli ottenuti, quando la porta si apre.
"Non mi importa assolutamente che cosa dice il suo superiore, Lopez è un mio caso, gli siamo addosso da anni e ora che l'abbiamo preso potete sognarvi che vi ceda la palla.
Detto questo la saluto."
Chiude il telefono con rabbia,prima di sollevare lo sguardo per accorgersi della mia presenza.
"Signorina credo che abbia sbagliato ufficio, e le sarei grata se si alzasse dalla mia sedia , o sarò costretta a farla scortare all'esterno"
"Capitano Elisabeth Morgan, nata a New Orleans nel 1968, intraprende la sua carriera nella polizia dopo l'assassinio del padre, un povero uomo che lavorava dalla mattina alla sera per sfamare la sua famiglia. Il suo primo arresto riguardava proprio l'uomo che commise tale crimine,un certo Ikbelch, un razzista congelato negli anni di Hitler.
Sposata, con due figli e ora si appresta a concludere l'arresto del secolo.Mi fermo qui o vado avanti con le informazioni?"
Mi osserva con la bocca aperta, mentre un sorriso soddisfatto si dipinge sul mio volto.
"Crede davvero che abbia sbagliato ufficio capitano?" Si avvicina lentamente, come se avesse visto un fantasma.
"Lei chi diavolo è?" Lascio la comoda sedia per andarle incontro e la sua mano scivola alla cintura afferrando la pistola, non biasimo la sua diffidenza.
" Ero così eccitata per la mia prima gita alla centrale di polizia, che quasi dimenticavo di presentarmi. Il mio nome purtroppo è un ricordo passato , ma sono certa che sia abbastanza famosa da essere entrata anche nel suo mirino. Nel mio settore tutti mi chiamano Butterfly, piacere di conoscerla."
Le tendo la mano, ma se è possibile è ancora più sorpresa rispetto a prima.
Nulla di nuovo per me, ogni volta che mi presento le persone restano di sasso sapendo che non corrispondono alle descrizioni false che circolano su di me.
"Chi mi assicura che sia davvero tu? Non abbiamo nessuna foto su di te e poi le informazioni che hai elencato possono essere trovate su qualsiasi motore di ricerca"
Ritiro la mano e sospiro, ma era una reazione prevista.
"A otto anni le si è infiammata l'appendicite e non avendo la possibilità di pagare un medico che la , i suoi chiamarono il macellaio che abitava nel suo stesso quartiere"
Lentamente, ritira la mano dalla pistola e alzo un sopracciglio.
"E ancora convinta che non sia chi dico di essere?"
"No, ma dato che sembra che tu sappia tutto, dimmi cosa mi blocca dal farti arrestare."
Le do le spalle e penso che probabilmente sono ancora in tempo per scappare con i documenti falsi in qualche isola dell'arcipelago delle Hawaii, ma stavolta no, voglio fare la scelta giusta.
"Semplicemente perché io vi ho aiutato a prendere Lopez"
Credo che questa donna non si sia mai sorpresa così tante volte in vita sua.
"Credete che quella soffiata sia stato il frutto di anni di lavoro, ma mi dispiace deludervi, ho portato Lopez dove doveva essere come ho fatto con voi."
Prende posto alla sua scrivania e incrocia le braccia al petto.
"Da quel che ci risulta tu dovevi essere il suo jolly"
Mi siedo anche io ed evito di riderle in faccia, non sarebbe educato da parte mia.
"Io faccio quello che voglio e a mia discolpa, non ero stata informata sull'uomo che mi aveva offerto un lavoro ben pagato. Potete giudicarmi colpevole quanto volete, ma io ho dei principi e uno di questi e stare alla larga da tipi come Lopez"
"E cosa l'ha portata a questa redenzione?"
"La possibilità di ottenere un accordo con lei."
"Abbiamo diversi testimoni pronti a parlare contro Marcus Lopez, cosa ti distinguerebbe dagli altri?"
"Lo avete arrestato diverse volte, ma l'ha sempre fatta franca, in questo caso io sono in possesso di qualcosa che potrebbe permettervi di buttare la chiave della sua cella nelle fogne."
Stava riflettendo sulla mia proposta, sapevo che era una donna intelligente.
"Queste informazioni dove sono?"
"Al sicuro, in un posto che solo io conosco, ma con molte probabilità Lopez a quest'ora saprà del mio coinvolgimento in questa storia.Sono esposta al fuoco e se scappassi potrei vivere tranquillamente,ma voglio quanto lei che venga arrestato."
"In sintesi, vuole entrare nel programma testimoni, ma ancora non capisco perché si è rivolta a me."
"Perché di lei mi posso fidare.Avete delle spie all'interno e sono anche dei pezzi grossi, per questo le chiedo di parlare della mia presenza qui con persone di cui si può fidare ciecamente, a cui darebbe in mano la vita dei suoi figli."
Resta in silenzio, riflettendo attentamente sulle informazioni che le avevo fornito, ora ero diventata il jolly che lei poteva giocarsi contro Marcus, ciò solo se fossi rimasta in vita fino al mio utilizzo. Doveva andarci con i piedi di piombo e coinvolgermi in caso di massima necessità.
"Sa, Butterfly, lei è stata molto convincente. Vorrei dirle di lasciarmi un modo per contattarla, ma credo che si presenterà di nuovo di sua spontanea volontà una volta che avrò convocato la persona che dovrà provvedere alla sua incolumità"
"Donna intelligente , l'ho sempre pensato da quando ho letto il fascicolo che la riguardava."
Allungo la mano nella sua direzione e stavolta la stringe, in una stretta decisa e con questo ho firmato la mia condanna a morte, se l'agente che mi affideranno non sarà all'altezza del compito.

Ehehehe una furbetta la nostra hacker eh? 😂😂😂
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Manu

Colpo al cuore  "Hai la mia vita nelle tue mani"Nơi câu chuyện tồn tại. Hãy khám phá bây giờ