Prologo

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Cammino per le strade buie e vuote di Seoul, intento a raggiungere il mio posto preferito. Mia sorella, Lisa, è andata con delle sue amiche, quindi avevo la casa tutta per me, anche se i miei genitori sarebbero tornati presto. Arrivai in quel parco abbandonato che tanto adoravo, c’era scritto di non avvicinarsi per paura di fantasmi lì presenti, ma io non ho mai notato nulla di anomalo. A volte però, ora che ci penso, qualcosa accadeva. A volte c’erano tre altalene, mentre altre volte due. Venivo qui anche per scoprire il perché.

Mi sedetti sull’altalena, quando vidi un corpo sopra lo scivolo in legno e acciaio. Salii le scale lentamente, un ragazzo dai capelli grigi vestito con una camicia bianca stropicciata, lo sentivo singhiozzare. Stava sicuramente piangendo.

«Hey...» dissi con tono basso e tranquillo. Mi guardò per mezzo secondo e anche meno per poi cercare di allontanarsi da me. «Va tutto bene?» chiesi. Non mi rispose si limitò a guardarmi asciugandosi le lacrime.

«S-Sei un umano?» disse balbettando. Ridacchiai innalzando un sopracciglio «Cosa credi che sia?» «N-Non so, un dio, un semi-dio...» «Ah, sono davvero così bello? Non ci credo...» «I semi-dei non hanno bisogno di essere belli. Sono bello io?» disse. Mi intrigava. «Sì.» dissi osservandolo. «Bugiardo.»
«Come posso dimostrarti che non sto mentendo?» «Dammi la mano.» feci spallucce e gliela diedi, lui iniziò a solleticare e non risi. Non soffrivo il solletico. «Bene, noto che hai detto la verità. Beh io comunque penso di essere brutto. Soprattutto perché avere il culo degli altri in faccia fa male e puzza!» «Ehm... Cosa?» «PERCHÉ MI HANNO PUNITO FACENDOMI ESSERE UNA FOTTUTA ALTALENA!» Sbottò iniziando a piangere. «Ti ha punito chi??» «Gli dei superiori.» sussurrò. «I semi-dei devono sempre essere uguali ai genitori, ma io che ci posso fare se mi piace prenderlo!» arrossii. Come faceva a parlare di queste cose così, con tranquillità, cioè ho capito che è un semi-dio quello che è, però potrebbe essere più pacato- «Perché sei rosso?» disse guardandomi. «Oh? Io? Ma no...» «Questa volta stai mentendo.» «Okay lo ammetto.» «Sono rosso per ciò di cui tu stai parlando. Di certi argomenti non si dovrebbe parlare con tranquillità.» ammisi. Un sorriso si formò sulle sue labbra, ma non un sorriso dolce uno malizioso. Si avvicinò a me gattonando e iniziò a leccarmi. «S-Smettila-ah» «Lo so scherzavo» scoppiò a ridere per la mia reazione. Ero arrabbiato e rosso. «Uffa.» «Tanto lo so che volevi essere leccato ancora.» «Forse; ma nemmeno so il tuo nome.» «Kim Taehyung.» «Io sono Jeon Jungkook. Mi sa che devo andare a casa, ti rendi conto che sono le fottute cinque meno cinque minuti di mattina??!» «Oh.» Il suo sguardo diventò triste, quando alle 04:59 vidi una luce, erano le cinque precise. Di Taehyung neanche l’ombra. Girai lo sguardo verso le altalene, e notai che era apparsa la terza. Scoraggiato tornai a casa.

- FROM THE STORY -

-kuraishi

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